Critica Sociale - Anno XIX - n. 16 - 16 agosto 1909

251 CR[TICA SOCIALE quindi mutar paroro circa l'opportunità df'gli armamenti limitati. Noi, lm1omma, essendo deboli non già per nostra im– potenza, ma per nostro deliberalo volere, potremmo sempre rar nlero la tacita minaccia di mutare indi– rizzo, riprendendo quello del grandi armamenti, ove le potenze vicine ce no racessero ritonoscere la necessità con un contegno Ingiusto e sopraffattore verso di noi. E l'eventualità di un tale cambiamento da parte nostra sarebbe tanto più temuta, quanto maggiore sarebbe l'io• cremento della nostra potenza economica, effettuatosi in grazia del rlsparmt sullo s1>ese militari; perchè oggi non sono tanto lo poteuzo più armate, che danno da temere, quanto le J)llt ricche: la Russia da un lato e la Francia dall'nltro stanno ad attestarlo. . La concluslono flnalo di quEmto precede ò che l'Italh\ rmunclando ad ogni ftlleamrn. e racendo una politica estera noutralo od ln<llpcndente, ma sempre paclHca e ìneospcttabllo, pub, senza pericolo e con suo certo van– taggio, ridurre lo suo rorze permanenti, e sopratutto le suo rorze navali, che eono lo più improprie alla diresa terrltorlalo o le più inutili por il solo caso io cui l'Italia do,·rà rar sentire Il peso della sua rorza, quello cioè dell1eventualltà, nou certo prossima, di una crisi di di– sgregamento della mouarcbla austro-ungarica. Quindi Il presupposto primo di questa possibilità, da parte dell'Italia, ò che easa non rinnovi il trattato d'al– leanza col due Imperi todoachl; che scade, come è noto, nel 191 ,, ma che devo essere denunciato o rinnovato nel 1912. Se essa continua Invece a far parte della Trl– plice1 sarà sempre prosa rra la minaccia francese du– rante, e la minaccia austro-ungarica dopo, il nuovo pe– riodo dell'alleanza. Sl perpetuerà, insomma, la contrad– dittoria sltuazlono attuale, di dover armare a occidente contro Il nemico croato dnll'alloauza, e a oriente contro il nemico roalo. E, so l'Jtnllo. non rinuncia alla politica delle alleauzo, o non dlchlnm Insieme la MUa neutralità condizionala al rispelto delle suo l>uono ragioni e dei suoi legittimi Interessi, non si potrù produrre intorno ad essa quella situazione, che meglio dimostrerebbe coi fatti la possi– bilità e l'OJ>portunltà da parto nostra di limitare i no– stri armamenti. Il partito socialista deve essere perciò decisamente anli-tripliclsta, ma colla rh;erva della neutralità condi– zionata dell'Italia, non già. colla mira di una politica anti austriaca; dalla quale è, più che di tutti, dovere suo salvare l'Italia. La politica estern italiana non deve prendere a modello quella dello altre grandi potenze, e i<iplrarat n vani 801{111 di dominio, o anche di influen2a meramente politica; essa devo prendere a modello quella del Uelglo, lsJ)lrarsl cioò a Onali1à di penetrazione eco– nomica e di Influenza culturnle 1 dolio quali è spesso condiziono, non già h, potenza militare, come stolta– monto continuano a credere I più, ma anzi il non poter essere sospottatl di colare 11nnlltà politiche. E l'ernmplo di ciò lo o.l>blamo avuto proprio In Albania, nell'Epiro e specla.lmonto nella 'l'rl1>olitnnin i ove 1 so i nostri ten– tativi <Il ponetrn1.lono oeonom!cn o scolastica incontra– rono sempre tnnta resistenza, o diedero luogo talvolta persino nd l11cidontl sanguinosi, fu appunto per il grande so:,petto che <11~ noi si uutrissoro propositi di conqui,tn, destato neull Indigeni o noi dominatori attuali dalle im– prudenti mantrostazloul dei nostri megalomani Si deve, insomma, mutare tudlrlzzo, cominciando a dare mag- giore considerazione