Critica Sociale - XX - n. 6-7 - 16 mar.-1 apr. 1910

: JR CRl'J'ICA SOCI A i,F, IJollionc, nutrito da uomini di pensiero, era, strano a dir.si, soffiato eia monaci. Si sentiva il bisogno cliradicali mutamenti. Le mode straniero orano avidamente accolto por sro~giare coll'innata fa11aticaria siciliana. Por l'alleanza contro la l•'rancla, il Oovorno britannico tonova In Sicilia sedicimila uomini di truppa al comando di lord Bontink, o In.fl.ott11. ,toll'nmmlrnglio Nelson attorno alle coste siciliano .. Il Bcntink, J)er amicarsi le popola– :doni, ra,·orì la rirorma costituzionale sicìliana del 1 12 contro lo resisto:izo della Corto, fino a minacciare, con duro piglio inglese, alla regina Carolina, che dirigea la politica mentre re Nasone stavasi a caccia a la PlcuzzR: 11. Madama, o co:itituziono o rivoluziono!" Era strano questo contegno llboralo del nentink in Sicilia, mentro a Na))Oli il Nelson s'infnmava proteggendo la reazione borbonica contro i ri\•oluzioneri della Partenopea. Pnrvo chiaro che l'Inghilterra mìras~e a proftttare degli e,•ontl per rostaro padrona diJll'lsola. Il corso degli o,•cnti uou 1\\'endolo permesso, e!!11a si accontentò di Malta. JI Coni;cresso di Vienna reco abolire la Costituzione slclllana dol 1S12,perchò non rosso romite di ri,•endlcn– zlonl pOJ>Olari e di altro Costituzioni in Italia. Il Bor– bone, 1>orgiunta, so1•presso il Hc,:no di Sicilia, facendone un semplice dominio al cli là ciel Faro. Così ru pagata la ferleltà Hiciliana, che avea visto, senza ribellarsi, Il tesoro pubblico dilapidato 11orpagaro Io bande del cnr• dlnalo H.uffo uella riconquista dol porcluto regno di Na• ))Oli.L'Inghilterra dimenticò la protezione data alle lm• muniti'l costituzionali siciliano, o lo lasciò sopprimere dal fedifrago Borbone. nosla di ciò la fiera in\'ettivn, lanclnta dall'anima ardentemente patriottica di Nicolò Pahnerl al Parlamento Inglese o messa in capo alla " Storia della Costituzione siciliana,,. ... Quali conseguonzo sa.robboro derivate da un dominio inglese nella Sicilia, è ora racile intuire, senza cadere noll'ar1.lgogolo di Pascal sul naso dl Cleopatra. L'Inghil• terra 1 signora dolla Sicilia, avrobbo dovuto osteggiare li formarsi di un'rtalla unitA.,che, arrivando fino allo Strotto, anebbe suscitato lo s1>lritod'italianità nell'isola: vedemmo infatti le ostilità. inglesi per la lingua italiana. In ).latta. Xcll'aziono antiitalìaua l'Inghilterra si sarebbe associata all'Austria; o la Francia, che, per le minacce gormanlche 1 si arrestò a Vlllafranca nella liberazione del Lombardo-Veneto, non sarebbe scesa a liberare la Lombardia, se avesso trovato nuche l'Inghilterra a con• trastarle li cammino. Senza l'unità dell'Italia rìchlodeuto una capitale, rorso il J)otoro temporale dei Papi dure– rebbe ancora. Porò l'Jnghiltcrrn, non conquistando la Sicilia, si serbò alla gratitudine del popolo italiano por i grandissimi aiuti morali e la più valida simpatia onde poi ru larga nlla causa italiana. Liberata la Lombardia od anne~sa al Piemonte, si formò subito un forte centro di attrazione, che provocò la pacifica rh·oluzione della Toscana o dell'Emilia 1 reco divampare la rh•oluziouo in SiciliR, e rese possibile la spedizione del Mille e il larghissimo concorso di uomini e di mezzi che ad essi\ segul. Lo \'lttorio garibaldino di Sicilia rivoluzionarono Il Napolltano, che altrimenti non si sarebbe mosso. Le duo mozzo Itallo non pote,•ano restare separate senza l'anne.