Critica Sociale - Anno XX - n.13-14 - 1-16 luglio 1910

CHITICA SOCIALI•: quando l'emigrazione avrt~ prodotto maggiori benefizi oeonomlci degli attuali. Corto è che, se non nello sue lince generali, qua e là l'omigrazlono ò andata sco– mundo nnche da noi, per quello cnuso appunto di cui Il J,'orrarls metto in dubbio Il valore. Oiò. - l'abbiamo notl\to più volte - nell'ltnlla Hettoutrionale e centrale, dov'ò stato più forte il l'lnegllo economico, l'emigrazione prevalente, o di gran lung11 1 è divenuta quella tempo– ranen, la quale non rapprnscnta agli occhi di alcuno niente di male nè di pericoloso. Si chiama emigrazione questo movimento perchè passa Il confine 1,olitico, ma In fln dei conti non si differenzia dal movimento che normalmente aniene nell'intorno di ogni paese tra re– gione o regione. ~on pertl\nto,ln alcune provincie - cl, Uamo, ad esempio, quella di Trovh1O- non solo è cessata l'omigraziono transoceanica, ma anche quella tempo– ranea ò andata diminuendo, di\ cho sono sorto industrie locali o l'agricoltura si ò S\'ilUpJ)ata o perfezionata con eisteml moderni. Sicchò non ò affatto da credere, come credo il Ferraris, che il movimento emigratorio costi• tulsca per noi un renomeno di carattere fatale. ... Xon per cìò crediamo eia il caso di dormire fra duo 1JU8t1clalle di abbandonare Il movimento a se stesso. Se que11to,come dicemmo, ò destlnalo 1 crescendo, a uc– cidersi o a menomarsi, o, In ogni modo, se, corno ritiene anche l'on. Fortunato, attualmeutc 1 (1U'i11(11ori <lell'emi– [J1'azim1e, 11011 ,~ vossibile 1111'e//icace politica di fempera– nm1ti rhe ripari alle srenlure del Mezzogiorno, do,·ero dello Stato è di secondo.re Il corso del renomeno, por• tandolo Il pili presto possibile a maturità. In conclusione, occorre non solo tutelare l'esodo dei lavoratori, ma age– "olarlo1 migliorarlo, renderlo più profteuo, il che al potrebbe fare con una lllumiunta azione nnehe all'In– terno, olonndo il Yaloro morale del nostro emigrante. A questo scopo, una buona campagna contro l'analfube• tismo sarebbe tutt'altro cho Inutile, specialmente so non direltn alla diffusione del solo abbici, ma anello di rudi• montali elementi di igiene, googratta economica, ccc.(') Un'opera esplicata in tnlo senso, mentre sarebbe resn molto piì1 facile oggi dal vi \'O desiderio dell'istruzione che s'è destato nell'Italia meridionale o cbo ò uno del mlgllorl frutti morali doll'omlgrnziono (=), renderebbe d'altra parte più proficuo n sò od al paese il movimento di cui si tratta, e, se non altro, leverebbe di mezzo il più efficace pretesto ehe ogiri hanno gli ego!smi stra– nieri per contrastarlo. F:, sempre all'interno, occorrerebbe usufruire nel miglior modo dei vantaggi economici dell'emigrazione, mettendo n profitto) nell'interesso dei lavoratori, i mi– lioni cho essi portano o mandano in 1mtria, e che oggi unno a finire in gran parte nelle tasche della inoperosa borghesia. .\la, sopratutto, 110 si vuole che I frutti dell'emigra– zione non vadano dispersi, ma concorrano a formare quella propizia condiziono di cose che renderà inutile il movimento, è a difesa della libertà, della personalità. giuridica o politica del la,·oratoro meridionale, ebe un Governo saggio e e\vilo (l)vrebbo o!:!plicare la sua azione. L'emigrazione ,·era e propria, quolla che si svolge noi Me1.zoglorno, presentll nello auo cause o nei suol 41 1 :-u •111t>stocoucelto cl 8olf<'n11n11m10In un ttllro 1trll,:olu. \'cdl /'ti• l't;,/ut'(l:lo11t u,momi«i 1/tl 001w10 in Ci-lllt:11 Sor1a1,, 1° glugnu 19M, ( 1 1 \'. /I Pl'Qb/tlllCI de/Ili ,'k,,0111 l'opoho-e hl 1•,·011lt1t:i(I tlt Rt(l(IIO 1'11/atwitr, 1telazlone dcll11.Comm1u1011c 1nvl11.ta dllllll SocLerM floren• t1n11per l'l!llruztone popaluc nel 11euoglorno - In ,\"11or<1 ,rntoltJ!1U, del 1• felJl)rAIO