Critica Sociale - Anno XX - n.13-14 - 1-16 luglio 1910

218 ùRJTICASOCIALE nello socictil, ndducono, cosl como e9se attualmente opo. rnno, nd altrettante selezioni a rovescio, ad altrettante degenerazioni; o scrisse quel capitolo terribile rli ve– rit:l che s'intitola: l'Utopia del v~·ogresso !... Altri iD\'OCO- forile iperbollzzando le teoriche di Schultze-Dclitsch H di altri economisti - credono trovar rimerlio al pauperismo con ogni specie di riforme, costi– tuite in scala cromatica, e sono com·ìnti <li poterlo to– talmente vincere! R una rosea illusione. Abbiamo vi~to, nell'analisi causalo del pauperismo, che vi è una categoria speciale di casi, (lipendento da cause connesso con 11orgnnizzaziono economica della società. Contro di essa è vano cozzare. l•'inchè le esigenze della produzione capitalista sono quali sono, sarr, ,,ano ogni tcntati\'O di distruggerne gli effetti. A noi non è concessa tale virtù promet{•a. Sltl restante dei casi, circa il quarto del totale 1 potrì1 spe– rimentarsi con successo l'opera di soccorso o di previ– denza, in fatti quei modi concreti che lo scienze econo– miche coneigllano. Ma, so alla radice del problema) e, corno fine ultimo, alla estinzione totale del pauperismo ,·ome feuomeno i11111w11enle ver ragioni <li orga11i:zazio11I' economica., \'O– gliamo mirare, l'obbietto della nostra attività pratica dovrebbe essere unico, o consento in ciò col Pantalconi: rimaneggiare le posizioni iniziali che, nell'equilibrio economico uni \ 1 ersale, porta con sò ciascun uomo ; darne ad ognuno di essi una uguale; rimuovere gli attriti che, !jotto il nome di selezioni sociali, capovolgono l'opera della selezione naturale nelle socieH,,e rar si che questa sola sia davvero la causa delle fortune umane. Forse cotesto rimaneggiamento potrebbe essere quello indicato da Enrico Oeorge. Certo, ò soltanto col far nostro il motto profondo di Bacone da Verulamio: ab imis fwulameulis, cbe noi po– tremo sollevare lo sguardo e Il cuore da tutti i pessi– mismi, e riaccendere in noi stessi la fede in una nuova umanità serena e gagliarda. ANCORA PER L'ANTIALCOOLISMO PRATIC Un mio articolo su la lotta antialcoolista ( Critica Sociale: IG marzo-1° aprile 1910) mi ha attirato una requisitoria del dottor Amaldi (nel fascicolo ultimo) alla quale devo opporre alcune rettifiche e conside– razioni. Il dott. Amaldì mi attribuisce una. opinione che io non ho: clie tutti gli antialcoolisti italiani sono degli intransigenti abolizionisti. Ora, mi bastava, a tacer d 1 altro 1 la recente polemica Arnaldi-Alle\'i nella Rivista Contro l'alcoofismo 1 per farmi sapere che esistono degli antialcoolisti non astensionisti. Anzi io posso abbreviare la mia risposta pregando il dott. Amaldi di rileggere le repliche del suo con– traddittore, il dott. Gio,·anni Allevi, al quale nessuno può contestare la competenza in materia e la cono– scenza del mondo operaio. Ma il dottor Amaldi, proseguendo, mi accusa di aver messo in dubbio la sinc~rità dei socia.listi asten– sionisti e di averli trattati per II una mascherata di cianciatori in mc.la fede,, o poco meno. Vero è che al dottor Amaldi: per sua propria dichiarazione, è sfuggito il nesso tra il capo e la coda del mio arti– colo. Ora, in questo nesso sta appunto la mia di– sco!pa. Anche ammettendo a p,.iori di essermi po– tuto spiegar male, non posso però credere che chi abbia letto senza prevenzioni il mio articolo potesse sentirsi offeso nei suoi convincimenti, anche se op· posti ai miei. Esemplificando 1 non credo che lo st.esso direttore della Orit-ic<t, il quale è, fino a. prova contraria. socialista. che è astinente e che ha corte– semente postillato in contraddittorio il mio articolo 1 abbia potuto pensare che io volevo " allungargJi una sonora lezione di sincerità ,,. Riassumo quindi lo schema della mia tesi. L'azione patologica dell'alcool è nota da molto t,f'mpo, l'azione fisiologica fu messa in luce solo negli ultimi anni. Perciò la patologia individuale e sociale dell'alcool ha influito da sola Rui postulati, su la propaganda e l'azione dei medici, degli igienisti. dei :,1ociologi 1 come dei partiti politici e degli enti pub• hlici, quando si sono occupati della difesa igienica delle classi povere. .