Critica Sociale - Anno XX - n. 20 - 16 ottobre 1910

CRITICA SOCIALE 307 prese11la11za proporzionale ve11gafatto su larghe circo. scrizioni; e invita la Direzione del Partito a ò,·ganfua,·e al 1>ih presto, per mezzo di co11(ere11u possibilmente spe,•ime11tali e per meuo della stumJJa socialista, wi'atavri campagna di volgari;zazione e fU propaya11da della raJ)lwese11fa11za propo1•zio11ale. Dell'indennità ai deputati sembra cho il Helatoro si rosse dimenticato; la nel aziono ne tace. Solo nell'orlierno Ava,iti! (17 ottobre), con un breve ordine del giorno, la raccomanda all'a1.ione del Partito e del Oruppo ~ocialista o propone che alla spesa si provveda, occorrendo, con una equivalente riduzione della lista civile. L'ordine del giorno parla, ma supponifnno per semplice inesattezza verbale, di indennità varlamenlare, che compreuderebbe 1 quindi 1 il Senato. •*• Nello scorso Numero, pubblieando lo co11clusioni di Cabrini 1 di J3ussi e Tre,,es, di Ualdini e Vergnaaini e di iibordi, accennammo 1 molto sommariamente, al pen– siero centralo delle rispettive nela1.loni. Vogliamo ag– giungere qualche parola circa la Relaziono del Baldini e del Vergnanini, come quella che presenta una ecce– zionale importanza, sia per il tema in se stesso (Coope• razione e Socialismo) e per le molte questioni attuali a cui i.I connette, sia per il largo svolgimento {72 pagine) che i Helatori gli han dato e per la iui:iìgoe loro com– petenza, tratta dal la,·oro pratico lunuamente durato nel na,·onnato e nel Reggiano. Ond 1 è che tutti i dubbi, tutte le difficoltà, tutti I pericoli 1 cui le varie forme di cooperazione dànno luogo nei rapporti del generale movimento proletario e socialista, si riflettono in questo studio, che sembra ratto per temperare le tendenze as• solutistiche e i principi dogmatici, sia pro, sia contro la importanza socialista del movimento cooperati\·o. I/impressione complessivn 1 infatti, che si ricava da questa letturu, è insieme di cauto ottimismo e di scetti– cismo prudente. Fra le due tesi diametralmente opposte: l'una, che considera la cooperazione come una inutile, illusoria e quindi dannosa deviazione del movimento 1 in quanto sviluppa i gretti istinti egoistici e bottegai e tende a creare, nella miglior ipotesi, gruppi di operai privilegiati, stranieri alla grande corrente emancipatrice, sottraendo per giunta al socialismo le migliori forze di– l'ettlve, senza speranza alcuna di agevolare comunque le vere soluzioni sociali, dacchè, nel consumo come nella produzione, sal\'O per talune piccole industrie J>rosslme all'al'tigianato, o per limitati esperimenti in mercati poveri, o la<ldove soccorra il protezionismo dei Governi ad alimentarne il parassitismo, l'azione cooperativa è fatalmente destinata a soccombere sotto la concorrenza del grande capitale, e, in quanto resh1te, mantiene una condizìone di stasi economica e alimenta lo spirito piccolo-borghese dei lavoratori; l'altra, che ravvisa in– vece nelle forme cooperative, con la eliminazione degli intermediari e degli imprenditori, colla riunione ciel la• voro e del capitale nelle stesse mani, colla organizzn– zione unitaria della produzione e del consumo, il riflesso anticipato, e quindi· il germe o lo strumento, della ru-• tura società socialista; fra queste due tesi opposte, la Relazione dei due valorosi organizzatori tiene unn via di mezzo, tentando dimostrare come la cooperazione non meriti t1icet excès d'hom1eu,·, ni celte indignifé; come le generalizzazioni, in questa materia, siano pericoloso e arbitral'ie 1 e si dobba provvedere sperimentalmente, caso per caso, favorendo quei tentativi spontanei, quelle forme associative naturali, cbe i singoli ambienti consi– gliano e consentono, usurruondone i vantaggi, evitandone i pel'icoli, senza esagerare nè questi, nò quelli. Dimostrato come la cooperazione abbia vinto, col fatto stesso della sua tenace persistenza, le diffidenze origi– narie del Partito soclalista; lumeggiate le peculiari ca• rattel'istlche di cotesto movimento nei vari paesi e fra noi; la Uelaztone analizza gli ausilii che la coopera– zione ben condotta i,uò prestare - integrandola e con• tinuandola - alla resisteuza, i cui benefici sono presto arrestati e frustrati dalle l'ivalse che il capitale e la speculazione, rincarando le sussistenze, prendono sul consumo; sviluppando, con l'allettamento di vantaggi modesti ma immediati, il sentimento della solidarietà e talvolta creando lo strumento pl'imo del reclutamento iniziale orga~zzativo