Critica Sociale - XVIII - n. 18 - 16 settembre 1908

CRITICASOCIALE 287 tedesche a considerare la "conquista. 11 degli addetti al commercio e degli impiegati di aziende private - flgli di proletari o cascami della piccola borghesia - uno dei più urgenti e importanti obbiettivi di quol grandioso movimento di resistenza. '!'ornando al riposo festivo, aggiungo che, anche nella radunata fiorentina su cui piovevano le miti ombre degli alberi del 1>arterre S. Gallo, io feci notare, sulla scorta delle rclici esperienze di paesi dove la ,,ita. economica e sociale vibra assai più intensa che in ltalia e dove pure si mandano " lettere che devono distruggere pic– cole ansiefa,, o cartoline-vaglia ..... sdigiuuatrici, come la riduzione del servizio postalo e la soppressione dei treni merci a piccola velocità di domenica. giovino al– Pin9\eme della riforma, sia perch8 remlono possibile anche ad una parte di postelegrafici e cli rerro,•ieri il riposo in un corto numero di domeniche, sia pcrchò il servizio ridotto o soppresso agevola l'osservanza della leggo nelle aziende commerciali e negli sturlì indu– striali. Quanto a.I lato economico del riposo fcslivo nel com– mercio, importa che i commessi sappiano resistere - come infatti resistono - al teutativo, osato da alcuni padroni, di ridurre lo stipendio metHile in ragione dello giornate di chiusura dell'azienda Per le cameriere di case privale poi - come in ge– nere per i domo,tici - so1tennì o sostengo doversi in– cominciare anche in Haliu. a piegare le leggi sociali sul probivirato, tiugll infortuni, sullo assicurazioni o sui ri– posi verso questo umili e trascurate categorie: c 1 nei riguardi delle u serve 111 dissi e ripeto che, se le ragazze oggi preferiscono la fabbrica e il campo al servizio nelle caso della gra9sa. e della minuta borghesia, ciò dipende dalle condizioni di servitù in cui tuttora lavorano i do– mestici, specie se donne. -~ invocai per queste, come aniameoto al riposo settimanale, il diritto alla libera mcita per una mozza giornata la settimana. Sulla convenienza di una revisione della legge, diremo così, vigente, è opportuno ripetere ancora. una. volta che, nel Consiglio Superiore del lavoro come nel Parlamento, gli amici della. riforma non dovono formulare precise o concrete proposte che quando anche il regolamento sulle industrie sia andato in vigore e l'esperimento sia stato compiuto, osservato e rilevato: per ora parmi che della legge 7 luglio 1907 possa dirsi essere lo migliori <lue disposizioni insidiate e sposso annullate dall'art. 7 che nutorizza i preretti, sentita la Giunta Comunale, a consentire l'apertura antimeridiana domenicale a tutti i negozi II nei Comuni dove la popolazione rurale si reca abitualmente la domenica per rare i suoi acquisti II e dal capoverso dell'art. 11 che dà. facoltà. alle Giunte stesso di stabilire II che per determinati rami di com– mercio, quando lo esiga110peculiari co,idizio,ii. locali, possano i proprietari tenere aperti i negozì, rermo il divieto del lavoro dei salariati ,,. 'l'1lli deroghe ai divieti d'apertura costituiscono un genere elettoralmente così commerciabile e commerciato da Giunte moderato e popolari, che si va facen(lo sempre piì1 strada, nei fautori di una larga osservanza del ri– JJOSO ebdomadario, la convinzione della necessità di emendare gli articoli citati col trasferire dai Prefetti e dalle Giunte Comunali al :Ministero di agricoltura, in– dustria e commercio - su parere del Consiglio del la– voro - le attribuzioni portate dall'art. 7 e sostituendo al u caso per caso II il sistema dell'elenco-tabella che distingue i Comuni con commercio effelth·amente ali– mentato dalla popolazione runile dagli altri i e con l'abrogare senz'altro la coda appiccicatfl. dal Senato, sotto forma di capover.90 1 all'art. 11. - Avrete ancora una ,,olla l'aiuto dei proti, osserva scandolezzato il prof. Andri11\li. L'aiuto dei preti? L'avrei desiderato un 1>0' più ener– gico: co:11corno sarei lietissimo di ))Oter contR.re sul– l'aiuto dei proti per altre rifonne nel campo della le– gislazione sociale. 1rra le declamazioni anlielericali di certa democrazia vacua o di certo socialismo allegro, e la più modesta leggina che difenda la pelle dei lavo– ra.tori anche in nome di domoneddio, io non esito un istante nello scegliermi la compagnia. l•'ilippo '!'urati può testimoniare circa il bell'aiuto da– toci dalla tstrema Sinistra o dal Gruppo parlamentare socialista - presi come entità. collettivo - nell'azione parlamentare per la legge sul lavoro dello doune e dei tnnciulli, per l'ispettorato dolio fabbriche, per il riposo fo5tivo! A:.OIOLO CABRI:."!. Avete le 1iri111e tre a1111a.tc? L' Amministrazio,ie della Critica è disPosta a rfoambiarc co,i u,ia qualsiasi successiva umwta, 1·Uegatr,,,oppure co,i tm an1io à 1 abbo1lamentu, l'invio che le venisse fatUJ della, 1a., 2a o 3a annata (1891, 1892, /893) di Critica Sociale in buono stato di consenazio11e. Ilpunto di contano fraCristianesimo Socialismo Scusate tanto, ma nella vexata quaestio mi pare ab– biate un po 1 torto tutli quanti. e nella negazione, e nell'aguosticismo. Si dice: cristiane::-imo o :;ocialismo sono in antit~~i, perchè l'uno è il trionro della meta– fisica e di Dio, l'altro è il trionfo del];\ natura e.... della dea H,agiouej l'uno ha condotto all'apologia della rassegnazione e della rinuuzia, l"altro all'apologia della ribellione e della conquista; Funo ha portato alla Cbie/_ja cattolica, che nella società è II la forza più eminente– mente conservatrice .., l'altro ha portato all'organizza– zione opemia, che è la forza più eminentemente inno– vatrice. Questo procedere logico, per antite~i, pare non faccia una grinza, non è vero? Eppure .... eppure, riflettendo seriamente, si deve finire con l'accc-rgersi che es~o C troppo 8emplicistico, che i11 es~o e qualche stortura. Come persuadersi che la buona novella, che Cristo volle annunziata ai pove1·i 1 quella religione la quale, a detla dell'Apostolo, è tutta nella massima: ama il 1n·ossimo tuo come te stesso, sia in opposizione con quella dot– trina che proclama il lutti peI· uno, uno pei· tuUi? C'è qualcho cosa, in quella logica, che stride con la storia, !a quale è là ad attestarci che la. preistoria del socia– lh,:mo, il sociali-:mo utopistico, appartiene 4.uMi esclu– :-1ivamente alla storia del cristianesimo. E ancor oggi i .«ocialisti, bon griJ, mal g1·t\ nell~ loro propaganda trovano comodo richiamartii al Vangelo, riufacciando ai sacerdoti di tradire le massime di Cristo. Fra cri– stianesimo e socialismo è cluuque una affinità. segreta, incancellabile. La realtà. è cho si tratta di due grandi mo\"imenti sociali, che hanno avuto comune il punto di partenza: il doloI·e, la mise1'ia. Procede11do pure, iu ovi lonta11i 1 per due ,•ie diverse, Pu1m mi:;tìca, Faltra po:;iliva, ussi

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