Critica Sociale - Anno XX - n. 21 - 1 novembre 1910

CRITICA SOCIAJ,I, 333 una visione di seronità o da un sogno di giustizia, non raccan presagire. E el espri mono o s i espandono, questi elementi e motivi, con una plen et.za o una decisione di e!llpresslone e di tl>no,che no dice vividamente e deso– Ja&amonto la secura. o lrrovocabllo realltà e la deriva– zione Immediata o achleUls!llma dalle regioni e dalle sorgive più profonde della psiche. E però Il molo, esso pure liricamente icastrco, del libro non potrcbb'essere più aggiustato e verace; nè Il libro stesso potrebbe R\'ere, di tra la dl8'ormltà. CJ1leUca de' auoi canti - non tutti belli ma tutti significativi e ciascuno esprimente una peculiare t·oce o un peculiare atteggiamenlo del– l'anima e ,tolla. fantasia della J>00lessa - una più com– patta unità o una. più valida o luminosa prestanza. Non è osso, Insomma, una 1·accou,, di comJ)onlmenti, i men felici do' <1uall ti critico accorto possa dirittamente qlle• rolarsl che non slono stati esclusi dal novero, ma è tutto, dal primo all'ultlmo verso, nello poesie più a,·a• ramonto Jnsplrnto ,tal 1tlvlno lil0fl1odella Musa non meuo che In quollo, oul la )lusa secondò con grazia più pro– pizia o coplodn, un yrldo tlell'cmfma di chi lo dettò: un grido alato o gonoroso, or alilpro di certa asprezza ac– cornta o amara, or 11rocodonto sul ritmo di una tal quale rassegnozlouo eoavo o JJ0lldOSa;ora spezzato e tronco o qua!ll rltoruanto sovra 80 stesso, ora distendentesi con effusione Infiammata o 11nalltlca In una o rievocazione o confessione o apostrofe martellata e protratta; qua pago degli accenti pli'l dimessi e delle immagini pili co– muni, là Ingrandito o nobilitato da nuove o penetranti armonle 1 da figurazioni o fantasie 1 pur nella loro deco– rosa e succinta. Bompllcltà 1 ardite e ecultorie, da antitesi e lpoti1>0sldrammatiche, da accostamenti e da intuizioni acutissime, da Iperbati sapienti. E, seppure ogni anche più onesta virtuosità eia rimossa da questo libro e qual– siasi scaltrezza metrica o 11tlllstica ne sia assente, es!lo è tuttavia un libro di arto spontanea Insieme e riflvssa, e la sua bellezza deriva o resulta non soltanto dall'èm– plto e ,lall'orlglnalltà personalissima dell'inspirazione e degli atret&I, ma dalla padronanza spiccia e audace con che la parola vi ò trattata e fatta docile e a un tempo gagliarda mlnl1tra del pensiero e dell'estro e vi è in– focata dall'ardor concitato dell'Idea. Senza perdere della sua 1chlettoua fervente, la Negri ha Incomparabilmente acquistato di forbitezza, di concin– nità, di tsp,-essivltù cosl ra1)presentatlva come espositi\'ai IHl acquistato sovratutto di verHatllità e di varietà nella rafflgurazlono vorb11lonon meno cho nella concezione e uell'olaborozlono rantttstloa o affettiva. E cosl è che il suo volume, nonostante l'omogonoltù. talvolta sin troppo uni• formo della procollo11,~ temperie SJJ!rltuale che lo pervade, contiene e offorl~co una doviziosa e i;lngolarissima mèsso di figure, di eltuazlonl o di atteggiamenti. Vasti e uma– nleslml panorami Ideali squarciano col loro azzurro fosche rievocazioni di trage<llo llrOletarie; chiare visioni trietemonto luminoso si alternano a visioni cupamente penosej volti eioavl e creature mestamente serene sorri– dono accanto a creature dolorose o segnato dal marchio del vb;lo e dell'infamla. Canti la macchina o " la voce del mare,,; Il rragor dell'orlìcina o Il silenzio tremendo della rl'f'olta non anco tuinultuosa; Il vertiginoso viani di una grando stra~a. clttadlne1ca o la blanda dolcezza di certi quieti pomeriggi domenicali; gli stati d'anima e di vita lu ohe le pare di esser pa.!l!latanella preistoria della aua eslst.enH o Il suo orgOifll0so e fremente "io,, aUualt"j "quella che passa,, o • Il terzetto delle dame grigio 11 ; la Negri riesco eempro a plasmare e 1 ml si passi Il termine, a 1lrmm11atizzan! Il suo fantasma poetico con erftcacl!lslma concretezza e con Irresistibile virtù suggestiva. Perclb non ml paro est1tto Il giudizio 1 del resto Ingegnoso, (101 Dorgeso ('), che u l'arte di .