Critica Sociale - XVIII - n. 18 - 16 settembre 1908

274 CRITICA SOCIALE Vicini, vi portavano delle simpatie generiche, e una I dichiarazione, 110n sappiamh quanto autorizzata, in fatto di opposizione a maggiori spese militari, che a buon conto era smentita pochi giorni appresso da uJl suo valoroso collega, Fon. l 1 'era. I repnl.Jbli– cani. i quali (sia detto di passa~gio) furono fino a ieri gli alleati tlel rivoluzionarismo economico 1 con– tro la corrente riformista od evoluti\·a 1 di cui la Confederazione del Lavoro è la pratica espres– sione, ora si atteggiano invece a fautori e quasi a precursori della corrente medesima, òichiarauo di accettare " una certa lotta di classe"' a carat– tere specialmente cooperativo-mazziniano, e pos• sono in fat.t,o vantare la partecipazione effett:.iva al movimento confederale per mezzo delle loro associa– zioni romaguole. Più nitida, più spiccata, più certa, per ragioni di origine, di fondamentale e profonda. convergenza di ideali e di spirito, la parentela col partito socia.listn - rilevata nella frase, poco im– porta se più o meno felice, delle possibili alleanze coi partiti Il che accettano il metodo della. lotta ùi classe ,, - senza però che neppure con esso si af\ermasse uua identificazione,che nou sarebbe stata nè prudente, uè sincera; uè aggiungiamo anche questo ùal partito socialista italiano, quale si ri– velò nell'azione di questi ultimi anni, interamente meritata. Assurdo è dunque e sofistico censurare il Con• gresso della resistenza, o per nou essere stato ab• bastanza 1 o per essere stato troppo socialista. Esso rispecchiò uno stato reale di cose, che doveva ap– punto confessare e non snaturare. La espressione indeterminata e generica. ch'esso attribuì al pro• prio carattere di fronte ai partiti. permette a que– sti - ad eccezione dei partiti estremi, conserva– tori rabbiosi e rivoluzionari ultra - di dichiararsi soddisfatti. tutti sperando di cavar qualche pro– fitto per sè dalle nuove forze organizzate che il Congresso rappresentava. Qnauto le speranze siano fondate deciderà. l'avvenire; e Pavvenire dipenderà. anche dall'azione di quei partiti che ne attendono ansiosi il responso (1). . * * L'illusione che il Congresso di Modena dove~se essere i.: la prova generale 11 di quello di }'ireDze, olt:.rechè f'ondal'si sulla circostanza che a capo della Confederazione ùel lavoro siano parecchie delle personalità più eminPnti di parte socialista, deri• vava specialmente dal fatto che gli sforzi della Confederazione e quelli del Partito socialista si ( 1) La l'U«, gonorlonmonto rndlonlo di tendenze, 11011 sonia r11r l'occhlollno dolco al cOSldetto nuoyo 11artllo demoorallco cosUtu:t.lo• nale, ò llefa dell',rndameuto del Congrea~o di Modeua e se ne vale, J>Crbocca di /:.'tnw,o, a diminuire Il stgnlflcalo del Congresso :-;ooh,– llsta, a cui Modena aneblle !,l'làralclato Il 110110 davanti· tnteutlalll \I neno bloccartlo, elio iul 1.·tr1wio, dopo Modena, !!Ombra bell'e mnturo. I rep11bbllcan1, nella lt{lglo11e <ll Roma e nelln 1,we,·fèl di 1un·enna, tnalgrndo Il loro ma1uonteuto 1>or l'ei;olu1110110 rormale co11ton11t11 111 quel ramoso iricli;o della lotta di c1n1111e, lj\ rnlleh'rnno ti! u1111 coo– perazione praUcamouto possibile e tlolla nomino (Il pnn•ccM del loro nel Co1111!gll dlret11,•1 tlel114Confederazione del lavoro. - •·1·a I (·011- i;enatorl, ltt 1·e,·1e1·ei-(111::a denuncia Il trucco Indegno del reietti del 1100\a\lsmo (!) che 81 valgono della ap11flr('n:t.aKl>Ollilca delln. Conru derazlone per rUMsl una cuontela e ,•oJgerln. di nuovo 1\I 11111 11011- llcl del para,ssl1lsmo di classe (sic,; Il Ulonwle d'llali(I, che 110110 corrl~11011de11zo 111u,·c nmoreggllu·e col 11111110.calletl contro l rlfo1•ml~ll dtlla Conrcdornzlone, che nccullÒ cli spirito borghese (sic!), 111uu iu·tlcolo succcn!vo ,·etlc, nc!l'attegghunenco del t'ong1•01j~O, hl nrw - o forse corro tro11po tll ogni 111ovluit·nto r!,• olu:t.iono .1·10 ln ltnlhl. Quelli che ,·omltirno I 11mgglorl !m11ro11erieouo I slndacnllsl! rlvo- 1u1.tonr.ri (lutfn111..:Lo11alt, .SCi11Ulla, J',.opaq<mdu , col bruciore 1ml ,·lso Clegll BChlAffl1,rodlgall loro dnl Congres,o: ma (JUello di essi che è JllÙ dottrlnnrlo, };urico Leone, ~1 com111ace tulta,·111, 11el .Ile,• Mlfl(lero, del Blntomt che Il Congre!lijO rh't'IÌl 1 della tendcnzn tkl mo– , lmeuto O(ICrl\lO U rur da sè. emanelpRlHIOHI dl,1111tutela di ()!,;111 1mrtlto, unchc ijQCl1\ll8l11. t:, se 1$1 coutcn!u 1 l>oatu ltu i trovano ora polarizza.ti contro un avversario CO· mune: il sindacalismo rivoluzionario. Il fatto ha certament,e importanza, e l'a.tteggiamento risolui,o del Congresso operaio - sebbene detenninato 1 più che da ra~ioni teoriche, dai contraccolpi fioan,.-:iari disastrosi dei recenti scioperi sindacalisti del }.,er• rarese e del Parmense - aiuterà senza dubbio il Part.ito socialista a uscire da perplessità troppo a lungo durate. Queste perplessità, che la formula integralista - checchè affermi in contrario il suo più abbondante e geniale teorizzatore, Orlclino Morgari - cooperò a prolungare con gravissimo danno di tutto il movimento, sono ormai vint.e an– che pre~so coloro che a quella formala apparen– temente aderiscono ancora. Ma avere un avversario comune non è che un tlato negativo. Significa ricusare c1·accordo certe finalità e certi metodi. Nulla dice di preciso sui metodi e sulle riforme che si accettano e si hanDo di mira. In questo campo, come già avvertimmo 1 il moviment,o operaio non può avere nè la lar– ghezza di vedute, nè lo slancio. tli un partito po– litico.sociale. che riassume, o dovrebbe riassumere, nei concetti e nell'azione, uu largo segmeuto rlel– l'evoluzione storica. Più che la LI prova generale,, il Congresso di Modena dovrebbe essere stato, tutt'al più, la LI prefazione ,, ciel Congresso socia– lista. Al movimento operaio, cli sua natura pigro e massiccio, spetterebbe al partito socialista infou– dere un'anima e legare agli omeri le ali. Ne ha oggi la possibilità, ne avrà la forza, il Partito socialista italiano? Questo si domanda al Congresso imminente di dichiarare sinceramente a se stesso. Il " disorienta1nento 11 di cui accennammo iu altri articoli, da cui tutti sembrammo per un mo• mento colpiti, ltnde, indubbiameute, a risolversi, anche in virtù della discussione fraterna. In questo stesso numero della C1•itira, ecco il nostro amico Modigliani, dopo aver predicata la - virata di bordo ,, del partito, effettivamente - e lodevol• mente virare di bordo alquanto egli stesso, git- 1,andoa mare la zavorra delle minori riforme giuri• dico·politiche che ingombravano il suo ordine del giorno, penetrando la sua proposta di propaganda JJel suffragio universale di quello spirito, non sol– tanto idealistico, ma anche positivo, che caraUeriz• zaYa gli scritti f' le proposte di Anna Kuliscioff e, in sostanza, accostandosi a noi. Questo articolo del Modigliani noi stessi potremmo sottoscrivere quasi senza riserYe. Rimangono la questione delle tendenze e la questione del blocco. Respinti orma.i, o esulatisi da se stessi, i sinda– calisti rivoluzionari dal Partito, il dibattito delle tendenze, ridotte da una triplice a. una duplice, perde la parte maggiore del suo contenuto pra• tico, si riduce, per nove decimi, a nna pura que– stione formale e verbale. Ne è prova il fatto che nei Congressi operai, 1love la teoria delle tendenze si cimenta alla prova dei fa.t,ti immediati, le tendenze effettive e tangi– bili non furono mai altre che due: la evolutiva) che fu chiamata riformista, e la rivoluzionaria. o, più o meno larvatamente, iusurrezionale: per la sottiglie7,za integralista non si trovò mai alcun posto. Ne ò prova ancora lo sforzo immane che il Morgari sta compiendo per tentare - con una :serie infinita di articoli, ricchi, del resto, di osservazionii prese ad una ad una, giuste ed acute - di dare corpo a quell'ombra il cui nome gli è caro. r1 1 roppe parole, davvero, se q_uell'ombn\ risponctesse a uua realtà. effetti vii, fuori della sua mente. La verili~ è

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