Critica Sociale - Anno XIX - n. 16 - 16 agosto 1909

246 CRITICA SOCIALE due tattiche cosl opposto o recisamente antitetiche? far proresslone di fe(IOantlstatale, e tuttavia cercare di pe• netrare gli organismi amministrativi e le aziende in– dustriali dolio Stato? o ciò quando si va sempre più accontunndo In tendenza a trasformare lo Stato in grande Industriale, per eul gli Impiegati diventano i collabora– tori dolio grandi imprese pubbliche? Quale amministrazione pubblica si J)reslerebbe ad as– sumere del personale notoriamente animato da propo– siti ostili ,·erdO di es!la? So Il nostro beneamato Ooverno d'Italia ha messo sul Itutrlco càmpanozzi e tentò di ra..e il medesimo col Parmogianl e con altri, solo porchè avrebbero o~nto di portare la loro critica su certo Irre– golarità dell'Amministrazione postale (o con qunll ter– ribili motiHzlonl non dtroso lo Sehanzer il proeedi– monto seguito!), come negare al Ooveroo d'Austria il diritto di diffldnro di un personale, che cercasse di ve– ulro nssunto nolle suo nzlondo solo per fini d'ordine pollUco, per rivalità. di stirpe? No, no, egregio Corbo. Qui si trattava di prendere un atteggiamento schietto e reciso nei riguardi dello Stato. JJ nazlonnllsmo triestino, con le sue negazioni dogma– tiche, settarle, Intransigenti in apparenza 1 ha reso il peg'tlOre servizio che si potesse immaginare alla nazio– nalità. Si è roso so~petto all'amministrazione statale i ba croato, nel ceti medi spocllllmente, un'atmosfera di av– versione fra coloro che si avviavano por la strada degli impieghi governativi, impedendo una larga partecipa– zione ad essi degli elementi migliori; e ba favorito per contro una selezione a rovescio, facendo sì che gli e!e• monti della media e piccola borghesia, che a cotesti im– pieghi si volgono, vi siano accolti quasi per commisera• ziono, mentre potrebbero parteciparvi in piedi e nrdit.a– mento, come gente _che ò R.mmessa n.1\'eseriizio di un suo diritto. Inseguo ancora por qualche istante il Corbo triestino prima di abhnndonarlo al sa.o gracchiante svolazzare. J-:gll scrivo: 11 L'orrore commesso dnl socialisti triestini non ba. mlsurn, come è stupida la motivazione che, po~ debito di r:i1!tl~;:, 1 11 n!~r~;,~f1~\~,(~~~b:g~~!t~~:a~ qi!e~~:~f ~~a:j. tato la J>enotrazlono slava. Nessuna giustizia al mondo pub Imporro agli italiani Il suicidio. L'evoluzione so– clnle porb non soffre snltlj aprire le porte allo slnvlsmo, cioè a una clvlltà. inferiore, siguiftoa ritardare la civiltà superiore, predicata dal socialismo. ,, Cl si vedova un po' chiaro i adesso precipitiamo nelle tenebre di bel nuovo. Il aocialismo Jubrifteante! Se H vocabolario non in– ganna, lllbriffca,·e significa precisamente favorire, ren– dere più agile o speHta una determinata runzlone. Tale motfrazio,ie non fu mal data, che mi consti, alla intran– sigenza socialista. So Invece che il socialismo triestino, come quello di tutte lo città <l'Austria dilaniate dalle lotte nazionali, segue una direttiva tutt'affdto opposta alla .. lubrlftca– zlono. i,: contrnrlo 1 reclumonte contrario, a tutte le lotte nazionali, o si adopera perchè abbiano a cessare, sot– traendo al vari partiti nazionalisti l'elemento passivo, cloò i I proletariato. J~ che vllol alqnlflcaro quel suicidio degli italla11i ohe nessuna giustizia al mo11dopuòimporre? Quale suicidio? E chi dom1rnda agli Italiani un sl noti-igienico provve– dimento? Forso I socialisti Italiani? E costoro sarebbero cosl lmbecllll da clomandaro il suiciclio di... so stessi in un con tutti I connazionali? H rebus si complica. " L'evoluzlo110 Roi::ialenon soffre