Critica Sociale - XVIII - n. 18 - 16 settembre 1908

CRITICA SOCIALB 2i9 Nel primo caso occorrerà far sapere cho non suppo– niamo così imbecille la borghesia monarchica da calai' giù dalla sua fortezza J>arlamentaro le scale a corda, con le quali possiamo comodamente ~alire. l'{emmeno !'li potrà immaginare nn deliberato di Congresso che getti il partito allo sbaraglio di una agitazione tumul– tuaria a base di dimostrazioni, di invocazioni, di pres• sioni esterne, di scioperi generali politici, proprio nel momento in cui il sociali~mo democratico allunga una pedata all'anarchismo corporativista, catostrofico e scio– peraiolo. Qui si appunta la mia obiezione-proposta. Se voi vo– lete conquistare il suffragio universale, dovete adoprare e sfruttare interamente il suffragio ristretto come e ora. !}esempio degli altri paesi per noi non calza. In Austria si facevano le clamorose dimostrazioni di due• centomila persone sotto le finestre del palazzo impe. riale, perch6 non esi~teva neanche un mozzicone di diritto elettorale, e il popolo era completamente esch110 dalla formazione dei poteri legislativi. Avtissero avuto il nostro diritto elettorale, e forse i compagni dell'Au– stria avrebbero saputo penetrare a drappelli e a batta– glioni nel Parlamento, senza fare tanto chiasso attorno alla loro forza, senza menare molto vanto dei loro progre~si. n diritto elettorale-politico eii amministrativo, oggi, in ltalie, non è, non può dirsi basato sul privilegio. Si richiede soltanto un po' di sforzo per saperlo con– quistare. E a questo Rforzo il partito socialista italiano ha sempre negato qualsiasi importanza. Ci sono dei socialisti militanti - e non degli ultimi - che si tro– verebbero imbrogliati a presentare una domanda d'iscri– zione nelle liste regolare e completa. L'idea che si debba umiliarsi a codesto lavoro di ricerca di docu– menti e di preparazione agli esami dinanzi al Pretore, per conquistare il Comune o per portare via il Collegio, non entra che nelle teste di pochi. Si a~petta la vit• toria clalln. conversione degli avversari, dal morire dei vecchi, dal maturare dei giovani, dalle grosse bestia• lità del Governo e del partito dominante in Comune, dai compromer,isi con gli altri partiti; eia tutto si spera e si attende qualcbecosa 1 fuorché da se stessi, dal pro– prio lavoro metodicamente organizzato e tenacemente compiuto. Quando 1\forgari dice che sia1uo ancora troppo deboli per assumere Paria di gente che può decidere, con una tattica piuttosto che con un'altra, dei destini politici del paese, ha indubbiamente ragione; ma anche lui, come Padre Zappata, ha solo predicato bene, perchè tiene da anni parecchi il Segretariato della Direzione del Partito senza aver neanche tentato di dare forma con– creta e pratica a•.tuazione alle bellissime proposte che sa presentare ai nostri Congressi. E baciate che si tratta della cosa pllL semplice e comoda che si conosca. Si tratta di rispettare la legge elettorale vigente, per spremere da essa tutti i vantaggi che può recare. Su 8.711.5-!2 maschi maggiorenni, 4.891.580 sanuo leggere e scrive:e e solo 2.511.327 sono elettori. Ci sono dunque ancora pilt di due milioni di italiani che sanno leggere e scrivere e non sono elettori. Il campo può essere mietuto con buon profitto. J~ questione di farsi avanti. Esempi ne conosco pochi, ma parecchio h1trnttivi. A Reggio Emilia sebbene i! lavorìo di edificazione so– cialista non abbia sofferto mai interruzione, i nostri compagni si trovarono nel 190-! con una minoranza di circa cinquecento voti. Si accorsero allora di aver trascurato per l'ultimo biennio il lavoro elettorale. Niente paura. Dotnrono di maggiori mezzi l'Ufficio già esistente e 1 senza altro di<iperare, attesero le successive eia.morose vittorie. A Carpi - iu provincia cli Modena - i socialisti riuscivano a vincere politicamente nel nomo di Bertesi, ma non potevano mai rovesciare la consorteria cleri– cale che li governava; sebbene accorressero, nell'ul– timo periodo elettorale, i più validi oratori socialisti in favore di quei compagni. Istituirono l'Ufficio elet– torale permanente che, dopo nn anno di lavoro quasi ignorato dagli stessi socialisti, preparò un blocco di voti da stravincere e sbaragliare per sempre la coali– zione clerico-moderata. Altro che cercare la fon;a nume,·ica nei blocchi al– leanzisti ! Quello che si è fatto a Reggio e a Carpi - e parmi anche ad Alessnn clria - può estendersi a molta parto d 1 Italia. La signora KuliMioff pone innanzi la impossibilità in cui si trova il Mezzogiorno di raggiungere l'esercito proletario del Nord; e il Mezzogiorno manda una le– gione di deputati devotissimi a tutti i Governi. Per quel proletariato, e fra di esso SOJJratutto, si dovrebbe promuovere l'agitazione pro-suffragio universale. Va bene. Ma stiano attenti i compagni cl'Itn.lia di non smarrirsi, di non distogliersi dal lavoro che può, che deve essere compiuto oggi con immensi vantaggi. Mentre ~i propugna e ~i reclama il ~uffrag·o univer– sale, bisogna insegaa[e ai lavoratori a conquistare il voto con le leggi vigenti. .--\ocheper smentire- presso la gente di fuori che guarda alla nostra azione - la leggenJa (pur troppo in parte veritiEira) delln. nostra perenne instabilità, della frene'lia volubile con la quale affastelliamo cento proposte, ci abbandoniamo alla confezione di programmi e alla elencazione di cose nuove, incapaci di perseverare in nessuna di esse, di dn.re un esempio di costn.nza 1 di metodo, di volontà. Am1.CA1H: S1·01tc111. Sehhene io non sia fautore del hlocco nella forma in cui lo vuole Modigliani 1 credo tuttavia che la indifferenza o la benevola diffi.Lienza, cli cui lo gra• tificano i frondisti del socialismo riformista, non ah– binno ragioni giustificative. Ormai il Congresso si approssima e le mie osservazioni g'iun~eranno in rita1~do 1 ma io penso che, anche dopo il Congresso, la questione rinrnrrò. accesa e non sarà male che tutte le ca.m1,ane abbiano fatto sentire il loro suono. l/argomento principe, l'argomento mitraglia, che dovrehbc colpire e frantumare i fautori del blocco è - se bo bene inteso - il fatto che i radicali hanno :tpprovato alla Camcrn le maggiori spese per i can– noni e le fortificazioni a pii1 sicura difesa del paese. Ma questo argomento non prova nulla perchè prova troppo. Se il fatto si considera isolatamente senza metterlo nella sun vera luce, e si ritiene come la crittogama. più vera e maggiore distruggitrice rii ogni seria riformiL, allora s~ ne de\fe dedurre non l'au– tonomia dei singoli Collegi, ma In negazione del blocco democrntico. Se il Partito Socinlista deve so– stenere intero il suo programma o so questo pro– gramma non si può - come il famoso carciofo - spogliare di alcuna sua brattea. senza rinunziare a mangiarlo tutto, i frondisti debbono assolutamente combattere il blocco, che non riuscirebbe già ad utili compromissioni, ma solo a diffondere la nehbia della confusione fra i vnrì partit.i alleati, obblig-nndoli al• l'impotenza.

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