Critica Sociale - Anno XIX - n. 21 - 1 novembre 1909

322 CRITICA SOCIALE Finalmente è da riflettere intorno alle conseguenze flella rcc-t•nto legge 1:1ulMezzogiorno. Quella legge ha con una pronida disposizione - obbligati i Comuni :t rinundarc a quel testatico odioso a cui s'era ridotta lit tnsim cli f1tmiglia 1 a1>plieando d'ora innanzi nonm• intl'nsgrcssibili per l'esonero dei pic– coli redditi. )la l'npplicnzionc di questa legge, 111 paesi che alc,·nno troppo abusato <lolla ta-sazione dei poveri, doycvn portare un forte squilibrio nelle finanze comunali: squilihrio a cui ha provveduto lo Rtnto con una di quello disposizioni provvisorie, che dimoi;trnno il ,:rrossolano empirismo del legislatore. Orbene, questa. strona sifuMione, in cui veraano i Comuni 111cridionali 1 non può essere sanata che dal pnssn~gio nllo Stato delln. tassazione del reddito. Nò a questo passag-gio può opporsi - così come paro al Luziitlli l'oltezza, eccessiva delle aliquote dello. nostra ricchezza mobile. Ormai quasi tutti i co11trihuonti 1 so~gotti alla. riccheua mobile per i lol'O redditi pl'Ofosslonn.li, si sono rnssegaati a pagare rd Comune ove risiedono - sia caso Milano o Ro111n 1 Uologna o l•'il'onzo - una imposta complementare sul loro ro<l<llto glohalo, per cui ad essi non può arrivare come una novità l'imposizione della stessa tnssn. non più comunale, ma di Stato. Soltanto i cittadini, che risiedono nei Comuni doYe la tassa– zione loealo ciel reddito non esiste, si sentiranno ag– gravati dalh~ nuova im1>osta. Ma il loro lamento non potrà faro scordare che essi hanno goduto fin qui uua esenzione immeritata, talchè la loro parificazione agli altri cittndini italiani, che pagano rimpasta com– plementare sul reddito, ò un atto di doverosa giu– stizia. . .. Quanto potrò. dare questa nuova imposta? Un primo calcolo npprossimativo si può fare 1>nr• tendo dal gettito attualo delle due tasse di famig-lia e sul valore loeati\'O. Xel 1905 - toglìamo la cifra dagli nlleg-ali nl diaogno di legge Majorana - questo gettito si nggirnvn intorno ai ventisei milioni e mozzo. La loggo por il ..\'fczzogiorno ha indubbia• mento fu.tto discondorc cli alcuni milioni questa cifra, ma, d'altm parto, Jladozione cli queste imposte in molti altri Comuni, e specialmontc in alcuni grandi Comuni, ha certamente portata la cifra cornplessiva al disopra dei ventisei milioni e mezzo del 1905. Ora, so questo duo tnsse applicate in circa la metà elci Comuni itallnni 1 e con saggi molte volte inade• guati, spesso assolulttmcnto ingiusti, ha potuto dare quasi trenta milioni, la pii1 modesta previsione ci porta a ritenere che, estendendo l'imposta a tutto il reJ.!n0 o congc~nnndola in maniera da. impedire le facili evasioni, essa potrebbe - pur cominciando la tassazione dni redditi prossimi alle 2000 lire e non supernndo mni il saggio massimo del 5 per cento - dare un 1>rovento quasi doppio, cioè superare i 50 milioni. Questa cifru è, d'llltronde, inferiore a quella de– sunta per ultra via dal \Vollemborg nei suoi prege– voli studì per la rirormll dei tributi. Il \Vollemborg ricordava cho noi, coi nostri preBenti meccanismi fiscali 1 nhbinmo - nel onta delle evasioni totali e parziali - ncccrtntn una massa di reciditi pari a 3729 milioni. Orn, su questa massa, un calcolo rigo– roso ha dotcrmi1rnto cho tre miliardi appartengono n famiglie con un reddito annuo superiore alle L. 1500. 