Critica Sociale - Anno XIX - n. 4 - 16 febbraio 1909

62 CRITJCA SOCIAl,ll rebbe così _inuna specie di cavalierato errante e I pngnaute 111 pro d1 nn idenle rlJ)arto di sfere di azione capitalistiche i 111i:-.:-.i<1u~ ,-.ublime certamente, ma, pare a. me, anclw più M donchisciottesca ., dell'altru, nella quale i 1111:Gioualismi di tutte le stirpi v,nrelibero avere compartecipi, ognuno, il suo prolehtnato; quelli\. ciuè d1 risolvere, col giu– dizio cl, tl10 della gmuT,1, lntte le questioni confi– uarie uazionali, di tag-llare, a favore ,rii ta!uni e a danno di altri, tutte le zoue g-rigie. E la missione che, in gergo nazionalista, si coucrldta nella for- I mula: "'}.,acciamu pl'ima le patrie, poi l'umanità.,. l!.,ormola che, come la sua g-emella di cui sopra, J in pratica vuol dire: '' 8cnt.,uiumo la più assurda delle catastrofi g-uerresche: mettiamo l'Italia iu guerra c ontro l'Austria, la ~,rancia, PI11ghilterra e magtt.ri nuche contro la. 8vizzera, la Francia cou– tro l a Germania e l'Jtalia 1 lu, Germania contro la Russia, ecc. 1 ecc., o pcii !-!ul campo livellato e de– solato faromo il sociR.lismo ! E poi : Qual i sono u-li Stati riccb i a quali i po– veri? In relazio11e alla tlm tesi, tu pensavi all' Au– stria e all'Jtalia. l...'An~tria sarebbe il borghese, l'I· talia il proletario. Om 1 da ogni sorta di statistiche avrai vistu che nel mondo Austria e Italia sono due mediocrità. a braccetto. Aualfabetismo, delin– quenza, emigrazione, risaltati di leva, carico tri• butario, 1errov1e 1 poste, commerci, ecc., ecc.. su per giù, si equivalgono e, se l'Austria ha induù– biamenle (µer ragioni che ~arebbe fuor di luogo nep• pur accennare qui) un'organi z;zazionea mministrati va superiore e µiù agile ,lell' it.ilitt.na, possiede però anch'essa. in Galizia o in Bucovina, le sue Sicilie e le sue Basilica.te e, un 1>0' ilappertutto, degli avanzi di feudalismo leJ..,"t\le, che non la cedono aUe soprastrutture feurlali ancor esistenti nella prorluzione e nel costume del vostro ){ezzogiorno. La formula, chiamiamola II donchisciottesca n, lascierebbe aduuque, il dubbio se e fino a quanto esista fra Austria ed Italia il rapporto <la ricco a povero. Ma, allora, che cosa c'è fra l'Austria e l'Italin che si ripercnote e conturba i rA.pporti fra i suoi proleta.riati? Un mercato comune di concor– renza: L'Oriente. Su di ciò siamo inizialmente d'ac– cordo ('). Ma, ~e così è, che cosa possono chiedersi reci– procamento i due proletariati? Una cosa sola: Che UDO Stato non conquisti, con l'espansionismo politico, il monopolio di tutto o parte <li quel mercato di concorrenz8 1 a danno <lell'altro, e siit così la~ciato a.perlo Il campo alla sola competi– zioue economica, ini,;eparabile <lalla civiltà capita– listica. Ed ecco, g-eneralizzan<lo, là- formula che rni par– rebbe da prnporsi come linea 1liretti,·a inderoga– bile dell'Internaz1onale proletaria. Lo ~tatu quo dunque? 'i. ma non quello. ~uhdolo ed irto d'in– siclie, della 1hplomazia e <lei capitalismi; ma una azione vig-ile, aln.cre 1 armonica, diretta ad impe– dire a flUal~insi 8tnto ogm ulteriore coufluista di territori. suscettibili di tm!ò!l"orm1rnsin monopoli d 1 esµansione cap1tal1stiC'a ( 1 ). L'guropa ci i:;i prf'senta O.!!!{i, nelle sue divisioni statali, 'lUR.leil prodotto, giU. più che secolare, di un'evol11ziu11e capitalistica \auch\ta a tutta car– riera, senz'altro freno che il cannone, senz'altra guidn. che il torno.conto <li grnpµi nemici; oggi la nuova civiltà proloLnriu, uo11 µuò che intonare il (1) l)'llOCOril1HBl11lO l)Ul'O riel IOll!lrtlr(• com1,L1.:tllment,,que~to vero od lnlrlnsr•oo nnt 11rml!tmo rial roi;ì 1l1•Ho lrréllcntlsmo, nel qualc, pcr 1•ua1i11almrno, Il fl\Uor,• 1•co11omtco1•uIn scconll_Rlinea [ {tJ t <'vldenlf', p('r catnqilo, l'ho un'circntualo ce~~lono del Trellllno all'ltalla o dolll1 l,orona tetlt~1ca alla t"rancla non 1,otrebbe conslde- l rars1, In questo senso, u1111- Jcelono dello atat11 ,,110. suo u alt! n· Voler rifare oggi la carta d'Europa, con criteri ili nrn~gfor giustizia clistributivai sarebbe l'ipiumlnu·13 nel pa...