l!UO. otrotti, o:tro che un problema economico, un importante problema morale, che non richlo1le, por essere risolto, il danaro o solo il dannro, mn. 11aplooza ed amore. Tutelare il lavoratore all1estoro e lasciarlo in patria in balìa dello camorre locali, equivalo davvero a un J)Orlcoloso incitamento all'omlgrazlone, o ad una omi– grazioue senza ritorno. Purtroppo sinora l'azione dello Stato non si è 1;,splicata eho In questo senso: pcrohè, mentre si sono sanciti uri provvedimenti a dlfesa degll emigranti, niente 1:li ò ratto e si fa in ravore di chi, non a,·endo emigrato od essendo tornato in patria, va 1,ure soggetto a sfruttamenti, soprusi o vessazioni maggiori doi suoi compngni cho el tro,·ano all'estero. F;d ò con proronda amarezza che dobbiamo cor.stataro come l'ostra• clsmo agli analfabeti, cho por ora In Ameri1;a costituisco soltanto una minaccia, rappresenta da noi un ratto reale a tutto danno del popolo, cho 1 sopratutto noll'ltalil, meridionale, colla scusa doll'abl)ici, viene escluso dalla ,·ita politica ed amministrativa, cloò dall"occupor.11i dol– l'implego ili grau parlo di quei milloul ehe egli sa ben guadagnare o regalare allo Stato, alla Provincia, al Co• muni, nonostante la sua ignoranza doll'alrabeto . F: poi si lamenti, e si motta magari al passho dell 1 e– migrazione1 come hanno ratto il 'J'arurn, il Do Nobili e il Lori, il generale disinteressamento por la cosa pub– blica di cui dànno prova I rimpatriati! Sfldo io! F~ssi sono posti nell'imposs\bllltà. di lntore,sarseuo, o quei J)Oeh\ che hanno modo di (i\rlo ricevono il trattamento ehe lo brillanti elezioni di Gioia dol Colle mleero In luce ultimamente. Le forze vive riel Mezzogiorno sono tenute al ba.udo dalla vita civlle 1 della quale non conoscono che I pesi o I fastidi. CoJtretto a ramlogare il mondo in cerea di pano e di libertà, anche quando ritornano in patria dopo anni o anni di ratleho o di suclori, o sognano un po' di pace e di riposo sotto Il cielo nativo, sono spesso risospinte all'estero dalle stesso angherie, dalle atesse flecalilà, dallo stesso per.rncuzioni che a\·evano voluto ruggire. " Sono stato per circa \'ont 1 anni a Buenos-Aires - diceva un meridionale semi-analfabeta ad Adolfo Rossi - di <IO\'etornai un anno ra. Quando emigrai da San Giovanni in Fiore, avevo 222 lire: imbarcatomi a Ge– nova, mi erano rimasti in tasca. Jodici soldi che buttai In mare. Arrh·ato nell'Argentina, cominciai a lavorare cor no auricolto re; poi, impratichitomi dell'allevamento del bestia.me 1 coi primi risJ)armi entrai ·socio in una ditta e, un 11ocoalla volta, gli affari andn.ndo bene, ml creai una dl!!creta sostanza. 1Um1x1trinto l'am,o scorso co,t due• ceufoseUa111<,mila lire, ·ve11ni, ti S. Oioc,11mt in J,'w,·e, col– l'idea. dL slabilirmivi, ma .,0110rimasto assai deluso. Qui SI l'A(IASO TltOPJ•J-: 'l'A!SSE... .Nos n:uo 1,'0UA Ili TOHSAI\•; IN A:.1t:1t1CA I' Lo tasso! J-.:eco il terrore dei la\'Oratori del Mezzo– giorno. Cno scrittore americano, citato dal Villari 1 par– lando del nostri contadini, rilevava giustamente corno siano diversis!limi da provincia a provincia, o non si possano perciò formulare su di loro giudizi generali, mt, come i,i ,wa sola cosa siano tutti uguali, ntll'essere cioè iutu schiacciati da u,·avi tasse. E il Vlllarl ag– giungo: " Ì•: purtroppo una grande verità. Sono le ta'lse ohe dohtacclauo IL contadino Italiano e lo ranno emigrare. Abbiamo sempre promesso di alleggerirle, e rimandiamo sempre la riforma ad un miglior tempo, ohe non arriva mal. A tutti si dove provvedere, meno ehe a loro ,,. Beata ingenuità. della gente dotta! Le tasse si alleg– geriscono dal Parlamento; ma In Parlamento i conta– dini, o specialmente i contadini merldionaU, che dànoo

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