'l'n!isa1ulo questi tre miliiu•di con l'imposta proposta da.I Wollo111ho1·g (cioò con un'imposta che esonera i redditi inferiori nllc 1200 lire, e applica saggi pro• grcssh•i fino nl I por cento) si possono agevolmente ottenere 60 milioni. J.) tutto ciò preRcindondo dall'aumento della ric– chezza che si ò verificato in questi ultimi anni in ltalin. Che se poi Hi volesse tener conto anche di questo elemento irn1>ortantissimo, sarebbe da con– dudoro elio i 50 milioni proviati sono parecchio al disotto della rcnltù, e che un 1 imposta complementare sul reddito, anche con saggi moderati, potrebbe, se npplic<.lta so1>ra hnsi larghe, dare qualche diecina di milioni di più. . . . li problema va ora considerato sotto l'aspetto della finanza locale, la quale, con l'abolizione delle due tosse di famiglia e sul valor locativo, verrebbe a perdere og,1,tiuna somma oscillante fra i 28 e i 30 milioni. Abbiamo però già. avvertito che tale perdita potrebbe venire compensata con il passaggio allo ,'tato dolio speso por l'istruzione pubblica. Per es– sere pH1precisi, i Còmuni do\'rebbero dare allo Stato, sotto forma di crrnono fiBao, ciò che spendono ora. por l'istruzione elementare, meno, s'intende, ciò che vcl'l'obbero a perdere per Faboliziono delle due im· poste di famiglia o sul valor locativo; lo Stato, poi, con questi contributi fissi, o con le forze accresciuto della sua fh111nzll(l'imposta complementare sul red– dito gli darebbe un provento cospicuo, aumentabile col cresccro del reddito nazionale), dovrebbe prov– \'edorc alla scuohL Por tradurre in cifro questa riforma, ci gioYeremo dei dati del L899 gli ultimi raccolti nella statistica dei bilanci comunali del Regno - notando che negli 80 milioni, che allora si spendevano dai Comuni per l'istruzione pubhliea, sono compresi parecchi milioni non destinati alPistr.izione elementare, e cioè dedi• culi a scuoio secondarie, agricole e industriali. Sup– J>0rremo inoltre che l'attuale gettito complessivo delle due tasse di famiglia e sul valor locativo sia oggi di circa 28 milioni, o ohe l'imposta di Stato sul reddito possa dare subito 50 milioni. Con tali dati, i risul– tati finanziari della riforma sarebbero i seguenti: I COMUNI per il passaggio allo Stato della spesa per la scuola elementare risparmierebbero _ L. 80.000.000 per l'abollzlono dolio duo Imposte di fami- glia o sul vnlor locativo perrlerebbero . ,, 28.000.000 vorsorebboro qulncll allo Stato come ca- 110110 fisso L. 52.000.000 LO STATO riceverebbe dal Comuni L. 52.000.000 ricaverebbe dall'Imposta complementare sul reddito globale i: 50.000.000 potrebbe dedicare alla scucia . . . L. 102.000.000 Naturalmente, questo cospicuo incremento nelle spese per la scuola elementare {subito più di 20 mi– lioni, con Il\ possibilità di aumentare in saguito i fondi che verrebbero stabiliti in bilancio) dovrebbe aggiungersi a quell'altro contributo che lo Stato si è già assunto con lo leggi recenti, fra cui è noteYole quello. 1>erlo provincie meridionali. Juutilo poi nvvortiro che qui non si intende pro– porre una destinn1,iono speciale al gettito dell'im– postl~ complomonture sul reddito, la quale devo - per tutto quello cho abbiamo scritto precedentemente - sognnro il primo passo cli una pilt vasta riforma tl'ibuttu·ia. LR sua connessione col problema della 8CU0l(L !:lCl'VO fìnanzirtriamente per rendere possibile - sonz!L danno lici Comuni - l'abolizione della tas- 1mzio11e locnlo dei redditi, o politicamente per ren– dere piì.1accetta la sua creazione mostrandone i van– taggi d'indolo socia lo; ma la connessione non vuol prolungarsi oltre l'inizio. A riforma compiuta 1 le spese per la scuola elementare o le entrate dell'imposta complcmontaro sul reddito dovranno rientrare nel

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