Critica Sociale - Anno XX - n. 20 - 16 ottobre 1910

Cl!l'l'fCA • ocr,1r.r,; ~I I troppi cervelli di s?cia!istl tedeschi, perchè possa p~rcrc del tutto arrischiata la previsione che il suo trionfo non è forse lontano: 80 non proprio nei voti dei Congrc_s~i med_csirn!, ~wi fntti 1 alla cui suggo• stiono, pos1t1va e 1dcaliet1cn l11sicmc anche la pili forrntl\ Ol'todossia è costrottn 1t 111:1,ro anelare n plegr&rsi. ' 0 1 O10\IAX~I 11ERI.ONI. LRHIHHOVRZIOHE DELM ZZ061DHHO Il. La fase odierna delle lotte di classe. La grnnde rinnovazione della struttura sociale del .Mezzogiorno ha attenuato, ma non dlstrutto 1 l'odio di clns110che fermentava da secoli. i contadini non sanno ancora dimenticare le violenzo di cui furoo·o vittime nella questiono del demani. Lo usurpuloni del signori restano nella memoria della po– polazione, vive, acute, lndeleblll; anz.1 1 si tramandano di generazione in generazione. crl•o Il Nilti: " Lunghi 8tr~Jci~hl di rancore fra borghesia e ploho rurale 80110der1vat1 dalla questiono dùmaniale. Dì quando In quando bieche esplosioni turlJnno l'ordine pubblico, dando luo;o perfino a ropreulonl sanguinose. Dagli In• torrogator1 1ml luoghi, la Commissiono d'inchiesta ha p~tuto constatare che, dovo la questiono demanlalo ò p1ì1 viva, sordo agitazioni covano uogll animi o si rile– vano In frasi siguificative che si colgono sulla bocca del popolo. Un contadino calabrese cl ha detto:• i briganti una ,•olta erano nei boschi, ora sono a tavolino 1 contadini di Matera si sono espressi con fiero r~n~ coro ri ('). Però anche qui Pemlgrazlono ha valso ad attenuare lo Ire, a divergere verso altri p:-obloml Il cocente ran– core del contadini. 11. Dove l'omlgraziono ò ittRta '(rande - cosl il Xitti - molto coso 1tono state dimenticato o f!JJosso gli odi 81 euno spenti i ma, dove l'omlgrulono non ha mutato lo 11plrlto o Il carattere della vita locale, gll odi sono tut– tula acerbi 11 ( 1 ). L'emigrazione ha anche Influito I\ Invertire la posi– zione reciproca delle claul In lotta. Un tempo, li si– gnore era padrone assoluto del contadino; il regime feudale el prolungava Inalterato aucho con leggi nuove o nello dato nuovo. Oggi, Invece, nel pae~i dì grande emigrazione, è il contadino che dotta I patti al padrone. .Non 11\vora che per un salarlo pllt alto 1 non accetta 86 non I contratti agr~rì che gli convongouo. Il proprie– tarlo dovo cedere, ma cedo con rnncoro; Il contadino considera la sua ascesa ln'll)Orata come una rivincltn, Da ciò nuove cagioni di odio, che però non prorompe, porcbà l'assetto nuovo, che si ò dotormluato con l'eml– grailone, disciplina la lotta dello classi con una rego– larità qua,I meccanica. Egualmente è avvenuto in Sicilia. Dopo il grande mo– •lmouto del l<'a.scie dopo la feroce repressione orJinata dal Crlspl, I contadini erano ripiombati nella pi1'1 squal• Ilda miseria. 1-; la miseria avrebbe preparato una nuova o più vnsta esplosione, se l'omlgrnzlono non a,•osso aperta una val vola di slourozza. 4' [,'emigrazione - nota Il Lorenzonl - sai ,·ò i con– tadini dalla disperazione o tutto Il pae8o dal riuoovar~I, altrlmentl lnoTltaòlle, del terribili rttttl 11 ('). t 1, \'Olllfflt' \', Tomo Hl, plg. ,o. l'> Ibidem. {1) \'olume VI, Tomo I, (Parie 111, I\' e \"), par. '31. SI riproduce CO!!