Critica Sociale - Anno XX - n.13-14 - 1-16 luglio 1910

2!0 ùHITICA SOCfALI•: La nostra leghdnzione in favore della cnsn popolare si ò proposta di\•ersl scopi: dare caso buone, rispondenti n certe normo, favorire il sentimento del risparmio o della 1>rO\·idenza 1 e sovra tutto portare un'nzione benefica sul mercato della cni,a, concedendo taluno esenzioni n quelle che dovevano considerarsi II case popolari ,,. !.'ul– timo scopo era il pili evidente ed il piì1 importante, e nello spirito della legge dove,'a avere un valore non solamente immediato o transitorio, mu continuativo, im• pedcnclo o limitando quell'aumento di valore dell'area e ciel fabbricato, che \'Il a tutto beneficio del par'lrone, che nulla fa per cleterminnrlo 1 e a detrimento dell'inquilino, che non può sfuggirvi. Non entriamo nelJlannlisi della legge, per ,,edoro se le risoluzioni adottate sono proprio le migliori i e soffer– miamoci piuttosto sullo vie grandi, proposto per raggi un• gcro gli scopi. La legge propone, o difenlle 1 vari tipi di associazioni e cli enti, che sì propongano di risolvere il quesito pratico della casa popolnrej o, al di là della divisione 1lolla leggo e del regolamento, si potrebbero i tipi rag– gruppare in duo: quello che hn un vero scopo di utile co\lottivo 1 o quello che sovratutto si traduco in un utile diretto 1101privato o di pochi privati. La legge ò stata per entrambi i tipi ugualmente benefica; e forse si ò illusa che dovessero sorgere e fiorire, tra l'entusiasmo generale, gli Jstitutl autonomi per le case popolari, Istituti che, mentre otrrivano alloggi a prezzi moderati, permet– tevano nell'avvenire di formare veri pntrimoui immobi– liari collettivi, pei quali ogni plusvalore di area o c1i fabbricato si sarebbe potuto evitare, Gli Istituti sono sorti, ma non accennano a prosperare, e la colpa - siamo franchi nel dirlo - non è dei con– servatori: è di tutti, e 1 prima cho d'ogni altro, di coloro che delle futuro case do,,rebboro fruire. Invece sono prosperate e si moltiplicano in 1podo grande (vorrei dire sproporzionato alla preparazione) lo Cooperative per la costruzione di casino o case od alloggi, destinati a passare in proprietà ai soci dello Coopera– tive, col metodo dell'ammortamento semplice o di quello assicurath·o. Nella sola Ji'irenze sorsero iu pochi anni alcuno dozzine di tali Cooperative, e più decine ,,anno s:orgendo o sono sorte a noma; talchè chi guardasse superficialmente il lJrOblema potrebbe anche credere che è uato in Italia un imJ)rovviso, immenso entusiasmo per l'estetica e por Pigione della casa. J n,·eco 1 so ciò ò ,•ero in piccola parte 1 in grande por– :done quanto va accadenclo non ò se non l'espressione 1lell'unh'ersale tendenza al possesso. Nessuna malignità: se ciò accade, ò perchò de,·e accadere, ed è bene accada; O\'O comincia il male, ò nel credere che il movimento indichi una ttrande nuova coscienza collettiva. Scrh·o per esperienza personale e potrei citare a doz– zine i casi. Ecco come per lo pila sorge una Cooperativa: duo o tre impiegati intelligenti hnnno compreso i van– taggi della legge sulle case: prestiti a tasso modico (4·4,20-4 1 25 %), fatti con uua larghezza cbe la legge porta al ;/ 10 del valore della futura casa e che una perizia sapiente (non eping-o forse la leggo a queste perizie sapienti, permettendo la messa in valore dei terreni quando sono costrntti ?) ~a portare agli 8 e ma– gari ai '/ 10 ; €Sanzioni di tasse e di gravami; poche restrizioni di carattere tecnico, eh<,permettono di rendere popolare anche una palazzina appena un po' modesta; e, come garanzia, una aliquota di capitalo sociale tal– volta irrisoria, e, nei casi migliori (ammortamento assi– curativo), rappresentata da una polizza cli