Critica Sociale - XVIII - n. 18 - 16 settembre 1908

Critica Sociale f?IVIST .Il QUINlJICIN.IILE DEL S(JC/.IILIS/11() Nel Regno: Anno L. 8 - Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L. 1.0 - Semestre L. 5,50 Lettet·e e vaglia aWUfftclo di CRITICA SOCIALE - MILANO: Portici Galleria V. E. 23 Anno XVIII - N. 18 Non si vende a 1m1ne1·i sep(o·ati. Mllano 1 16 settembre 1908, In occasione del Congresso di ),'i, renze e per alcuni giorni successivi la Direzione e l'Amministrazione della Critica si assentano da Milano. I committenti e corrispondenti per ... donino i ritardi che ne saranno con,., seguenza. SOMMARIO Politica ed Att.ualità. Pa,·tendo per Ftn11zt: Pra due ConyrtsSL (L,1. CIIITICA SOCIALt:). L'<J1"dt11e del giorno lit quale arlu·u.,,w ( 0 •). l'e,· !e mie co11c111stont: Dopo Moàtn(I (Avv. G. E. llODIGLIANI). J11tor110 /tl Sll(fragto u11tvt1rsalt (AMILC,!,.RI, STORCIII). Al/COI"(/ àet blocco {Pror. GUIDO Ct:CCARONI). J;a legge s1111'em~g,·<1zi<me, Il (IIIHl) il)Ott. ATTILIO CARIATI). 111 tema cH ,·tposo ebdOl/l(l(/(WIO ll'ror. ANGIOLO CABRJNI). Filosofia, Letteratura e Fatti sociali. li punto dt co11tatto fra Cl'istiaiusimo e Socialismo (A\'V. l>Ol!ENICO $!'ADONI). PARTENDO PER l'IRENZE l'ra due Congressi. Col dire che il Congresso operalo di Morl.ena sa• rebbe " la prova generale del Congresso socialista 11 - come ha fatto ripetutamente, fra gli altri, il Gio1·nale d'Italia - si sono confuse due cose molto distinte fra loro 1 e che giova rimangano tali. Un Congresso operaio - vi partecipi~o pure, com'è • :naturale, uomini politici di varì partiti, e special– iriente socialisti - non può essere 1 per defiuizioue, che ... un Congresso operaio. Potrà avere, a seconda (lei luoghi, dei momenti. delle persone, 1lello stesso svilnppo più o meno maturo della classe operaia, un carattere e una tendenza politica più. o meno accentuati; potrà, dove il partito socialista è fiacco, inerte où assente, sostituirne in parte le funzioni; dove invece è invadente o troppo rigido, stabilire dei limiti di competenza, o anche staccarsi da esso e contrastare ad esso, per guar~ntire a sè quella duttilità di movimenti e di adattamenti che sono necessari al movimento economico operaio e che il dottrinarismo cli un partito può qualche volta disconoscere od inceppare. Nella evoluzione naturale del movimento proletario, quale la vecliamo, sotto la pressione rleL capitalismo, presentarsi analoga> se non Lllentica, in ogni paese civile, è probabile - per noi socialisti questa probabilità si converte anzi in uu dogma - che ogni partito di lavoratori, spinto dall'esperienza delle sue battaglie sempre più arditamente sulla direttiva socialista, teuderà a combaciare con quel partito la cui dottrina fu definita la filosofia del movimento proletario: e potrà darsi, che in un tempo più o meno rimoto, i due mo\'imonti, influenzandosi reciprocamente, fini· scano a coincidere per guisa <laconfondersi insieme. Ciò uu11 toglie che, uel preseute periodo storico e non soltanto in Italia, il movimento operaio sia e debba essere un movimento a sè, quantitativa– mente più v~sto e qualitativamente pitÌ. aug;usto del movimento socialista, e meno determinato e specificato di questo. Uiò deriva anzitutto dalla mentalità della massa operaia, l1ella quale i diri– genti - anche se, per ipotesi, fossero tutti socia– listi - debbono pur tener conto, e la quale è pre– va.lentem~ute attratta da problemi che nou sono se non un frammento del problema sociale gene– rale: quelli, cioè, che si riferiscono al contratto di la• voro e alla immediata tutela del diritto operaio nelle presenti condizioni sociali. Deriva inoltre, e sopra• tutto, dall'interesse che ha e sente il movimento operaio - nella sua opera fondamentale di asso– ciazione per la resistenza - di attirare a sè e coaliz• zare in compatta solidarietà morale, offensiva e difensiva, il maggior numero µossi bile di lavoratori salariati: tutti anzi, almeno teoricamente, i salariati di un 1 arte, dì un paese, di un'epoca, in ragione del loro fondamentale antagonismo colle imprese, coi padroni, coi dominatori della produ;-,ione; e quill(li grosse schiere di salariati, che non sono tutti, nè in maggioranza, coscientemente socialisti, molti dei quali propendono ad altri parLiti, e i più sono a dirittura apolitici. Di qui quella che sembra con– traddizione, incertezza, paradosso insolnbile del mo– vimento operaio, e che ebbe così !argo riflesso nel CongreRso di :Modena e procurò ad esso tante facili critiche di censori superficiali: e che non è cou– tracldizioue, ma, semplicemente diversità. :fra l'essere e il divenire, fra la realtà e la tendeuza. fra Poggi inevitabile e il domani probabile del movimeuto medesimo: al quale le l!,ederazioni e le Confedera• zioni operaie porgono come un crogiuolo. dove gli elementi apolitici diventano µoli~icì a mano a mauo e si accostano fa.talmente alla direttiva socialista. Ma questo non pnò avvenire subitamente, per coa– :-.:.ione violenta; la Lega operaia non pnò che age– volare questa spouta,uea eùucazione, senza sforzarla in nessuu mo<lo (1). Una tale condizione di cose; essendo tutta insta– bilità. e movimento, rifiuta di natura sua la. cristal– lizzazione precisa e l'accettata di una formula breve. Di qui le oscillazioni del Congresso di Modena, ag– gravate ancora - nella questione dei rapporti coi _partiti politici - dalla incertezza, non uinanamente superabile, de!Patteggiamento dei vari partiti più vicini, che si affaccia.vano al Congresso, mezzo tra spettatori e partecipi. I radicali 1 per mezzo dell'on. ( 1) Questi concottl, d'altronde elementari, 11011 sono rormnlatl oggi ud oppot·tun\tù; cui rormarouo sempre lu sostunza del nostro erodo vollllCO In questa mi~tcrla. Veggasl, ad es., l'opuscolo di 'l're,·cs, Turati, Bonornl o Cassola: Le Leg11e di 1·tsi.ste11zl1 e u partito socia– Usta, estratto ùl articoli ùella Crit.ca ùol 1901 (nella Biblioteca dl– propaga11da: ccut. 20),

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