Critica Sociale - Anno XIX - n. 7 - 1 aprile 1909

102_________ __:____ c_R_I_T_IC_A_;-s_o_c_IA_L_E _ _ __ _ _____ _ franche, spedite e sicure sul terreno delle competizioni economiche di clas8e. Non ho caricato per nulla le tinte i un giornale repub– blicano ba SC',rittoqueste parole: "Jn tutti i Collegi <lolla penisola dovrebbe fra monar• chici e repubblicani pa~sare !'accordo in gLtisa che il partito monarchico, là dove nou presenta un candidato proprio, appog-gi il candidato ropubb\ìcano, e p~r con– verso il partito repubblìcauo 1 dove non scende rn lotta con canrlidato suo, appoggi il monarchico, per muovere in tal maniera guerra senza tregua ai radicali e ai so– cialisti che, sotto una trufftt-ldine:1ca maschera politica - mentre nessun principio e ne9suna bandiera. politica possono avere - sorprendono la buona fede del popolo e contribuiscono con la camorristica. opera assai pili del prete ad impastoiarne il passo verso il progresso civile ,, A parte il linguaggio da bècero, queste parole mettono in luce uno stato d'animo speciale di cui sarà bene tener conto. A me, ciò fa l'effetto di una maschera caduta dal viso. AJ,nt:RTO i\L.\1,ATF:STA. LA RIFORMA DELLA EGGE SUGLI INFORTUNI III. Le richieste del proletariato. Scartate le proposte del Cocco-Ortu e quelle della maggioranza e della rniuorauza rlella Comrni.ssioue parlamentare, si imµoueva alle rappresentauze del proletarhùo di additare quale - ~econdo esse - doveva essere la linea dì trasformazione di questa legge, che, oramai, da tutte le µarti, si riconosceva impari al suo fine, impari a soddisfare i bisogu_i socia.li e giuridici per cui era stata creata. Fu così che la questione venne posta all'ordine del giorno del Congresso di .l\Iodeua. Il relatore D'Aragona presentò una voluminosa re}a7,ione e un ordine <lel giorno riassumente i ,lesi<lerata del proletariato. Relazione ed ordine clèl giorno che tnrono approvati dal Congresso. Detti lleside,·ata po::-souo dividersi in tre grandi categorie: esle1tsione clelt'obbligo della Assicw·a– zio,ie; - attmeriti rleUeinden,iità e 1·i(Cwme al pJ"ocelli1,iento a,u,ninfat1·ativo per la liquiclazione di essi',; -- 1'ifo,·111eal procedimento contenzioso. . ** •~stc11sionc1lcll'obbligo dt)ll'Assicuraziouc. - Una famosa circolare del Ministero di Agricoltura., In– dustria e Conunercio (circolare tli cui fecero poi pieua giustizia il Tribunale e la Corte <l'Appello di Roma) tendeva ad e::icludere gli scalpellini dalle categorie compre~e nell'art. 1 della legge, come soggette all'obbligo dell'Assicurazione. Alcune dl– sposizioni poi del progetto governativo facevano capire che, nell.e alte sfere, la tendenza a restrin• gere l'obbligo della Assicurazione faceva lenti si, ma inesorabili progressi. Di fronte a tale situa– zione, che a.urlava. delineandosi, il proletariato disse chiaramente di volere la Assicurazione per tutLi gli operai, a qualunque categoria apparteu– gano e per tntti i danni, diretti od indiretti, cla trauma o da avvelenamento, rla sinistro o da ma• lattia, che loro derivioo dal !avoro. Il Cougresso di hlo(lena chiese così che I' Assicu– razione venisse estesa " a tutti i LWJOl'alo1•i in gene,·e e ai contadini in ispecie 11 • Nè c;hiese cosa assurda e utopistica, vigendo gi8. \,Assicurazione a favore ilei co11tadini, a1l esempio, iu Inghilterra (.1897) e iu Germania. (1900). Non solo, ma la legge inglese 21 dicembre 1906, esten• dendo a nuove categorie di operai, che notisl - si calcola comprendano sei niiliOni di indi;•tclui, il beneficio dell'Assicurazione, vi