Critica Sociale - Anno XX - n. 20 - 16 ottobre 1910

312 CRITICA SOCIALE statl\ziono: le Puglie. E, nell'ambiente sociale delle Pu– gile, giova portare un esame più attento. Le Pug\ie 1 se nella zona che conflua con la Basilicata hanno qualche somigllaoza con essa, in tutto Il resto presentano caratteri particolari 1 che no ra11110 un paese a(l equilibrio eminentemente instabile,. Tre sono i tipi agricoli che vi predominano: nella zona litoranea, sul– l'Adriatico, troviamo paesi di antica colonizzazione, con proprietà frazionata, con coltivatori stabili, o con emi– grazione transoceanica che sfolla il mercato di lavoro non appena si manife:;ti in cri!1i pletorica; nella zona a grano, cho oecupa sp;?cialmento il 'l'avollere delle Pu– glie, la colonizzazione ò recente, con prevalenza della grande proprieta o do\ salariato i nella zona a ,•!te, dif. fu9a generalmonlo nel Barese, la colonizzazione è J)Ure rccento 1 la grande pr..lprictà è domii1anto, o i c1nta– dini, se hanno anche minuscoli rtJ)pezzamenti di terra in amtto, sono però in prevalenza salariati. 1n queste due ultime zone - la zona t\ grano e la zona a vite - i caratteri sono prossochè Identici e danno il tipo di tutta la rt1gione. Grandi masse di salariati, abitanti in centri urbani cti considerevole ampiezza (Andria ba f>O mila abltantl !/, occupati In lavori agricoli che non ,ri– chiedono una prestazione continua; perciò SJ)Ostamento continuo di mano d 1opera da ,plaga a plaqa, qui per la mietihra, là per la vendemmia; correnti migratorie In• terne, che si spostano con tacilltà secondo le vicende del clima e dello stagioni; poca emcacia dell'emigra– zione transoceanica sul mercato di lavoro; periodi di intensa occtJpazione e di squallida disoccupazione. " In questi perio1i di 4isoccupazlone - scrivo Il Pre• suttì - Il contadino si riduce in condizioni tristissime e spesso deve essere soccorso dalla carità pubblica, troppo grama perchè l'aiuto possa essere efficace e sensibile. La Lega dei contadini di F'oggia ha, nell'inverno del 1907, consumato i rondi, che ave,·a accumulati, per distribuire pane a credito ai contadini. Il Ministero dell'Jnlenio ha dovuto mandare sussidi in parecchi paesi delle Puglie. In questa regione, I bilanci comunali sono stremati e i contadini non hanno la risorsa di premere, come in Romagna, sulle Amministrazioni comunali e sul Governo, per rare eseguire lavori pubblici, cha procurino loro occupazioni. Ma, quando questi aiuti mancano o sono osauritl 1 quando il contadino ha 09&urito il modesto credito, che g:t lrn aperto il rivenditore, esso è ridotto letteralmente alla fame. Si mette a letto 1 allora, o vi sta due o tre giorni, attendendo pazientemente un'occa• sione qualsiasi di far denaro n ('). Ora, se tale è la Yicenda alterna del salariato pu– gliese, si comprende in quale tristo condiziono esso si debba trovare in periodi di crisi agricola. Se il raccolto dell'uva è scarso e la vendemmia richiede minore mano d'opera, la disoccupazione s'inasprisce. Le categorie ope· raie che vi,·ono sul raccolto dell'uva (bottai, carrettieri, facchini) entrano anch'esse in crisi, e dànno una tlnta anche pili fosca al quadro. Sebbene in questi ultimi anni il salario monetario sia cresciuto e le condizioni generali del contadino siano alquanto migliorate, la fame si affaccia tratto tratto con tutte le sue tragiche suggestioni. Ma1 per conoscere appieno l'atmosfera sociale entro cui si svolge la lotta delle classi in Puglia, giova ricor• dare un fatto di molta importanza. Nelle zone a grano e a vite, cioè nelle zone dove predomina il salariato, l'emigrazione non ha avuto un effetto molto sensibile sull'aumento dei salari. I salari sono cresciuti morcò l'azione concomitante di due fattori: la organizzazione di resistenza dei lavoratori e l'estendersi doi migliora- (I) Voi. 111, ·romo I. 1111q-. 