Critica Sociale - Anno XIX - n. 16 - 16 agosto 1909

CRITICA SOCIALE 247 cultura; l'Italianità ò nel sapere. Avanti i libr\ 1 le scuole, le conferenze che inseguano davvero .... Voi non sapete che i socialisti triestini hnn portato a Trieste i migliori scienziati e uomit1i politici italiani, da Cesare Lombroso a Enrico i\Iorsolli, da Guglielmo Ferrero a Claudio Tre\·es ! Voi non sapete che hanno osato organizzare uua stagione di prosa al Politeama nossetti con la "Stabilo,, di Roma, o si sono visti boi– cottati dai nazionnlisti,al lora irritati per lo sco11flttepatite. Usciamo eia 'J'rleste: andiamo iu tutti i paesi della costa. Domandiamo n~tizie del Gabi11ettodi coltura ope• rnia. Da quando è nato? Da quando son Yenuti i soria– listi. Chi l'ha costituito? I socialisti. Chi lo tiene in J)i0dl? I socialisti. li Comune da chi è governato? Dai nazionalisti. Sussidiano forse odsi il Gabinetto di colturn? Danno piuttosto il denaro al parroco o alle suore per– chè facclnno carità ... I~ che effetti ha prodotto il Gobi- 11etto di coltura? lla insegnato agli operai ad amare la letteratura e la coltura italiana. Li ha fortiftcati nella coscienza nazionale; li ha mes&i in grado di poter di– ventare, a loro volta, diffonditori della nostra civiltò. Li ha appassionati allo studio, alla discussione, alla cri– tica. Ha seminl\_to in loro quel benedetto ardore, che fn desiderare il Y0lume, ltl rivista, il giornale ... Ancora. Il socialismo, in quei paesi, ha strappato le plebi rurali al dominio dei preti, tutti nustriacauti, \'O– nerati dai liberall italiani, e non attaccati mai dalla stampa democratica (?) del regno. Dante, 'l'asso, Ariosto, Carducci, D'Annunzio, Pascoli, Ma1.zini, Cattaneo, l•'er– rnri, Sam, CaYnllotti, Aldnzont, Ruffini, D'Azeglio, De Amicis, Ceriani, Loria, Labriola 1 Croce; i più noti cd apprezzati scritlori italiani, voi li trovate anche nelle modeste biblioteche del Gabinetto di e-0ltura, fondate dai eocialisti nei comunelll della costa tstriaun. E i corsi di conferenze sui più svariati argomenti e da oratori che rappresentano ogoi corrente di pen– siero? Ah! caro avvocato, se, come dite voi, il patriot– tismo è soltanto la cultura, quei socialisti, che vivono in Austria, sono davvero dei patrioti e degli italiani nel senso alto o degno della parola. E per la cuUura ital!ana han fatto molto di più o cou mag~ior successo, cbe non i partiti nazionalisti di là., e i democratici, e, oso dire, anche Il Ooveruo, di qua dall'Judri. Invece di prendere J)er oro colato tutto lo imperti– nenze a le cattiverie che un pugno di demagoghi dif– fonde in Italia, con la complicità aperta di una demo– crazia di contrabbando e con quella occulta di taluni socialisti, fareste bene, caro avvocato, a recarvi là, a Trieste, a vivere qualche tempo fra quella 1103tragente 1 a osservare da vicino l'azione dei partiti politici, eppoi tornereste, ne sono.sicuro, con le opinioni bon cambiato ... Per concludere con l'avvocato Bernardello: Po:tto che l'amor di patria ha per necessario presupposto un mi– nimo di benessot0 •ecouornico o tende cowo mèta al più alto grado di coltura, nessun galantuomo e nessuna per– sona di buona fede può !iOstenere che I socialisti ita.llani, che organizzano economicamente i lavoratori per pro– curar loro una migliore condizione economica, e mettono loro in mano il libro - strumento di elevazione Intel– lettuale - non compiono un'opera altissima e nobilis– sima di autentica e positiva italianità. . .. Dovrei ora rispondere al signor Virginio Goito; ma l'articolo è già. lungo - troppo per questa. tempera– tura - e le cose da dire sono tante .... A un prossimo fascicolo. AlllLC .A.IU .