ammetteva,,oltre ai marinai, agli impiegati, ai lavora.tori òello Stato 1 perfino i domestici! E, iu Italia, il seuatore Conti, competentissimo agrario, aveva già - da vario tempo -- presentato un progetto di legge ·per la Assicurazione rl.ei contadini (1). Perciò il ConATesso chiese cosa gi8. matura nella coscienza giuridica universale e nazionale. Cosi come matura oramai è l'altra questione, quella dell'Assicurazione contro le malattie pro- 1'essioualii alle quali pure propose il Congresso che veui$se esteso l'obl,ligo rl.ell'Assicurazione. La malattia professionale, che è l'eredità fatale <li infinite categorie di lavoratori, questa terribile forma <li morte lenta che si impadronisce <lell"ope– raio fino rlal momento in cui egli ha Incominciato uu dato lavoro 1 questa inesorabile rovina dell'or– ganismo tisico, e, talvolta: mentale, di migliaia di operaii uon è, oggi, dalla leg~e. parificata all'infor– tunio. Eppure è di essd più tremenda e più grave! L'infortunio è recce;,;ione, la malattia professionale la regola; l'infortuDio rleriva tla causa occasionale, indiretta; cla causa immanente e direttamente in– sita nelle condizioni del lavoro nasce la malattia professionale! ~ la legge ba provveduto ai soli infortuu'i', al fenomeno più tangibile 1 ma meno grave, e non a quello più profondo, se meno clamoroso. In ogni modo, le più recenti pubblicazioni scientifiche (fra cui mi piace citare il mag-uifico, classico libro del prof. Pienwoini: Patologia del lavoro) hanno ora– mai stabilito irrefutabilmente gli orrori delle ma– lattie profes~ionali e Ja necessità assoluta di legi– ferare sull'estensione, anche ad esse, dell'obbligo del l'Assicurazione. Già varie legislazioni 1 come, a<l esempio, la Sviz– zera e la Inglese, hanno provveduto alla equipa– razione delle rnalattie professionali agli infortunì sul lavoro. E ben fece il Congresso di Modena ad indicare al proletariato italiano questo campo va– stissimo, ove esplicare la sua azione di necessaria conquista legislativa. Aumenti tlelle indennità e riforme al procedimento amministrativo i,cr lo, liquida.,.ionc di esse. - Contro la tenrlenza alla falcidia delle indennità spettanti agli operai, il Congresso di Modeua richiese la cor– responsione della intera g·iornata. di lavoro durante la inabilità temporanea, qualunque ne sia la du– rata; la fissazione del miuimo convenzionale della giornata stessa in L. 2)50; l'abolizione del massimo convenzionale del salario annuo, oggi fissato in L. 2000; la fissazione del minimo <li salario annuo in L. 750. Richieste che non hanno gran bisogno di illustrazione, tanto sono intuitive Je ragioni che le hauoo determinate, e, specialmente per ciò che riflette il pagamento della intiera giornata durante la inabilità temporanea, la consi(lerazione che 1 in caso di malattia, specialmente se derivata da sini• stro, aumentano, piuttosto che diminuire del 50¾ - come suppone la legge - i bisogni dell'operaio. Si chiedeva inoltre l'abolizione dell'obbligo di versare le in<leunità non minori del 60 ¾ alla Cassa Nazionale di Previdenza. Giustissima richie– sta. Vedemmo già, in uno -dei nostri articoli pas sa.ti, a qua.li tragiche ironie dia luogo l'obbligo <li (1) Nnturitlmcnto, conn chiusura dello. XXII legislatura, Il progetto dell'on. sen!'tore Conti C!ldde di diritto. Però JlonorèYOle proponente fu so\leCllw;ftno d!l.lle prime sedute del Senato, di rlpreseubl.re Il suo disegno di \e-ggù. •: u disegno è stato preso 111considerazione.

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