-.sitto per la smania di anticipai· l'avvenire. Nè il pruletariatu a.vreUlie la forza da. tauto, se pur Dl~ avesse la volontà. Lo slalu quo, inteso co~ì, rappresenta (occorre dirlo?) la miglior difesa <li quello che io mi ostino a chiamare il s,,prcutissimo bene per il proleta– riato, lu. pace, sutto l'eg-icla. _della quale soltanto esso può mtrecciare le {ila d1 quella tela, che tu ben vai auspicando custode di vita, e non lenzuolo di morte. Ora (e qui torno, te lo prometto, per t·uttima volta alla teHi iuiziàle), il proclama dei 6 otto– bre (anche n pi-escindere tlalle conseguenze che ebhe) non può chinma. r.si una lesione dello stalu quo, ma soltanto una minaccia contro lo statu quo. E tippuuto contro questa minaccia i socialisti austriaci protestarono colla parola e col voto, anzi sn <li essa imperniarono il loro contegno d'oppo– si:,\ione alla politica dell'Aehreothal. LH. recentissima rivelazione d13Jl1esistenza di un I rnttato segroto a.ustro-russo del 1876 ci proYa che. g·iiL i11 qnell'unno o nella previsione di una pros• sima j..{uerm, la Russia (che era allora Ja. potenza più interessata) tw<.wa dato all'Austria la mano libera sulle •lue proYiucie da essa occupate due anni dopo. "E proprio oggi mi è capitata sott'oc– chio (pubblicata da un te ste c lassico, il nuovo J..!iOrnale milita.riijta /.,,(t r>,· e.pw· a:ione) la lettera ,li un diplomatico austriaco pres so il Quirinale al Se~retario ge.nernle del Ministero italiano degli esteri, da cui risulta. che l'Italia, sin da.I IE-"31 (e proha.bilmente anche prima), non poteva illu– dersi ~ml riµo~to sii.tnificat.o che l'Europa. a Ber– lino, aveva inteso di <lare col mandato d 1 occupa– zione delle due provincie ( 1 ). La. lesione, che 1>osit.ivamente turbò, a danno d~ll'ltalia e a vantag~io dell'Austria, la gara dei due c~pansionismi, è dunque consegnata di fatto nelle pagmo ilei 'l 1 n\.tlato di ll~rliu_o. Ma avrèbbero do– vuto (e la,,.ciamo staro Il nsultato!), avrebbero dovu to i socin,liflti austriaci fare lo sciopero gene– rd.le o eccitare il mùrnlo alh\. guerra contro l'Au• stri a, per corl'eg·P;~l'e il '!1rattato di Berlino? E allora perchò non !-11pretende clttll' lnternaziona.le proletaria la cor1·ezione clei trattati ant erion 1 d i }.,rancoforte, cli Parigi, di Vieouai di Acquisgraua, di Yestfa.liu., <~cc., ec •.. fm o~mmo tlei quali si erige tuttora qna.h:ho f'r111nmcnto ili quella disparità di evoluzione economica che ha. creato gli II Stk.ti bor!..thPsi n e gli "'Htn.ti proletari,,? Quello che da.i socia.lii;.ti austri1\Ci si può e si deve chiedere (e nulla, nelle loro m1mift->stazioni ufficiali, auto– rizza a cre,lere, invano) è che ogni, per quanto pazzesco, cona_to _<lell'Aus~ria di procedere nelle conf'}uiste territoriali e nei relativi monopolì eco- IIJ Olcr I I lettera Ilei conte W\mpll"en: ~ F11cendo naturalmente anra:done dAlla nosnla t'd •:rM•govlna o da un e1·encuale cambia• mion1Onl'I diritto di Stato e di 1ovrAnllÌì. ec,•., ecc., 1· Austria-Ungheria dichiara di YOler rl11pet111re lo 11t11/11 1•1ò, eco. ,.. E più socio: " A parto Jetll ovent11all e JJN ora 11000 11robAblll 011mblame11t1 nel diritto Il! Stato e eon11111ti\della llo1nia l'd f:ue1rovln11, ohe 11otrebboro compiersi anello 81'11:411 vloluro lo elu/11 ,,110 In Oriente, ooc. ~ Per essere un dll)IOri'llltlOOU ('QlltOWlm1>11"011 1 011 l)Otovn parlar 1,tù chiaro C dlmo- 8trnro Oht.l l'orOlqHtzlone dol 1~;11, nollu conco1.lono nocettatll o subita dnll'nrropaJfO di norllno, orn llon tllvorM tln qucl!n olio tu Oltl dOI• l',\IUlti-111 In ltnlln frn Il ltllf> O 11 11160.(lllelle \lOVOV!'.U\O ossoro tem– pornnoo, 110IOhÒ ern rhrn1>uto 0110 ogni ostensione del tlomlnlo austriaco 111 ltn\Ln ollr<l ! trnttnt1 1lcl 18Hi vo11Lv11 oonsldornto dall'E11ro1>a come uno i1hll11nl'lll.rtl dQI C'Olllr!IIJl>l'MO tlOI oosldotto cqu11lbrlo europeo. Tan111 vero olio, c1ua11do,dovo Il 1851,l'Austrh1 ('Slhn-n ad andMrseno dflllO l.(')l"QZIOIII o dal {\Ul'IIII, la l"ranclfl. In barba. lii ~ non Inter• vento ~ ooeu11ò Anco111L1wr costrlngero l'Auilrl11 a rlentrnre nel suol contini.

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