29:,.116. menti agrlcoll 1 I ·quali hanno richiesto maggiore mano d'opera. Nell'ascensione della classe operaia non ha In– fluito, come altrove, soltanto un fattore, che per la sua importanza ha quasi I caratteri di una fatalità naturale, corno l'emigrazione, ma bensi anche un fattore dipen– dente dalla volontà umana: lo Leghe contadine. Da ciò un piìt vivo rancore dei proprietari, che attribuiscono il rincaro della mano d'opera esclusivamente alla coer– clziono organizzata del loro dipendenti. Tale essendo il complesso ambiente pugliese, la lotta dello classi si manifesta qui in forme più aspre. Le Leghe contadine, sorto rapidamente e rapidamente diffuso specialmente nelle 1.ono dove predomina il sala• riato, hanno recato una vera rivoluziono morale nella classe proletaria. Bencbè non tutte lo Leghe siano sorto per uu chiaro scopo oc~momico, benchè alcune - se- • condo riferisce il Presutti - siano state, se non fondate, certo age\•olato da fazioni borghesi rcr fini di lotta municipale (in Puglia le lotte municipali R,Onoaspris– sime e irosamente combattute), puro tutte, presto o tardi 1 haono Hnito Jler dare una nuova cosclen1.a al contadini, e per infondere in O.isl la viva fiducia nella virtù gran– dissima dell'associazione. u Per avere un'illea della fiducia, della hperanrn, che negll animi dei contadini può avere prod.,:,tto l'associa– zlone1 basta por mente cb'eni sono diventati irreligiosi. Malgrado la loro miseria, anche i sacerdoti sfruttavano la loro mostruosa tendenza ad apparire men miseri di quello che in realtà sono. Nes!-lunodi essi Yoleva che, avvenendo una morte In famiglia, Il morto vonhse tras• portato al cimitero scoza alcuna pompa, a spese del Comune. Volevano l'accompagnamento runebro 1 con l'io• torvento dei sacerJoti. .Ma,per ottenerlo, dovevano pa~ gare. Da che si è costituita la Lega, sono i Aocidi questa che accompagnano Il morto al ci01itero, s'intende gra– tuitamente. I preti furono banditi, e li bando è rimasto In vigore anche dopo che, vlstisi abbandonati, eni 11i erano offerti di accompagnare gratuitamente I morti,, ( 1 ). Naturalmente, di fronte a questo avanzarsi di una clMse, che esce dalla sua secolare rassegnazione e co– mincia a fllr valere I suoi dlritt\ 1 la eluse proprietaria si sente offesa e irritata. Lo spirito d'indipendenza dei contadini, la tenacia, qualche volta, più che ri11oluta, brutale, con cui dlreodono le loro conquiste, gli scioperi vasti, improvvisi, ostinati, con cui plogJno IO re 1islcnzc dei padroni, accrescono In questi ultimi un rancore sordo, una ostilità pugcaee o spesso violenta. Cosl molti proprietari pugliesi credono di non avere alcun dovere verso i lor,o dipende1>;\i. Il Prei 1 uttl ha raccolto questo fatto: In un Comune si doveva costituire una Associazione agraria di proprietari; alcuni pro po• sero di promuovere anche istituzioni di previdenza e di ar-isistenza poi lavoratori, ma la maggioranrn opinò do– versi lasciare questo c6mpito al Ooverno 1 ufficio dei proprietari essendo solo quello di resistere alle pretese del contadini. E come e quanto resistono! Scrive il Presutti: u l proprietari resistono ten!l,Cemente; abituati alla lunga tradizionale sottomissione dei contadino, non sono ancora persuasi che i contadini sono uomini corno loro, e temono che que~ta massa amorfa ed oscura di prole• tari insorga in qualche eanguinosaJacquerie, uecidenrlo, depredando, saccheggiando, de\·astando. Non solo è im– pressione mia, ma è impressione cbe ebbe anche il comm. Dalmazzo, ispettore generale, inviato dal Mini– stero a Cerignola in occasione d.ello sciopero del maggio 1907, che i proprietari di quel paese fossero in perfetta buona fede quando telegraf11rono a.Roma, denunzlando pericoli gravissimi per l'ordino pubblico e dichiarando (1 J Voi. lii, Torno I, p11g. r.,:l.

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