\la i fatti. che lo fltudio della fisiologia dell'alcool lrn portati a nostra conoscenza, sono di tale impor• tanza e sono ottenuti con tale superiorità di met.odi sopra le ricerche che parrebbero in parte contraddirli: che. se anche la patologia alcoolica fosse più grave che non è. nulla perderebbero per questo della loro importania pratica individuale e sociale e del loro diritto a inttuire sui criteri della propaganda ant.i– alcoolista. Non si tratta solo delle proprietìt termodinamogene dell'alcool : naturalmente ogni sostanza. per essere un alimento. dee poter fornit·e calorie. F. a questo rnnno riferite le parole di Atwater: che l' Amaldi cita. pronunciate quando si conoscevano soltanto le proprietà termodinamiche dell'alcool. Nessuno sostiene che l'alcool possa sostituire illimilafame,ite gli altri alimenti. per il fatto che può fornire le equh·alenti calorie. Ma. eutro cerU Umii'i ben fissati. esso è utile nella dieta perchè, oltre fornire un gra.'n numero di calorie che l'organismo consuma risp<trmiando gli alimenti più complessi e accumulandoli 1 esso deter– mina molti effetti utili, effetti a lunga sca<lenza, che io ave,•o elencati 1 per quanto succintamente, nel mio articolo: aumento dei poteri digestivi gastrici, rispetto, sopratutto, alle diete cattive; aumento dell'assorbi– mento e della assimilazione di tutti gli alimenti e congeguente diminuzione della percentuale di perdite nelle feci; aumento della emoglobin~ del sangue; aumento del peso corporeo e della forza al dinamo– metro. li dottor Amaldi, dopo aver detto che non basta fare il conto delle calorie ma che bisogna guardare agli effetti lontani, non accenna nemmeno a tutti questi fatti, che pure egli conoRceva, non tanto dal mio modesto articolo, quanto dal lavoro di Albertoni e Rossi. Da questo lavoro egli può rileVElre che l'a– zione dell'alcool fu studiata n lunga scadenza, sopra intiere famiglie di contadini, tutti astemì per forza, ai quali fu data per trenta giorni una moderata dose di \'ino a ogni pasto, determinando il bilancio ma– teriale completo colle analisi chimiche dinfte, per cinque giorni prima di cominciare la somministra~ zione del vino, e durante gli ultimi cinque giorni del1a somministrazione, ottenendo i sopraenumerati elfetti. li dott. Amaldi si è proibito le citazioni, e poi ha citato una filza di libi-i e di autori. Senza voler di– minuire il valore di alcune delle ricerche citate, si potrebbe però, analizzando minutamente l'obbiettivo e i metodi di tutte, dimostrare che i metodi sono meno adatti e che i risultati hanno una portata assai meno generale e decisiva dei metçdi e dei risultati di Albertoni e Il.ossi. Naturalmente non est hic locus per una critica professionale. Ciò però che può es– sere detto anche qui è che la maggior parte delle ricerche citate dall'Amaldi sono anteriori a quelle che hanno studiato la fisiologia dell'alcool: che la maggior parte sono fatte con metodi insufficienti, che nessuna è fatta col metodo del bilancio mate• riale determinato colle analisi dirette e ccimplete, Questo per le ricerche sperimenta.li. Quanto poi ai

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