Ì 1 nel llezzoglorno, quello che avvenne, rra Il 11'80 o li 1890 1 nelln bl\S81\,·allo del Po. 11 movi– mento dei contl\dlnl, sorto tumultunriamonte con rormo vngamonto ri,•oluzionarlc, come quello dei Fasci siciliani, o ropres!IO pure dalla reazione govor1mt1,•a, trol'Ò poi noll'ornlgrnzione al Brasile uno sbocco salutare. Con lo srollamonto del mercato del lR\'Oro, 81 rialzarono i sa• lari, si attenuò la disoccupazione, si svolse in forme piì 1 ordinato la lotta di cla,so. Dieci anni dopo, questo mo• vlmento do,•cva riprendersi con tutto le caratterbticho di dbclpllna e di consapevolezza dell'organizzazione operala moderna. N"aturalmente 1 le condizioni della Sicilia, le abitudini di violenza delle popolazioni o gli spiriti feudali dei prOJ)rietnri, non consentono cho si rlproducnno subito od osattnrnonto i caratteri del mov\monto agrario del Norrl d'Italia. Por quanto l'os11orlo111.a dol pn:Jsato e sOJJratutlo 11 grandioso fenomeno doll'omlgrazlono abbiano smor– zati molti odi 1 contenute molto JJR'Jslonl,educato ad abi– tudini su1>eriori l'istinto a.spro del contendenii, pure, qua e là, rispuntano, non a,l opera dello Leghe, ma di lndlYtdul Isolati, atil di violenza, quali Il taglio di ,·!ti, l'Incendio di pagliai, il ferimanto di krumiri. • Su questi atti - scrivo li prof. f.oronzoui con un alto son:10di equità - certamente rlprO\'evoli ma ISO· lati, eri OJ)ora più di singoli soci che non dell~ Lega in so 1ttOS!H1 1 non tii pub daro sennato giudizio so non te– nendo conto dell'ambionto o dell'ancor basso livello di Istruzione o di educazlono dello masse popolari. Nò si <love dimenticare che, a \'Olio, sono )lrovocati da corri– spondenti atti di ,·iolonza del dlpondonU padronali. Del resto, posslnmo con piacere con:,t.ataro che ,·a man mano formandosi una nuo,•a cosclemrn !il nei padroni che nel contadini; e che rantlca upr 1 ozza di lotia va miti– gandosi, per assumere formo pilt civili II e). Tutto ciò spiega come, da uno stato di agitazione por– manonte, el sia passati ad uno stato di relativa quieto. l,'ltalla meridionale non ha qua.si più folle che tumul– tuano, affamati che reclamano Il pnne, dimostranti che lmprocano o minacciano sotto lo eneo municipali. L'emi– grazione ha aperto una ralla enorme, donde sfugge tutta la materia umana pit'1 Irrequieta, di quella Irrequietezza terribile, che viene dalla dlsporailone. I rimasti godono i benefizi del!a rarefazione della mano d'opera o si or– ganizzano In Leghe, che Il educano e li rtiscipllnano non solo alla resistenza, ma alla proYldenza e alla coo– perazione. Il partito soclali'lte1.o Il partito cattolico (quo– st'ultlmo nella Sicilia e In Calabria) s'Incaricano di com– piere quost'opora dura. o paziente . [.'emigrazione giova puro a far superare senza scosso lo crisi agricolo, derivRntl dn flAgclll naturali. Da pa– recchi nnnl gli uccelli di cnUlvo nui:curio ripetono: - quost'nnno ò anno di fame, &l riproducono le condizioni del 1801'1, avremo tumulti o roprcs!llonl sanguinose. - Fortuoatamento queste tri-1tt profezie non si sono avve– rate. I conladinl, negli anni catth•I. emigrano in mag– gior numero; I rimasti 11rovvedono a superare la crisi con lo rimes,e degli emigranti. Co,)l :ii ristabilisce un maggior equilibrio nella vita economica del Jlezzogiorno. La vicenda dello stagioni o dello intemperie non scon– volgo 11lì1tutti i suoi strati eoclall, cho vanno acqul– stRndo una sempre maggioro olR!ltlcllt\. 1_.alotta rrn lo classi perdo lo forme selvaggio od assumo formo civili; la ro11rosslono ,iangulnosa 1 che tratto tratto pare\'a voler rl~J>rlre l'~ra di nuo,•o guerre sociali, si fa ogni anno plu rara. Uua aola plaga fa eccezione a questa consolante con• {') \'olu1ne \'1 1 Tomo I (Parre 111, I\' i, \'), pag. C,k-f:,T.

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