nsaicurazionc sulla vita 1 il cui premio, sommato col tasso del prestito, non supera quel 1,r,o 0 ✓,;, che ò su per giì1 il tasso del rnlore locativo, I duo o tre intelligenti trovano venti amici propàgan– dabili1 fondano la Cooperativa, scelgono un terreno più o meno buono che si paga 2-8-5 lire il mq. e che sarà poi messo in yalore, stipulano con un ente di previdenza autorizzato al credito un compromesso di mutuo, o le case crescono ... e, come accade spessissimo, una parto della casa è sapientemente subaffittata a uno o due Inquilini, i quali avranno le camere ai prezzi del mer– cato ... cooperando così ad ammortizzare la casa a bene– ficio del cooperatore. Ecco, In tal maniera, elle gli intel– ligenti hanuo trovato il modo di costituirsi (colla coope– razione dei più po,·cri) un piccolo capitale Immobiliare, attraverso la legge 1 senza in fondo risOl\'ere ciò che la legge vuole, se ne togli il miglioramento dell'alloggio. Non sempre avviene così: e tRh•olta la ca!.la servo esclusivamente a colui cho l'ha fRUa costrurre; ma molto spesso (si vedano tutte o quasi tutto le innumeri casino sorte e che van sorgendo a li'ireazo e parte cli quelle (11 noma) fin dall'inizio è calcolato sapientemente Il subaf– fitto, come elemento redditizio da porsi all'attivo della casa. 11 che è tanto ,•oro, che talora lo stesso in,lividuo, compresa la utilità di sfruttare la casa, si fa socio di due o di tre Cooperative: e, se, por acci lente, glì statuti IO ,•ictano 1 gira la posizione, facendo flgurare come soci la moglie, o il flglio 1 o la sorella. La legge necessari amento ba dOYnto concedere il sub– affitto; ma in questo punto debole comincia il perverti– mento della legge. Chi seguo da vicino lo sviluppo di questi enti non ha dubbii: e:-1slfiniscono spesso coll'es– sere arncai di un piccolo ruturo sfruttamento sugli i11- quilini1 non diverso da quello che oggi si lamenta. Il benoflclo, anzichè su milio padrooi di casa, sarà portato su dlecimih\j nrn 1 nella sua essen1.n, il fenomeno rimarrà tal quale. Accade a Roma. che qualche professionista (come mi corrono i nomi alle labbra!), pure possedendo palazzine o case, entra nelle Cooperati,•e, acquista coi soliti lenti ammortamenti un alloggio o una eHina, sin dall'inlzlo destinati al suballltto, .... o le consei;i;uenze ai intuiscono. 'l'utto ciò non ò ancora viola~ione di legge: al più, al piì1, può essere una maniera per eludere gli scopi della legge, ma è perrettame11te legale e corretto i cd io, nei rile,·are il fenomeno, non sollevo nce"use,ma voglio sol– tanto rendere evidente la facilità colla quale uua legge buona può di\'enlare strumento alla continuazione <li un male che si voleva. riparare. Vado oltre: questo Coope– rative, non ostante i diretti ricordati, aouo utili, perchè indicano a tutti la via da seguire o perchè spingono al risparmioj ma 1 nella loro genesi, dicono il fallimento vero o proprio che -ha atteso la casa collettiva nel 11lgniftcato esatto della parola. Tra pochi anni, aah·o il po' di lavoro dei Municipii e degli Istituti autonomi che non saranno io ogonia 1 delle case destinate a restar patrimonio dell'ente collettivo non si parlerà più; soltanto la casa (non monta ae isolata, o ad appartamenti plurimi con plurimi proprietari) de– stinata a pfl9sare in proprietà privata trionferà, o ai perpetueranuo così i dolori dei plusvalori locativi e del somistrozzamento dell'inquilino. Rimedi, non ne conosco: ma una conclusione mi pare logica e la faccio presente perchè sia discussa, quando, tra breve, verranno in diarusslone i ritocchi alla legge dello case popolari: vi.sto e considerato che solamente trionfano e si estendono le case destinate a passare In

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