à(la Negri sia di là dal bello e dal brutto ,,. O, se mai, Il bello e Il brutto, t cui termini sono trascesi dalla poesia dl questo libro, son quolll de' pedanti o dei rètori o non han nulla che raro con la Bellezza. di oul noi andiamo ap11asslonatamonto In corea o che sola cl tocca e cl accendo. Del resto, come dicevo, pur eseendo lo mille miglia remota da ogni tecnicismo virtuoso, la Negri si palesa, In questo euo ultimo libro, signora della parola e dello etile di gran lunga più spedita e valida che ne' tre vo– lumi )}recedenti. Ila li fra.!le,:cirlaretagliente e corrusco e modulazioni o iutlosslonl lneffabilmoute 11eoetranti; e ha ' scorci o rllle,i descrittivi o lirici ,!,·ldlsslml. Ritrae, per esempio, la eleganza o In bellezza femminile con uua flnoua e una rapidità fellcla~lmo: i\"011 ml co11oscl pi1ì?... /.'orse li sembro pli4 l>tlla adtufJ, /ltssuosci ,iella sottil guai,ia di rtlll,to f1d1:o che mi fa somiulia,·e (1 ,ma 1><mtern. E cObÌsorprendo ed crtlgla i; quella che passa n: J:." tu, che passi e ,io11 mi gullrth 1 n,pidll, i11guaf11ala 11tlla 11rr<t 111,iira, <H'rollo il 1-'0UO 11tl tuo boa ,u martora, eh,., 1mrt a ,01 serpe /t,.ssile e co11tratti~, t'accare::0 1 li bacu, e t'assomiglia! ... J\'e' t,mi. ct,ptlli benesi <lis,imulci q,wlclte /Uo <l,'nr(le11to, sotto il morbido tòcco a t.11rbtmle. //(ti messo 1111 ,;t!l di cipria a. nascomler /,i 1Jri111e ombre tlel tempo sul volto. - Non sei reccMa: 11011 sei giovane: set <101111<1 1 lit pie11a1:olutlù ,l'impe,·io sulfa vit11e sull'uomo. E, dopo di averla cosi rartlgurata, con sottile inqui- sizione lo domanda: Se a' tuoi piedi la 8()/Tice velliccia e la r:esfe JWOCOct e le spumose trine cadt4sn· 1 le losci011do nella bi011cafraltua dtll'ig,mdo corpo, sapnsll 111t·tstir qutslo tuo corpo d'1m'a11imc,, ... &r111<,,-bt11 io rotTei il 1110 torn1mto iute,.ior, J>tr,m.•la di leggue 111 "" r:ioo 11111a,,o libro. F. lnHne lo offerhco la eua scienza d'indovina: 1·11oi dm·mi la ti,a 1110110? •.. ,ma so" io, (la ""'' nn:c, è di :i,ig(1d, e ,iei boschi sosta110 i,itorno a fuochi di biracco le c(o-oi:<me de' miei padri a,icora) ,a,a. so11io che, se lo sguardo figge in "" volto, q11elt·olto sf scolora; e dalle vl11telal>bm esce il set11·tlo c!ie il c/101' chiuso r.orrebbt.... O tiella femmina vol11tt11os(l, serpe11li11(t e tortile come il tuo l>O", ver questa v'11tail vallido tuo viso dfca quel cho a te m\ a,l aUri <licesti mal: l<t verifl',, tirn vera: ,ma ro~ltdivim,, elle In scuola ,ltl tmmrlo co11tr<1//"ece, del1t1·1>lJ 1 t·iclusse a stampo: ,mo sp,·i:ua,· di sangue t"ermiglio, al colpo d'u,ui lama corta. La nota " zlnJ,Caro,.ca"'quivi Intercalata di pn!l;iAggio, è uno do' motivi dominanti dol volume, e sempre è con– testa di froschl1slme lmm1tginl: t:bbi. u,i piccolo ci10 di sog11a11te (Hw1bma,b,·011:eosollo il 11trocasco ,lei ricci. Motltdai ,iel gergo basco le canw11i del r:mlo e delle pi<mte. Due st,·accl 111 c,·oct ml face,:a,, btlla; il mio {lato sapta di ff,or silr:a110: per 1m soldfJ,11elpalmo della ma110, le88i la b11011a t la mala 11ordla. Lavai, ca11twulo, I pa,mi alle sorgmti boschh-t, e fui 1\"<111slc1,a gioco11da. che mt11lre lai:a 8ptccMasi 11elt'o,ida, sorridemlo a' suoi glauchi occhi luce,iti. /Abera. 1>rf11cipessa della temiti gito11a,a 11otte 11ot•erafnei cieli gli mitrf, e compost co11 btm si-elti steli magici-bevtn,ggi. di {(!(J{Jtml<t. Nell'a/be f1'e6clie 1 fra l'aulit· <lell'erb<t trnova, onwl te mie trecce di monete limwla - e v'era chi- la11g11i<, per sete della 1111(1, bocca: - lo l'i1Ticleco, acerba..... Ma vtm11e 1111 giorno chi mi fece 11mta sollo il s110 tx,cio. - P1ii 11011 so chi fosse. - llit°e<lo,a lampi, qutllt labbra rosse fra la lttrba cht paas<ie che sal11ta.

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