Critica Sociale - Anno XX - n.13-14 - 1-16 luglio 1910

220 CRf'l'fCA SOCfALI•: doll'aml)iente esterno i l'aml)iente ha formato i diversi tipi di vivonli 1 o la lotta per In ,•ita ha provveduto a mantouoro in certi limiti tanto i rappresentanti nume– rici dei singoli tipi, c1unnto le specio stesse. Il concetto ,H Darwin ha appoggi di evidenza intuith'a nella filogenesi o nell'ontogenesi e, se il ragionamento disgiunto dalla documontaziono sperimentale a\'esse ,·a– lorc in materia, sGrobbo facile l)0nsnre e dimostrare, come anebbe potuto rare un metafisico cento anni sono, cho la teoria di Darwin deYe corrispondero necessaril\– mento ad una legge naturale. )la Darwin ha raccolto una larga documentazione su quello che sono lo ()asi della teoria 1 scegliendo esempi nel regno vegetalo ed in quello animate. Ora, il punto dol)o\o dell'opern da;winiana sta nella scelta dolio documentnzio11i 1 taluno delle quali, esami– nato cou ,;orcnità, o non provano nulla, o non servono n dimostrare l'influenza ctoll'nmblente esterno sulla for– mnziono della @pocie. DI (1ui f0riie ò derivata la raclle nccusa che il dnrwi- 1 nh;mo sia in llquitlazione o che l'oJ)era cli De Yries costi- 1 tuisca Il colpo pii1 poderoso a tutto l'odiflcio teorico delln selozlono naturale e della influenzo. dell'ambiente nella seleziono. Vedlu.mo sinteticamente quanto vi è di vero in tutto ciò. Il De Vries ò un darwiniano, in quanto non nega la evoluziono della specie: però egli osserva che oggi 1 allo stato attualo del nostro pianeta 1 il fenomeno che si Im– pone, o che solo pub os11crodimostrato con ineccepibili documtintazloni, non è la lenta trasformazione dei vt– Yonti eotto l'Influenza dell'ambiente esterno, ma la im • pronlsa mutazione dello specie. Noi regno ,·egotalo - le sue documentazioni sono tutte trallo di qui - ò questo Il solo rononieno che può spie– gare le formazioni dolio varietà o il costituirsi di nuo,•i generi. L'ambiente ha una Influenza. non dimostrabile. Noll'andnro alla ricerca dello provo della rapida mu– tazione. involontariamente ha dovuto rivedere i docu– menti dar\\·inlnnl, 0 1 pur son1.a nulla nego.re alla IogicitÌl della teoria ovolutlvo, ha nccortato che molti argomenti assunti da Dnrwin come 1>ro,·edella inrtuenza del mondo esterno nel trasformare le caratteristiche dei viventi, o nel farne comparire delle nuove, non provano proprio nulla noi senso dcll'ovoluzione, mn confermano sola– monte come ,·I sia stato un errore cli rilievo. La protesa trasformazione del cnratteri sotto J'ìnfluenzn dello condl1.loni esterne non è nelle piante se non l'er– ronea intorprotuiono di altri ratti: mutazione improv– visa, lbridismo 1 vlcinismo, sonapposlziouo numerica di specie prima rare, ecc. Valga un esempio particolare, che in mano a Darwin a,·eva servito come dimostrazione a sostegno della tesi ctell'influonza dell'ambiento esterno: la trruJformazione del malz amoricono noi Baden. U1tlntelllgonte botanico o coltivatore tedesco,il Metzger, a,•eva importato del mal1.americano in Baden verso il 1840. Seminato, crobbo bene, con normale sviluppo, ma non J>Otè maturare per lo condizioni esterne di tomperatura 1 e so• lamento pochi cariossidi giunsero a maturazione. I chicchi furono raccolti e seminati con cura; l'anno successivo ~i ot,bero cosl da queetl chicchi dello J>iante più piccole, con carloesldl brunlccl 1 con alcune lievi modificazioni morfologiche. r..enuo,·e piante portavano pannocchie che giunsero a maturazione, o negli anni successivi In pianta irrohust.l, lloviando interamente dalla originarla specie americana. Darwin no trasse la conclusione che la temperatura aveva agito trasformando I caratteri, e la pianta si era trasformata adattandosi alle nuove esigenze di ambiente. .