-: 81'0ltCUI. Il.i llH.TIFOf400 SICillIH.1'40 NOTE CONCLUSIONALI. Lo studio del latifondismo siciliano ci ha condotto ad e~fcntlc1e il nostro sgLwrdo a tutto il problema agricolo merhlio1wlc fino a quello tipico della Cam– pagna romana. Oo,ettimo occuparci anche del pro• blema dello stretto di .Me~sina, il quale tanto ag– gni,·a quello meridio11alc 1 ed ha comune la soluzione nel principio della 1rnzionalizzazionc del suolo. Or,1, per concludere questa scronda parte della presente opern) hisog-na ritornare in Sicilia e rij!nar• dare la sua sintesi storica, improntata di violenza feudale e mafiosa. . *. La storia cli Sicilia, dallo origini ai nostri giorni, è storiil di lotte per il monopolio fondiario sotto vario pretesto. I Greci e i Romani vennero a im– possessarsi delle terre siciliaoe por premio della importata ci\'iltà ellenica o latina, della quaJe i Si– culi avrebbero potuto fare a meno; la Chiesa le conquistò per la sah•czza delle anime; il Governo bizantino per la lotta contro le imagini sacre j i Saraceni, in gloria dell'Islam; i Normanni, por il ristauro della latinità cattolica; la feudalità, per Ja difesa dei demani pubblici j la riforma costituzionale del 1812, per i principi liberali; e la rh•oluzione 1111itariaitaliana, per l'anticlericalismo. Tutti pretesti che uascondevano la cupidigia di accaparrarsi la terra meravigliosamente granifera. Furono conqui– statori stranieri prima; e poi, col cessnre di quelli 1 si avvicendarono nel domiuio fondiario l'aristocrazia della vecchia 'l'avoln e la ladra genia cli paladini della nuova. Ora il turno della conquista spetta al proletariato, ne!Pintoresse sociale e· senza pretesti, ma col proposito dichiarato. Attraverso quasi venticinque secoli le popolazioni siciliane' sono state spoglit1te delle loro terre, che costituivano l'immenso ager publicus, e tale spolia– zione dura tuttora per opera del baronato lntifon– dista. Da venticinque secoli si ò invano attesa la restituzione; o la popolazioni, impotenti ancora a riconquistare le loro tene, le hanno viste passare da un usurpR.tore all'altro. Le dominazioni in Sicilia ebbero principalmente per oggetto 1 non tributi, ma la conquista delle terre, che ernnsi pro\'ate pili che altrove feconde, con poc:1. fatica, di cootinue produzioni di grano. n problema politico della Sicilia s'identificò ognom con quello del latifondo. La Sicilia, µel grano usurpatole come trihuto da Homa dominatrice, fu chiamata il gra– naio del popolo romano; o c'è della gente patriot– tica che ciò ricordr~ a. titolo di onore, come se lo schia,•o potesse gloriarsi di arricchire col lavoro non pagato il padrone. Sotto la dominazione spagnola, la maggior paL·to della esportazione dei groni di Sicilia, vietata per i luoghi proibiti (cioè i paesi dei nemici e quelli dei musulmani) 1 era diretta per la Spagna: il dominio spagnolo sulla Sicilia richiedeva. ad un tempo li grano e il denaro del clnzio per esportarlo: contraddizione che solo ora la concezione materiali– stici\ della atoria può spiegare! La rinunzia del bnronato siciliano ai diritti feu– dali nel Parlamento del 1812 fu una vera truffa: i diritti feudali sulle persone non erano cli fa.tto più in uso; in compenso, i baroni si dichiararono d1tsè proprietari assoluti dei feudi, che originariamente a\'eano avuto per investitura - in fida - sempre ritirabilc da. parte del Rei e fu consolidato, indipen– dentemente dalla 1>roprieta fondiftria, il barbaro di– ritto ereditario del titolo nobiliare nelle ultime fa– miglie del patriziato, impedendo che nuove famiglie 1

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