Critica Sociale - Anno XX - n.13-14 - 1-16 luglio 1910

:?16 CRITICA SOCIALE dei J>OVori, constatati nel 18!!1nelrl nghllterra e nel Oallee, i.· l.~W Oi-1; il tota lo della J>Opolazlonc,nello stesso anno, :!!l.000.000;ciò che fa 54 PO\'Oriper 1000 1 cioè 5 1 /t ¼• I.o cifre del pauperismo, 11orgli Stntl Uniti d'America o per In Pensil\ 1 auia, anche prendendo quello pili ap– prossimath·o del Ladotr, sono poco nttontlibill. On tutto cotesto cifre si può molto agevolmeuto de- 1lurre che il pauperismo sia andato crescendo; tuttavia un paragone fra le ,,arie opocho storiche è eempre ar– bitrario. In uu J)eriodo di 40 anni, però, dal 1° gen– naio 185$ al 1• luglio 1897, lo stntlstlche Inglesi et per– mettono di seguire atteutamento il fenomeno. E abbiamo che, mentre nel '58 si ba 8010 una media giornaliera di :!iO!ivagabondi eoccorsl a domicilio e nelle Case di la– ,·oro, nel 1897tale media ò di t 1.03-1.Un aumento, cioò, di i,oo individui al giorno in media!.. .. lndflghiamo anche, In baso nllo statistiche, flnchò ò possibile, lo causo del pauperismo. Crodo anch'io col pror. Pantaleoni che il miglior metodo d'indagine sia quello eseguito dall'inchiesta. ramigllare 1 compiuta sul m:1111,dor numero possibile di famiglie. Secondo una di questo Inchieste, su 100 ramiglie J>o– ,·crc, che non erano capaci di bastare a se stesse e do• ,,anno ricorrere ad a.iuli, 15 lo erano per la morte del capo di famiglia, da 5 a IO per malattia dello stesso, e ijl ha così un quarto del totale. Il 51 °/ 0, pili della metà del totale dei casi, ave,·a per causa un cambiamento di situazione professionale, che, Il pit'1delle \'Olte, prendeva l'aspetto di disoccupazione, talvolta un elevamento ge– nerale dei prezzi, tal altra Il deprezzamento di quella dato. opera che solo un determinato individuo sa offrire, cioò della mano d'opera speciale. Si arri va cosi ad un Lotalo del 76 ¼; più dei tre quarti del totale rlei casi. 1.,•a1troquarto, o poco meno, del casi, era costituito da una zona inqualificabile, formata clisfortunati, \'izlosì o ,·la dicendo, pei quali non era possibile assegnare una causa unica e certa della povertà. Questo cifre sono accettato dal Pnntaleoni 1 dal quale dirottamente lo tolgo. Da es.~esi deduce inconfutabil– mente che, In modo sicurissimo 1>eltre quarti del casi, e anche per quella categoria Incerta che l'inchiesta cla:isifica come "sfortunati n, la miseria è indipendente affatto dalla i·olonta o dalla colpa individuale dei poveri. Questa illazione non può onere attaccata rl'arbitrlo. Se per il 20 e per il 2f> ¾ dei casi, in cui la miseria era generata dalla morto o dalla malattia del capo di famiglia, non si può incolparne la società ise non riso.– leudo alla organizzazione indlvldualislica di essa i por scoprire le cause concrete del 51 ¼ del casi di miseria, in cui l'incbieeta ha accertato lo cauito come dipendenti da disoccupazione, o da sopravalutazione dei beni eco– nomici, o da svalutazione della mano d'opera, sole o concomitanti, bisogna, per necessità logica e di fatto, analizzare I metodi o le esigenze della produzione e della distribuzione della ricchezza In questo nostro tor• montoso pertodc, storico. fienonchè, tentare, sia pure fugacemente, l'analisi com• piota dell'organizzazione economica attuale in rapporto al pauperismo, entro i limiti lmpostimi, sarebbe vano conato. Accennerò di sfuggita a qualche primo principio: tenterò i temi principali clella elnfonia !... Ì•: teoria ormai accettata dagli economisti ortodossi ed eterodossi quella della disponible ù1dustrielle Reservear- 111ee, come la chiamò, con uù misto di tedesco e di francese, il 1Uarx 1 che vide in essa la legge di popola– ;done specifica della società capitalistica. Questa, perchè pos~a mantenerii In vita Il auo,alstema di