alla funzione dei consoli che a quella degli ambasciatori. E, se una parto dolio eommo risparmiate sugli arma– menti venl11se Impiegata a istituire in Oriente scuole, non solo elementari, ma tecniche o commerciali, e Ca– mere di commercio, e a favorirvi la costruzione di fer– rovie (la famosa o tuttora più che rutu.ra ferrovia dal Danubio all'Adrlatlco} o di porti, e lo stabilimento di linee di navigazione coll'Jtalia, per rendere possibili colil le nostro Iniziative Industriali, lo sviluppo dei no– stri commerci o la nostra emigrazione, come pu.r ranno la Oermauln (ferro,·la di Uagdad), l'Austria• Ungheria {ter– ro"ia di Salonicco), Il Belgio e la Francia; quelle somme, cosl Impiegate, servirebbero ad accrescere la nostra in– fluenza In Oriento o a tutelarvi e svilupparvi i nostri interessi, immonsamento più o meglio di quanto a ciò possano sor\llro I nostri grnndi armamenti; senza diro cho farebbero vera opera di progresso e di incivilimento In quelle regioni. Abbiamo dotto che a ciò si dovrebbe destinare una parto dello sommo rleparmlato sugli armamenti i quanto nll'altra parto, che dovrebbe essere la maggiore, vi sono tanti bisogni lntornl 1 urgenti e della più vitale impor– tanza, cui essa dovrebbe destinarsi ; bisogni di cui spelta spcclalmonte al J)artlto socialista mostrare ogni giorno tutta l'urgenza e l'Importanza, per creare un argine alle ruturo domande di maggiori spese militari. M;.n10 Oov,. .lì J)rossimo mm,ero: Il sindaculbmo riformistn, cli F'. PAUl,L\lU. CRONACA SOCIALE L'Esercito dell'Internazionale. rl 5° Rapporto lntorrrnziouale sul movimento sindacale nel 1007 1 JHlbblicato pl1r ourn del Segretario foternnzio• nnle dolln roslstemrn 1 C. 1.,egion ('), segna un ulteriore progresso dolln organizzazione operaia internazionale. I 15 pELosladoranti al Segretariato internazionale ave– vano, noi I 906 1 GO18.502 organizzati o, uel 1907, 6.505 6~3, oloò un aumento di 487.091 soci. :Noi 1907 (por alcuni paesi I dati sono del 1906) gli organizzati nello vario nazioni erano: in Germania 2.4◄6.4b0; In Inghilterra 2.106.283 (1906); in Austria Mt.094; in Italia 38i 384; in Svezia 239.000; in Belgio lbl.015; in Un,tborla 112.0SO; in Svizzera 135.377; nel Paesi-Bassi 128 b45 (1906); In Danimarca 109 914; in Norvegia 4"1,21a; In Sp•~na 32 612; in Finlandia 32 000; io Bulgaria 10.000; la Serbia 5'134. Quando si aggiun– gano la Croazia con 8700 organizzati; la Francia {1904) con altri 715.576; gli Stati Uniti con J.586 885; l"Au– stralla con 213.ISG, 8i arriva ad una cifra di oltre S mi– lioni di org ...nlzzatl noll'lndustria 1 nei commerci e nei trasporti i ci tra attualmente Interiore al vero, perchè l"lnghiltorra alla Hne del 1907 aveva 2.406.746 organiz– zati, la Francia oltre 900.000, ecc. Oli organizzati noli' agricoltura sono ancora molto scarsi; il rap11orto ne dà. 3882 io Inghilterra, 10.000 in Svezia, 2058 In Austria, I 1.838 In Ungheria, 121.120 In Italia (solo nella è'oderi\zlono dei lavoratori della terra), 1277 ln Spagna. In baso a.L censimenti, che risalgono per lo pill. al 1900 e sono quindi già vecchi, la. Danimarca avrebbe il 58 °lo dogli OJJOraldell'industria, dol commerci e dei trasporti, organizzati; la Svmda. Il 4U,21 °lo; l'Ungheria il 28,75 ¾; In Finlandia Il 20,68 °lo; 1 1 Jnghllterra il 22,46 °' 0 : l'Au– stria 1120,21 °: 0 ; la Svl~zora (censimento 1905) il 19 1 61 ¾; (1) <"l11q11ljmt ,·,1p(H)1't lnt,rut1Uo11al '"'" le moui:t.ntnl s1111dlcol 1907. - 1Jerl1n, IOOD• 1:1uu:· 1111r lfl Co111111l111lo11 Oéoérale des Syndieat• de l'.Allem&IJll(I,

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