Critica Sociale - Anno XX - n. 20 - 16 ottobre 1910

31-1 CHl'flCA SOCfALE Ili. Il suffragio ai contadini. Quanli sono i contadini che votano? e oome votano? e quale ò il grado della loro maturità politica? e quali effetti sono da ripromettersi da un suffragio più largo o dal suffragio universate'?"Ecco altrettante interroga– zioni delicate, alle quali la voluminosa lnchiesta offre dati e notizie per una risposta, abbastanza prossima al vero. -"ri 1 ' _ Naturalmente, qui i dati 11000mcnp. 1 abbondanti che per le altre questioni. La difficoltà grande del loro ri– lievo, e la preoccupa1.ion0 di ciascun &mmissario dl– apparlre quanto più possibile obbiettivo, hR contribuito a rendere scarse quelle notizie, per le quali occorreva una specie di curiosità, diciamo cosl, politica. Cercherò quindi di integrare i dati dell'Inchiesta, traendone, con la maggiore imparzialità, le conclusioni piì1 chiare o più ovvie. Il Nitti, scrivendo intorno alle condizioni dei conta– dini della Basilicata e delle Calabrie, constata che po– chissimi sono i contadini elettori, a causa dell'alto anal– fabetismo, e poco e scarso il desiderio di acquistare il diritto al suffragio. u 1 contadini giornalieri, eseendo in gran parte anal– fabeti, non possono risultare inscritti nelle liste elettorali, o molti, che sono in condizioni di potervisi inscrivere, non se ne 'dànno cura. ,. ( 1 ) Anche fra i piccoli affittuari e i piccoli proprietari, bassa è la percentuale degli elettori, e - in generate - scarso è li desiderio di esserlo. Identiche constata– zioni si trovano negli altri volumi dell'Inchiesta, per le altre regioni meridionali, Però questo fatto subisce molte eccezioni. 11 Vi sono - scrive· il Nittt - differenze profonde fra Comune e Comune. In alcuni, le iscrizioni sono abbon– danti; si va n cercare i contadini, si cerca di istruirli alla scuola serale per farne elettori. Molti contadini, anche non più giovani, imparano quanto è neces~ario per divenire elettori. ,. ( 2 ) Talvolta la spinta non viene dal di fuori, cioò dai partiti locali In lotta che sperano di trascinarsi dietro i contadini e di farli strumenti della loro vittoria; spesso - come in Puglia t, in alcune plaghe della Sicilia - sono le Leghe che si accingono al duro c6mpito di di– rozzare i contadini per rame degli elettori. Dove, poi, sono avvenute usurpazioni dei demani comunali, gli organizzatori del proletariato non hanno difficoltà a far sorgere un vivo desiderio di ottenere o.Imeno l'e– lettorato amministrativo, por debellare gli usurpa.tori, padroni del Municipio. Ma tutto ciò ò l'eccezione. Ì•: reccezlone, cioè, delle plaghe, dove l'organizzazione socialista - come in parte delle Puglie e della Sicilia - e l'organizzazione clei-1- cale - come in parecchie zone di Sicilia e di Calabria - hanno avuto virtù di suscitare la coscienza degli interessi specifici della classe contadina e quindi 11de– siderio di tutelarli con l'arme del voto. In tutto il ri– manente Mezzogiorno, l'anima del contadino che non ha emigrato (gli americani sono una specie nuova che ba, come abbiamo visto, una psicologia superiore) è una vera tabula rosa, dove anche il concelto di suffragio - e, specialmente, del suffragio politico - non fa alcuna prosa, come l'acqua sulla roccia polita. È questa la ra– gione per cui l'agltazlone pel suffragio universale, benchè (') \'olume \\ Tomo llf, pag. 184. {r) ll; lld.em. sia stato. impostata dal Partito socialista come una ri– vendicazione specialmente meridionale, non ha saputo suscitare nel Mezzogiorno alcuna grande manifesta:done, con la diretta e vivace partecipazione degli Interessati. Ormai dovrebbe essere pacifico che la questione del suffragio n(Jn può essere, in Italia, risolta dalla pres– sione degll esclusi, sibbene dalle forze politiche, abil– mente manovrate, degli attuali partiti della democrazia. Ma, assodato che scarsls!limo è il numero dei conta– dini meridionali elettori, e scarso o nullo, in queste enormi masse d'analrabeti, il concetto anche soltanto crepuscolare della lotta politica, resta da ndere come votano i poclti contadini elettori, e quale è il risultato di questi primi esperimenti di suffragio della classe contadina. Anche qui sono da distinguere le plaghe - e sono purtroppo le più vaste - dove nessuna predicazione e nessuna organizzazione ha tolto il lavoratore dal suo stato di isolamento materialr, e morale, dalle plaghe dove invece le Leghe, lo Cooperative 1 le affittanze col– lettive hnnno saputo suscitare 1 nella plebe di ieri, i cittadini di domani. Scrive il Nitti: " Quasi sempre i contadini votano per rapporti raml– gliari o personali. Ma, dove I contadini votano o i par– titi sono In contesa, l'elettore è spesso adescato, circon• dato di cure. Qualche volta fa pesare l'adesione sua al partito. 11 Diramnto un questiono.rio per conoscere come votano i contadini, il Nitti ne ebbe risposte ch'egli stesso ri– tiene troppo pessimiste. u Alcune risposte dicono addirittura che Il corpo elettorale vota come vogliono i galantuomini. Un se• gretario comunale, ad esempio, ba cosi riferito: i ga– la11tuomi11i hanno nelle mani il potere e trascinano i contadini elettori dove vogliono. Un altro segreto.rio ba rirerito: gli elettori sono schiavi delle locali oligarchie. famigliari. Un arciprete ha sentenziato: li corpo eletto• raie dei contadini è serv-um pecus. Questi gludizì sono frequentissimi ,. ('). Questo notizie trovano conferm9r negli altri Commis– sari e Delegati tecnici dell'Inchiesta. Il pror. Marenghi, Delegato per le Calabrie, asserisce che laggiù II l'educa• zione politica ò tutta da farsi 1 e che i pochi contadini elettori si recano alle urne perfettamente ignari della importanza del voto, che si mercanteggia come rosse una cosa e non di rado sotto gl! occbl dell'autorilù. 71 ; e perciò conclude il suo giudizio, affermando Chfl' " ~t ò ignoranza o apatia generale nelle classi proletarie, am– bizione smodata e corruzione profonda nelle classi ele– vate{=) ,.. Il prof. Azlmonti, Delegato per la. Basilicata, rileva che, in ratto di azione politica ed amministrativa, 11 la grande massa dei contadini non segue sicuramente critert propri, ma si lascia guidare dai galantuomini(') w li pror. Lorenzoni, Delegato per la Sicilia, constata pure che i pochi contadini, che dispongono del voto, " ven– gono costretti con violenza più o meno larvata a met– tersi al séguito dell'uno o dell'altro parUto (•) w Il dott. Jarach 1 Delegato per l'Abruzzo e Molise, asserisce che i pochi contadini elettori " sono ovunque docili strumenti delle classi superiori II e che essi partecipano alle lotte amministraiive II senza alcun obbiettivo, se– guendo i proprietart coi quali hanno maggiori rap– porti • (~). tl) Volume V, Tomo lii, pRg. 1s,. (') Volume v, Tomo Il, p11.g.f.86. (•J Volume v, Tomo I, JlRQ". 229. (t) Volumo VI, Tomo 1, l'arte V, pag. 8!19. (') Volume Il, Tomo I, pag, 232.

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