produzione, ha bisogno di una quantità più o meno grande di indi– vidui affatto inoperosa, disoccupata. Funzione necessaria di essi è di tener basso Il livello generale del ealarlo, cosl da lasciar libero Il maggior margine possibile, In ogni momento, per l'Interesse e per il profitto, e, iu se– condo luogo, di ossero sempre pronta a rientrare noi I quadri della mano d'opera occupata, quando, ordinarla• mento nel periodi che prececlono le crisi, la produzione capitalistica, che procede necessariamente a sbalzi per massimi e per minimi, al anin a toccare un massimo. Alla creazione di cotesto esercito Industriale di riserva pronedo quel fenomeno, che In ~conomia si chiama la legge dello macchine, illustrata anche, da Marx, secondo In quale l'introduzione o l'uao crescente della grande industria produce un i11creme11lo relativo continuo della parte costante del capitale, di quella cioè investita in mozzi di produzione, a danno della parte vm·iabile <li osso, c\oò di quella inveatita in salari. Ora, la do111a11da rii lm:oro <1ssoluta, che ò un capitnle determinato, es– sendo proporzionale, non alla grandezza assolllta, ma alla grandezza va,•iabile del capitale, che sola si scambia con la forza operaia; e diminuendo sempre, in modo ,·elalit'O s'Intende, questa parto variabile di esso (l'Eco– nomia moderna direbbe capitale circolm1te, in contrap– posto al capitale fisso); si richiederebbe un sempre più rapido aumento del capitale per procacciare lavoro a una popolazione crescente. Cotesto aumento però rendo sempre più efficiente la legge del cambiame,ao del cci– vitale i-ariabile in cavitl,le coslaute, e Il proletariato pro– duttore si evolge di continuo nel cerchio tantalico, ge– neratore della "disp<mible it1d11striclle llestrvearmte,,. Questa, in brevi parole, la teoria delle macchine e. dell'e8ercito industriale di riserva, già lntuìta dal Si– emondl e dal nfcardo e attorno a cui 1d ò adoperato ianto vigore di critica. Critica non soverchiamente ror– tunata Invero! Un moderno economista olandese dei maggiori d'Eu– ropa, Il Pierson, non sollecito certo dell'economia mar– xista, non può che ritenere giusta l'affermata modiflca– zlono continua della proporzione del capitale circolante rispetto al capitale flsso; e, riducendo la critica ai mi– nimi termini, si limita a dlre che, alla On del conU, 11 aumento di capitale Osso significa maggior produttività delle Imprese; questo aumento, nel suo effetto, ò iden• tlco alla maggior rertllità del terreni e, a lungo andare, va a rnntaggio, non solamente. del capitale, ma anche del lavoro w In termini pl\1 correnti, Il maggior profitto del ca1•ltalista, coll'andare del tempo, Yerrebbe inveatlto In altrettanta domanda di lavoro nuovo. Ma Il Labriola, noi suo ultimo libro sul Capitalismo, in una serena ana• lisi aclentiflca, è venuto a documentare, sulle cifre del Chlozze.-.Moneye del prof. Marabal, non sospetto dav– \'Oro, la tendenza costante del capitale ad allontanarsi dalla fabbrica a misura che progressivamente s'accentra. Spigolo qualche cifra: Il Marshal ha notato che rorso 100.000.000 di sterline sono spesi annualmente dalla classe lavoratrice e 400.000.000dal restante della popo– lazione (classi borghesi) dell1Jngbllterra, In una maniera che non serve a rendere lo. vita più nobile e più felice. E Il Chiozza-Mouey calcola che, ae il complesso degli investimenti inglesi all'estero, che si calcola ascendere a 1.800.000.000di sterline, Investite In Impieghi mercao– tlll e ftnaoz\ari, fosse rimasto In patria, il reddito com– plessivo dell'Inghilterra 88.rebbo cresciuto di 50 milioni di sterline all'anno, con up. miglioramento non Indiffe– rente della condizione degli operai e una diminuzione della dlaoccupat:ione.

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