~slono dell'Umbria e dolio Marche e senza la capitale In noma. li Yeneto, a cui l'Austria tenova più cho alla Lombardia per l'influenza noll'Adrlatlco, so fu liberato a costo delle ,·ergogne di Custoza e cli Lissa e rii una cessione oltraggiosa, sarebbe restato chissà per qunnto tempo soggetto al brutto uo- collaccio dalle duo teste, senza le rorlo unite della pe• nisola cho no reclamavano inces~antomente la libera:done. I~'Italia coutemJ)Ornuea si raceva, al Nord, con la diplomazia monarchica. e, al Sud, con il fremito popola.re sielllnno, por eompirsl al contro, dove batte il cuore <lolla unzione, colla dea Roma. Il nesso rrn lo duo azioni fu la spedizione dei Mille. Fin dal loro primo comporsi, lo duo mezzo rtallo si Integrarono in duo azioni dh•orse. Tale diversità dura o durerà por integrarsi ognora e dare maggiore possanza o.Ila posizione che l'Italia sarà nuo\'amonto chiamata a. tonore nel mondo. r~amlcroceralla politica fa vedere In cotesta divereità un antagonismo insanabile, e ritarda la integrazione. li"udotto che, anche senza l'unifica1.iono, i vart Stati Italiani avrebbero pur flentlto il bisogno di progredire, ubbodendo alle esl~onzo irnporlose dei tempi. Ciò non cl p01'8uade.So, COI) la solidarietà unitaria, alcune regioni, come la fia.!lilicata o la Calnb~ln, sono rimaste indietro, osso non anebbero certamonto progredito di più, nhban• donate alle sole proprio rorze. L'unità ci soffoca, dicesl por daro una causa alla Inferiorità meridionale. Oh corno! Si grida sempre contro la dimenticanza in cui sono tenute alcuno regioni, cloò a dire contro ìl mancato aiuto dolio regioni pili fortunato; ei domanda lo sviluppo della ,•lnbllit:\ e l'avocazione dclii\ ~cuola elementare allo Stato cou i denari dell'Italia unltn 1 nou bastando lo risorse locali ciel )lezzoglorno; o, non potendo star ritti, si pretende di cummlnaro soll? D'altra parto, la maggiore pro!!perltà dell'Italia sotton– trlonale ha attinto le forze e la sicurezza nella unifica– zione con l'Jtalia merld!onalo: dal vasto mercato, cbo lo industrie nordiche hanno già conquistato nel Sud agricolo, si passerà alla conquista delle boniHche Idrau– liche, che le organizzazioni romagnole i.i preparano a compiere nello regioni del l\101.zogìorno peninsulare ed insulare, mentre i contadini di quo~to regioni scappano in grandi masse a ricercare lavoro in America. ... Lo due mezzo Ha.Ilo ranno duo politiche estere, cho chiameremmo la eridania, dalla vallata del Po, e la mc– tliterr(mta, dal mare che circonda I& penisola propria– mente detta o le Isole Ha.liane. I~ prevalsa finora la prima, cho guardn solo al Continente europeo, penco– lando tra la },~ranciae gli Imperi centrali, non si preoc• cupa che dell'influenza nell'Rmarlssimo Adriatico, e non comprende affatto lo ragioni della politica estera modi• torranen. Questa seconda non esclude la prima, anzi intende a metterla in vero valore, e mira a. ricavaro il massimo profitto dall'indubbio avvenire dell'A.rrlca, per la posizione fortunata, come di un immenso molo, che l'Jtalla, protendendosi ,,orso il Continente africano, dove Il :\Jedltorraneo è più stretto, dà al Contlnente europeo. Senza la spedizione del :Mille,senza Jluniftcazione di tutta la grande famiglia Italiana, sarebbe impedito anche nell'avvenire il trionfo della politica mediterranea; la reglono padana resterebbe stretta In una morsa tra la ~·rancia e l'Austria; o rorso si perpetuerebbe la conce– zione angusta. e piccina, <li cui i lucumoni della mode– ratoria toscana, nella rlvoluzlone do! '59, diedero prova, parteggiando, non per una grando Italia, non por una grande 'foscana, ma. por una Toscauina. Fortunahmente il molo peninsulare, con il corpo avan– zato della Sicilia verso l'Africa e l'Oriente, non rosta diviso dall'Italia conlinontalo. 'funlsl, ohe la politica crldania non comprese e non comprende ancora, anche in mano dei Francesi, che vi profondono capitali immensi,

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