Critica Sociale - Anno XVIII - n. 13 - 1 luglio 1908

206 CRITICA SOCIALE proposta di legge. Essa potrà essere migliorata e modi– flr.ata. Noi per ora vi chie<liamo solo che sia presa in considerazione. Non è nè vuol essere legge di sospetto, di ferocia o di rappresaglia. Se volessimo leggi feroci, basterebbe aprire il Codice penale militare, nel quale, per l'articolo 171, i militari che abusano delle armi, contro le folle tumultuanti, senza un'assoluta necessità, se ne consegua la morte di alcuno, sono puniti essi pure colla morte. Non mi consta che questa diSJlOsizione sia stata una sola volta applicata - e non me ne ramma– rico. Non ò colla ferocia che si risolvono questi difficili problemi del nostro tempo. Noi non domandiamo che un po' di luce, di giustizia ij di pietà. La legge, che noi proponiamo e raccomandiamo alla vostra considerazione, è nppunto una legge di luce, di pietà e di giustizia. (Bene! all'estrema sinistra). * • * PRESIDENTE. Jra facoltà di parlare l'on. presidente del Consiglio. GIOf.,ITTI, presidente del Consiglio ministro dell'interno. L'onorevole Turati certamente riconosce che nessuno più del Ooverno è Interessato ad impedire che si verifichino questi conflitti che tutti abbiamo sempre sinceramente deplorato. La proposta di legge dell'onorevole Turati avrebbe questo effetto? Non credo. La parte principale del di– segno di l~gge avrebbe come conseguenza che, in consi– mili caei, sì passerebbe sopra a tutte le garanzie della procedura, non si farebbe una istruttoria regolare, si porteiebbero gPimputati a furore di popolo davanti ai tribunali. Io non so se questo sarebbe un aumento di garanzie, o non piuttosto un'occasione per avere, anche nei casi in cui vi sia colpa, una assolutoria più sicura. Perchò, quando 11011 si raccolgono le prove del delitto, è impossibile trovare un tribunale che condanni. (Com– menti - Interruzioni). Pre~o l'onorevole Turati dl rare quest'altra conside– razione. Egli ha deplorato, nel principio del suo discorso, la folla impulsiva 0 1 più ancora della folla. impulsiva, l'azione di coloro che la spingono. Ora, l'argomento ca– pitale, di cui sempre si servono i provocatori di disor– dini1 ò questo: andate pure avanti, perchè il soldato ha ordine di non tirare. SANTINI. Mandano lo donne avanti! OIOLIT'l'I, presidente del Consiglio, mi11istrodell'interno. E questa è la maggiore dello ,·iltà. (Bravo! -App1'ova• zioni). Questi provocatori restano sempre in ultima linea, e disgraziatamente in tutti i conflitti non vi è mai un provocatore che vi abbia rimosso la pelle! (Bmvo ! - Vive appt·ovazioni). Esaminiamo con calma l'argomento, perchè è troppo grave. Io credo che una legge, la quale imprima nelle folle la persuasione che la truppa non userà mai le armi, sarebbe una causa grave di provocazione a nuovi conflitti. (Commenti). Io però sono cosl persuaso che uno studio diligente della leggo proposta dall'onorevole 'fu· rati convincerà non solamente la Camera, ma lui stesso ed i suoi amici 1 delle conseguenze non buone che questo disegno di legge avrebbe, che io, per queste cone:idera– zioni (si ride) e per il rispetto che debbo allo spirito di iniziativa dell'onorevole Turati, consento a che sia preso in considerazione. ( Vivissima ilarità). 'fURATI. Chiedo di parlare. PRESIDENTE. Ne ha facoltà. . .. TURA'l'f. Io devo dubitare che l'onorevole Giolitti, sempre così diligente, ma questa volta _animl\to da una prevenzione che mi limiterò a chiamare scettica, non abbia letto con attenzione il nostro disegno di legge: perchè egli mi attribuisce due concetti che sono la ne– gazione clelle disposizioni in esso contenute. L'uno si è che, per questa legge, le garanzie procedurali ordinarie sarebbero violate, e si trascinerebbero all'udienza i fun• zionarì e gli agenti a furore di popolo. Al contrario, nella nostra proposta, tutto l'organismo procedurale preparatorio rimane invariato; è ordinata un'istruttoria piena, ò previsto perdino il caso di un pos– sibile rinvio per supplemento di istruttoria. 'l'otto lega• ranzie sono dunque conservate; soltanto vogliamo che sia assicurata una discussione in pubblico dibattimento, ed ò una garanzia di più, la quale dovrebbe giovare anche agli agenti non colpevoli. PRESIDENTE. Non può entrare in merito. 'l'URA'fl. Rettifico i concetti erroneamente imputatimi e non entro nel merito. Il secondo concetto erroneo, che mi fu attribuito dal– Jlonorevole Giolitti, è che per questa legge ei avvalore– rebbe il pregiudizio pericoloso che la truppa non debba sparare. Ora la legge provvede appunto unicamente al caso in cui la truppa abbia sparato, e quindi evidente– mente suppone l'Ipotesi inversa di quella attribuitaci dal presidente del Consiglio! Io quindi pregherei la Camera di considerare la nostra proposta quale veramente essa è, prima di rifiutarne la discussione, perchò non ei chiede altro che questo .... Voci. Ma non si rifiuta! TURATI. Dirò dunque, prima di condentire alla presa in considerazione con una prevenzione ostile e per pu:ra cerimonia, io prego la Camera di voler considerare la nostra proposta quale veramente essa è, b non come può essere da altri travisata. GIOLITTI, presidente del Consiglio,tninistru dell'interno. Chiedo di parlare. PRESIDENTE. Ne ha facoltà. * * * GIOLl'rTI, pnsidmte del Consiglio, minisfro delCinterno. Io bo solamente accennato che si verrebbo a stabilire una procedura la quale passerebbe sopra alle garanzie, che nei casi ordinari sono sempre date. Noto poi che, se v'è un caso in cui sia necessario rac– cogliere le prove, è precisamente questo: perchè la cosa più difficile, quando il reato è commesso cla un'intera folla, o da colui che resiHte a questa folla, è lo stabi– lire da che parte sia venuta la provocazione. È precisa– mente questa una delle cose più difficili ad accertarsi. Quanto poi alla pubblicità. dei dibattimenti, io osservo che tutti i dibattimenti sono pubblici, e che per questo non occorre una legge speciale. Sono convinto che l'onorevole Turati presentò il suo disegno di legge nella ferma persuasione che questo di– minuirà le cause dei conflitti. Io però ho un'opinione diversa: credo che vi sia il pericolo di imprimere nella folla la convinzione che questa logge impedisca, in molti casi anche di assoluta necessità, alla truppa di far fuoco. Ad ogni modo, io ho concluso pregando la Camera di accogliere la presa in considerazione di questa proposta e di esaminarla con la maggiore calma possibile. (Com• menti). * .. Fu sotto questi auspici dì insistente ostilità e di tra– visamento voluto, che la Camera, uscita dallo sciopero generale del 1904 1 prese in considerazione la nostra proposta! (***)

RkJQdWJsaXNoZXIy