Critica Sociale - Anno XX - n. 20 - 16 ottobre 1910

3i0 CRl'l'ICA SOCIALE tizznzione e In socializzazione dello forze di scamhio e <li produzio11c. , Un tale voto è ditnque un fotto che litl un valore straordinario, o che si può considcrtu·o come il punto di partenza di un vigoroso e lnto movimento di propaganda in ftn•orc della cooperazione _g anche cade a proposito •nell'irnmineuztl della discussione dello stesso problema al Congresso 1wcialista ùi Mi– luno, dove 11lleconclusioni dell\Lltro di Copenaghen recheranno un forte o focondo contributo le rnaltÌ\ rigoglioso e promettenti della cooperazione socialista italiana, contro la quale mi pare che si siano O!-lCI'· citati invano, con nssalti critici e demolitori, alcuni socialisti ossessionati dall'incubo delle deviazioni, lit dovo è il conscio e 1>erse,·eranto sforzo di potenziare ed esprimere il \'alore e l'eflicacia di classe del pro– lcbuiato aUr:t\'erso lo strumento cooperativo. Intorno ol militnrismo e alle spese militari, taluno - e quest o si è veduto nei giornuli horghesi 1 tro1>pO interessa.ti per non pagarsi il lusso di perioliicho tllusioni - ha ritenuto che il Con:.;-resso di Cope • naghen ahbia se~nato un passo indietro sulla strnd1t di St.occHda. (luivi, infatti, fu votatn una mozione, la quale, prc,•edendo il caso dcl11t. minaccia di una guerra, faceva ohhli~o ai partiti dei paesi interessati, d'accordo colPUllicio Internazionale, che era definito come una forza. cli azione e di coordìnamento, di fare tutti gli sforzi per impedire la guerra " con tutti i mezzi ", che sembrino ad essi i meg-lio ap- 1>ro1>riati;e 1 noi caso la ~ucrra. fosse scop1>iata, SO· gnalava il do,,erc dei proletariati in gioco di farla cessare subitamente e di utilizznrn a siffatto intento " con tutta la propria energin la crisi economica e politica crenta llulla guerra per agitare gli strati popolnri pii1 prC'lfondi e prccipitnrc la caduta della dominazione capitalista,,. " Con tutti i mezzi "j nm quali? - si è domandata, al Congresso di Cope• naghen, hl delegazione francese. Non sarebbe oppor– tuno precisarli fin d'ora? E \"aillant a proporre lo sciopero generale " specialmente nelle industrie che pro\'\'eclono alla guerra i suoi llrncsi (armi, muni– zioni, trasporti, ecc.) 11 come " l'agitazione e l'i1zione popolare nelle loro forme pili attive:)' Nellu qunlo formula è convenuto pcrfettame11to coi francesi anche il leader delle organizzazioni opernie inglesi, Keir Hardie. Singolare riav,·icinamento, che dimostra 1>ii1 che tutto, al disopra delle 1>arolc consacmte od omesse dai Congressi, il progredire incessante e ma– gnifico della solidarietà operaia. Ma il Con,i:cresso- è noto - respinse quest'aggiunta all'ordine del giorno illustrnto dal tedesco J.eclebour e approvato dnl Congresso: l'opposizione dei socialisti della Ger– mania. riuscì a e,·iture quella specificazione tassativa. del principale mezzo di azione. Ma credete proprio che gli a,,,·ersari del sociu• lismo, che hanno sottolineato, non senz1t abbon– dante ironia, rnttcggiamento elci tedeschi, abbiano sia pure quulchc particella di ra~ione? Sono le illu– sioni di cui dicevo sopra, con cui essi si spassano, o che si prcndonQ spasso di loro. I tedeschi hanno giustificato lit. loro condotta con ragioni locali, di– mostrando che l'accettazione della mozione frnnco– iuglese (dico così per intenderci) non avrebbe ratto che esporre inutilmente tanti dei loro ai rigori e alle rap1>resaglie di una leggo odiosa. Ma essi ten– gono fermo il concetto di Stoccarda, pili sopra riferito; e si preparano frattanto a rlnre unil IH'0va tangilJile de)to spirito con cui intendono h1 missione dell 1 In– ternazionale1 rec1rndosi nel prossimo dicembre a Londra 1 per stringei:e pili intimamente i legami col proletariato inglese, e riaffermare a grande voce insieme con esso il proposito di cooperare, col me– desimo slancio u