\I a la conclusione ò orrata o se no può dare una prova sperimentate: Il nuovo rrumootono del Baden non era so non la risultante dell'incrocio tra il maiz americano e il proeslstonto maiz tedesco 1 e quindi si è attribuito all'adattamento ciò cho ò semplicemente un fenomeno di Ibridismo. .Noi sorgere dolle specie che paiono nnoYo, i fenomeni di questo genore (vicinlsmo, incroci non equilibrati, ri– torno di caratteri latenti, ecc.) banno una grande pre– \'nlonz11; o non può fl\r meraviglia che, ad una osserva- 1.ione superftclale, molti di questi fatti vengano scambiati per trasrorma1.ioni operatosi sotto Jllnttuenza del mondo o::1terno. Però Il fenomeno fondamentale che domina la scena della vita vegetale, per cib cho rlguarcla la formazione cloi nuo\'I tipi, ò la mutazione improvvisa. Do Vrles ha cercato di tracciare le leggi ed Il ciclo di queste mutazioni, ma 11 renomeno In se stesso è pili intere::1sante di tutte le leggi cicliche che possono rego– lurlo. ~: noto che le suo 1•rlme ricerche rurono eseguite su una pianta annuale 1 l'Oe11otllera 1 ed esteso poi a molti vegetali. Senza perdermi In particolari descrittivi, ria!lsumo il ronomeuo generale: se si prendono numerosi esemplari di una ))lauta a e si coltivano in identiche condizioni, all'infuori di ogni sospettabile influenza di ambiente, ad un tratto alcuni esem1>lari della pianta a devieranno e daranno luogo a varietà Improvvise, e qualche volta a tipi nuo,•I. Ciò, si noti, anche all'infuori di altre conco– mitanze, che spiegherebbero molto racilmente il reno– merio, come, ad es. 1 gli incroclamenti. Chi legge l'opera di Do Vrieil trova una mirabile do– cumentaziono di tutto ciò, ed io rimando coloro che hanno vaghezza di addentrarsi in queste prove alla buona ver– siouo del Raffaele. Ma, la conclusione è raclle a trarsi: oggi, in natura, non ò dlmostrabilo l'evoluzione, ma la mutazione della specie. . . Con quale entusiasmo tutti i reazionari del pensiero si siano attaccati a quost'opora, è facile pensar~. ~,.,u si ò scritto che lo. lotta per lo. vita era andata a rotoli? F:d ecco come l'opera dell'ateo Dc Vries potè sembrare un'edizione posUivista della imotea. Il che non ra specie quando si ricordi come, trent'anni or sono, dopo la di– mostrazione della partenogenesi, l'arcivescovo di Colonia corresse nel laboratori a chiedere se non poteva la par– tenogenesi dei protozoi servire di documentazione spe– rimentale per il conceJ)lmento di.... Mario. vergine. '.\la non occorre un grande srorzo per vedere che la teoria della mutazione non rivoluziona ancora, ma al pli1 aggiungo una nozione nuQva. De Vries dimentica un ratto: lo mutazioni improvvise aHengono in una cerchia ben circoscritta alle varietà, e non intaccano mal nè il genere, nè la specie. J I verlficaui delle mutazioni improvvise, la dimostra- 1.ione altresl che taluno documentazioni darwiniane sono errate o malo interpretate, non esclude ancora che tuttR l'ontogenesi e la filogenesi depongano, in maniera asso– luta, costante, 11er In \onta trasformazione dei viventi, attraverso la lottR per la vita e gli adattamenti graduali. J~a mutazione applicata alla costituzione del tipi vor– rehl)e dire la vita caotica, anarchlcamente rormantesi; o nulla sinora J)rova che cos\ sia stato. Oenerallzzare un fenomeno Importante, ma evolventesi

RkJQdWJsaXNoZXIy