sa.UI (a propostto di cl,,.?); aprire le porte allo slavi9~~ 1 ?ioè ad. una civll~à Inferiore, slgn\Hca ritardare la c1v1tta superiore, predi– cata dal soelallimo. ,, •rante grazio dell'avvertimento, signor Co,·bo. ~fa oc– chio allo smemorataggini! Non ricordate più d'aver detto, poco più Indietro, che lo slavo è già entrato in città, cho la sua penetrazione venne favorita da tutti i rattorl che avete enumerati? Or dunque, le famose porte sono già aperte, o non por colpa o proposito del socia– listi. Acci<lontl allo distrazioni!! ... E ora passo alle opinioni contraddittorie di alcuni fra I tanti pubblicisti e dilettanti ohe si sono occupati in <iuesti giorni della questiono nazionale. Lascio da 1mrte Il J1ignor De F'ronzl, perchò egli ha ancora dei conti da liquidare con l'amico Lonza, al quale deve dimostrare che I fatti e I brani dogli artl– coll di glornnlo da lui De F'rcnzi - stampati non sono falslftcntl od esagerati a semplice scopo polemico. Rimangono duo soli contraddittori ai quali ò doverosa una risposta. l,'an. ltllul Bcrnardcllo (Resto clel Carlino di Bologna, 2H luglio 11 11 Patriottismo dei socialisti ,,) - o il signor Virginio Oolto (Uagione di Roma, 30 laglio). Contraddittoro più teorico che politico, il llernardello si ò preoccupato sopratutto di defluire il concetto di patria, secondo l'Interpretazione dei socialisti. E ha scritto, con bella chiarezza, ottimo cose, nelle quali io consonto completamento, o che servono alla mia tesi. 11 li patrlottlarno - egli scrive - del contadino 1 del servo della gleba, considerato in .!IÒ e per sè, è senti– mento gretto o sterile; non ha energia educatrice, non olova, restringe, anzichè allargare, gli orizzonti della vita.Ma quello dell'uomo colto è ben altro: ess? ò prodotto, non di mera abitudine o di tendenza istintiva alla arn– nttÀ, slbbouo d'orgoglio, <l'ammirazione, di gratitudine. 11 E più oltre: 11 Coltura e patriottismo sono quindi indissociabili: la patria non t1i può concepirla ed amarla che attra– vm·so Il godimento del suo patrimonio intellettuale. Jl J>roletariato appena nlfat,eta sarà campanillata cieco, patriota cosciente mal: non può esserlo, perchè egli ò inesorabilmonte escluso dal cancelli della coltura. 71 Basta o grazie, egregio av\'Ocalo. No avete detto ab• bastanza. Ml avete convertito. Cioò no. Ero convertito a questa vostra alta e nobilissima concezione della patria prima ancora di leggervi! Solo Il patriottlsmo 1 fatto di cultura, ò autentico, è durevole, è fruttuoso agli lnte– resal ideali o sociali della patria. Adesso, egregio avvocato, rechiamoci insieme nei paes adriatici o diamo un'occhiata alle condizioni intellettua\1 della popolazione. A Trieste: Circolo di studt sociali; biblioteca di 4 mila volumi; sala di lettura riccbhsima e frequentatissima; rhl!lte d'ogni quu.Htà, colore e llnga i prevale però la produzione Intellettuale italiana. •rutti i nostrl pootl, lettorati, filosofi, artisti, storici, patrioti, sono Il raccolti nell'austerità decorosa di uu bellissimo ambiente, che raduna gli operai - italia,ii - {I soeialletl s \R.vi hanno il loro Circolo di cultura a parto) o dlfl\mde tutt'intorno quoll'arf\ato di cultura Ita– liana, noi quo.lo il no~tro spirito, avido di alimenti, si fortifica o si Illumina. 1 nazionalisti non avevano pensato alla cultura po– polare: ecco sorgere l'Università popolare, faro benefico di conferenze, di letture, di conversazioni. Quei eooia– llstl triestini, che voi, avvocato, detestate tanto, perch.è conoscete poco 1 pensano come voi. Il p&triottl!lmo è la

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