vigore, a rendere impossiblle ora e nell'a\'\'enire f!Ualsiasi conflitto guerresco tra l'In– ghilterra e la Germania. Il Congresso di Copenaghen ha. riav\'icinato ancora di pili i ln.voratori della ~•rnncia, dell'l'r1ghilterra e della Germania; laschrndo intravvedere la 11110\·a formidabile Triplice operaia, che costituirà. la vera. ed unica garanzia. della pace. Allora anche In proposta del nostro Uorgari troverà meglio preparato il terreno: grido precursore oggi, realtà domani. A Magdehµrgo. Qui la scena cambia: mn, per la. Germania, resta In medesima, o a un dipresso. Da dieci anni i Con– gressi socialisti tedeschi si rassomigliano anzi che no. Oal che si ,·ede che i Congressi italiani non sono i soli a dare una simile imJ)ressione. In foodo, tutto si riduce alla lotta tra l'ortodossia e il revisio)1ismo: stavo per scrivere il modernismo. La. parola, d'al– tronde, avrebbe reso tal quale l'idea.. li fenomeno è, invero, analogo. La tradizione si difende in ogni campo contro l'irrompere di nuove cQncezioui, di nuo\'i atteggia– menti dello s1>irito, riflesso del mutare e trasformarsi continuo delle cose, e dei fatti, creati mano mano dalle attl\'ità profonde della economia e della cul– tura. La tmdizione, la mani!L di generalizzare, l'in• tolleranza dogmaticR si recano mutua collaborazione, sono spesso_gli aspetti di una stessa cosa, forse una stessa cosa. Ma non di\'aghia.rno. A Magdeburgo, adunque, i socialisti tedeschi hanno fotto un altro processo: non pili ai bavaresi, questa volta: ma ai badesi, colpevoli di avere votato il bi– lancio della Dieta del Baden, allegando l'opportunità di sostenere il Ministero liberale contro la coalizione reazionaria. o clericale. E il processo è terminato con la regoline condanna. Senonclu\ c'è condanna ..... e condanna. La hor– g-hcsia comservntrlce tedesca stava nell'attesa di una espul8ione dei reprobi, e della conseguente rottura del granito socinlista tedesco. Invece l'espulsione non è venuta. Lo stesso tono della discussione, svoltasi principalmente tra Bebel, canzonatorio e paterno, e J<'ranck, deputato di Mannheim 1 che nutrì H suo di– scorso di molte ragioni positive, non lasciano dubbio sulla immensa forza coesh•a che è nel partito te– desco. D'altra parte i revisionisti avrebbero inteso principalmente, col voto del bilancio, di provocare nel partito ancora una volta un dibattito istruttivo sulla necessità di imprimergli un orientamento di libertà e dì autonomia, più consono alle reali con– dizioni delle vnric regioni della Germania. E il voto, con cui, all'indomani della condanna, gli imputati rl.el Raden ha.uno aoclamato ai loro giudici della Germ ania del Nord, ai J)russiani segnatamente, peT la eroica campagna diretta alla. conquista del suf– fragio universale che questi ultimi proseguono in– faticatamente, ò la migliore e~prcssione del loro stato di animo e delle previsioni che essi concepi– scono pel domaui. " Lotta.te - essi hanno Paria di dire ai compagni prussiani - lottate per la crea– zione di un ambiente meno feudale e più democra– tico; lavorate a togliere. la Prussia dalle strettoie feudali in cui si dibatte; e vedrete anche voi sorgere gli elementi e le hasi di una tattica meno semplice e monolitica.,,. Jn complesso, malgrado le apparenze tenaci, la Germania socialista attraversa una crisi profonda, che non è solo di rielaborazione dottrinale. Presto o tardi la necessità. di determinare la de– mocrntizzaziono del regime attuale le si imporrà: come si è già imposta a vari gruppi di essa: la Baviera ieri, oggi il Baden, domani il ,vurtemberg e l'Alsazia-Lorena, e così via. Crediamo che non nspetterà, per questo, a divenire " la metà più uno,,. Comunque, la convenienza di una. tattica autono– mista, che dai Congressi è stata battuta in breccia con sempre minore virulenza, è già penetrata in

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