dovo il boicottaggio borghese lo r?nderebbe alt.rlmenti. impossibile; introducendo il mo– ,·,mento operaio nelF111timo dei congegni capitalisti e addestrandolo a manovrarli. Su questo punto la tesi dei relatori, battendo in breccia li sacro e quasi ascetico orroi_-odei contatti fra proletariato o mondo borghese, o aflermaudo nettamente che questi contatti" sono una necessità della rivoluzione 111 si tiene sul terreno dol socialismo positivo, contro il metafisicismo degli intran– sigenti f!lstematici. Convergo a questa dimostrazione lo studio della ge– nesi dello vario forme cooperative, nascenti - non tanto da astrazioni teoriche - quanto da necessità concrete di difesa 1 sia contro la spOCl1lazione<lei truck-syslem, sia contro lo sfruttamento del "caporalato,,, sia a rifugio delle vittime degli scioperi 1 della disoccupazione, della sottoproduzione volontaria, ecc. Ma cotesta riaUilitazione dello sforzo eooJ)erativo, como fenomeno necessario, nò vela al relatori il pericolo, giustamente denunziato, dello svilupparsi di egoismi o di antagonismi di gruppo e di categoria, che del resto sono propri n. tutti i mo– ,·imenti collettivi, non escluso quello sindacale, e che appunto il socialismo ha ufftcio di prevenire mediante la propaganda dei principi e la costituzione cli consorzi sempre pili vasti, coordinanti le Cooperative di lavoro e di produzione sulla base comune della Cooperativa di consumo; nè li induce a vedere nello sviluppo della coo– perazione la soluzione 1111/ca e clirelta del problenrn. so– ciale: bensì, pili modestamente, essi vi ravvisano uno strumento, fra i molti, di el0\'Rzione proletaria, e un avviamento a nuove forme so.ciali, accanto e in conver• gonza all'opera delle collettivizzazioni comunali o statali. Seguono un c11pitolo sul contributo che le Cooperath'e dì lavoro potrebbero dare alla redenzione del Mezzodì, un altro sulla legislazione italiana e le sue doflciouze; e l'opuscolo si chiude con alcuni dati statistici sull'effi• cienza della cooperazione in Italia. Nel suo complesso questo lavoro è 1111 coscienzioso omaggio recato alta modesta politica dei fatti, contro quella, piì1seducente, ma anche più facilmente ingannatrice, dei preconcetti, degli Apriorismi, delle teoriche generali, semplici~ticbe e unilaterali. E risponde appieno al bisogno di infor– mazione sincera, cho intorno a questo problema ha attualmente il Partito In ltalia 1 dove ogni conclusione asso!uta sarebbe prematura. . .. La Relazione cli lvanoe llonomi sulla Riforma tribu– taria riproduce in gran parto lo studio) pubblicato in queste pagine nei numeri di ottobre e novembre dello scorso anuo ('), concluden(IO per una ormai improrogabllo Tiduzione del dazio sul grano, por un pili redditizio ordinamento della tassazione degli spiriti, e per una tra~formaziono delle tassa1.ioni dirette (terreni, fabbri– cati, ricchezza mobile) nel senso di conglobarle In una unica imposta personale e progressiva. sul reddito - un quissimìle, generalizzato e sviluppato, dell'attualo tassa di famiglia - da clevoh•ersi interamente allo Stato, separando e abbandonando agli enti locali, sotto forma di vera imposta reale, a un dipresso quella che ò oggi la ~ovrimposta sui fabbricati e sui terreni; il tutto se• condo le linee tracciate negli studi dell'Ales:1io e del Wollemhorg o negli esempi <lolla riforma prussiana del )liquel, iuglese del J.,Joyd George, francese dol progetto Caillaux, o coll'effetto di sgravare i redditi minimi, <li diminuire le attuali elusioni dell'imposta, di meglio perequarla fra regioni e fra individui, e di permetterle cli secondare piì1 rapidamente e con sufficiente esattezza il notevole sviluppo della ricchezza, per modo da fornire allo Stato, col minor danno della pro,luzione e all'in– fuori dall'infldo torrono rloi dazi protettori, le risorse che gli sono necessarie pel soddisfacimento dei sempre crescenti suoi doveri sociali. La Relazione Bonomi, che accenna rapidissimamente ai recenti progetti Giolitti e Sonnino, e ha cura di e,·ltare tanto i particolari tecnici quanto ogni ~peciflcaziono di previsioni numeriche, non presenta al Congresso alcun ordine del giorno che no fissi e no precisi le conclusioni. . .. In mancanza della im,auo attesa Helazione Morgari, Al• cesto Della Seta, per incarico <li compagni rivoluzionari 1 tratta il tema Spese militari e antlmilitarismo 1 succes- (•) l'll' fa rl(onua dd /rlb11U (nella EJII.\Uotecadella Critica).

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