Critica Sociale - Anno XVIII - n. 3 - 1 febbraio 1908

IO ClU1'1CA SOCIALE Eppoi, tutto questo riguarda il domani; ma oggi come deve contenersi il proletariato~ Deve esso ri– nunciare a svolgere la sua aziono di classe, come si fil dal 1,roletariato di ogni 1mese, solo per a<,pettarc la catastrofe che Jo. consegnerà alla soggezione cli un'altra monarchia e di un al tro capitalismo? l•]vi– dontemente no. li prolotaria.to ha i 11teresse ad affret– tnro lo sclericalizzarsi e il de mocratizzarsi intimo e profondo della Monarchia e il maturarsi cli un ordi– namento nuovo, fondato sulla nutonomia e sulla fe– derazioue delle nazionalità e degli Stati. 2° 1~ contrario all'interesse della. democrazia o del proletariato l'accarezzare propositi bellici. J,'ora l· venuta di dirlfalto e forte che non si faranno più guerre per la conquista di territori. Il gridio, che si fa in tutti i paesi contro il militarismo e contro la guerra, mal si conciliil col covare, nell'intimo della coscienza, propositi di revcmche. Se, nell'avYenire, un diverso orientamento e un più raz;ionale ol'dinamento nn.r.io, rnle, Yoluti, im1)0sti dalla progredita coscienza de l popolo di ogni paese, porteranno a un 1 altra con• fìg-urnz;ione politica, tanto meglio. )fa è pazzesco pensare di contribuirvi con le intermittenti chiac– chiere irredentiste. Esse non otterranno che l'effetto di dar ragione ai militaristi, ai ternaioli, ai forni– tori d'anni delle due rive. Infine, il socialismo, che diffonde la cultura italiana fra tanta povera gente, per secoli e secoli angariata e spogliata in nome della fratellanza uazionale; che rende consapevoli <lello bellezze e delle glorie della nostra storia, della nostra. arte e della nostra letteratura, le migliaia e migliaia. di senza patria, che furono sempre abbando– nati - facile preda - alla incontrastata domina– zione del prete e del Governo n.ustriaco; è senza dubbio il maggiore e pii1 efficace propulsore di cui• tura e cli civiltà italiana nella regione adriatica. La seconda specie di uazioualisti è composta di gente, che sa troppo bene il fatto suo per lasciarsi trascinare dalle follìe sentimentali. Tenta gettare il disprezzo sull'idea socialista 1 per allontanarlo da sè. Ama l'Italia e Dante, la cultura, la lingua, Parte e tutte le altre bellissime co~e di cui è solita rintro• narc le orncchie del pubblico creclenzone j ma ama !,Opratutto g-li interessi della propria azienda indu– strialo, commerciale, agricola. E, mentre sul palco– scenico della vita politica appare armata d'elmo e di fionda contro lo sloveno barbaro e selvaggio e contro l'i. r. autorità che riceve ordini da Vienna, dietro le quinte si mescola ad ogni sorta di intrighi e di mercati pur di aumentare il per cento dei di– videndi di fine d'anno. Valgano due esempi recentissimi - e si potrebbe s1>igolurne a• centinaia - a dimostrare come codesta ~pecie di nazionalisti siano soltanto dei mistificatori. Nel L'ecente sciopero dei braccianti, i nazionalisti o commercianti italiani non ohbero scrupolo di asso\· dare la mano d'opera krumira, reclutata tra gli slo– veni del territorio; e, in occasione delle elezioni cli una certa Commissione distributrice delle imposte, abbinmo visto, in un'unicn lista, industriali e ban– chieri d'ogni stirpe: tedeschi, austriacanti, sloveni, itt~liani e greci; e il Comitato, che li raccomandava, riuniva le personalità più cospicue Jei varì partiti nazionali, compreso il preaideDte della Società rta– lianiss ima " La P atria n Per contenta.re il lo1?gione, questa gente reciterà anche la c ommedia della persecuzione 1 ma in cuor suo domanderà s1;impre che aia mantenuto lo statn quo. Se, per venturil, il problema della naz;ionalità trovasse una qualsiasi soluzione (autonomia od an– nessione), codesta. buona gente resterebbe disoccu- 1>ata,e non saprebbe con quale nuovo artifizio mi– stificare il pubblico, specialmente 111talia, e conser– ,•nrsi al potere comunale. ano costoro i borghesi che troviamo in ogni paese e che i socialisti hanno il dovere di combattere, se non vogliono rinnega.re le loro idealità. . . . Con quali precisi propositi i socialisti d'Austria partecipnno dunque ai lavori delle Delegazioni'! J~ quale rn.pporto intercede trfl g-li interessi del prole– tariato italiano e quello d'Austria, ne1le discussioni che ivi si svolgeranno? .!~eco ciò che dovremo vedere. Anzitutto, è bene notare cho è questa la prima volta che ai socialisti cl' Austria è concessa unn loro raJ)preseutauza alle Delegnzioni. Giammai voce pro– letaria risuonò in quel consesso, che pur tanta in– fluenza può esercitare sui destini di entrambi gli Rtati - Austria e Ungherhl. E la prima voce so– cialista che si leverà, sarà qut,lln di un italiano, in– cal'icato di parlare a nome dei socialisti di tutti i paesi. l, 1 azione socialista alle Delegazioni non può SCO· starsi dalle affermazioni contenute nella mozione cli Brema: l'Austria è ncl1 1 assoluta necessità di evitare qualsiasi confJitto armato. Essa. non può neanche lon– tanamente pensare ad una politica. offensiva. Non ha colonie da difendere; non ha tcl'ritorì da conqui– stare. Unica eventual!tà di dissenso con l'Italia po– trebbe essere, non già, come si crede da molti, Ja questione Jell'Università italiana a 1'rieste 1 o l'auto• nomia del Trentino, o in genere l'irredentismo 1 bensì le vicende della politica balcanica. Borghesia italiana e borghesia austriaca - con relative caste milit~ri - possono trovarsi un bel giorno a voler piantare entrambe i segni del proprio dominio nella penisola balcanica, ora troppo straziata dalle contese inte– stine per poter opporre una qualsiasi resistenza. Ma anche qui il pensiero tattico dei socialisti di Austria di tanto si distacca dal pensiero dei bor– ghesi austriaci, di quanto si accosta a quello dei socia.listi italiani. Se l 1 accrcsciuta potenza dell'indu– stria esigerà di assicurare nuovi sbocchi e di tra• varo nuovi mercati, potrà sempre trovai-e aperte le vie della pacifica penetrazione commerciale. Accolga questo concetto la borghesia italiana, e ogni proba– bilità di conflitto armato per i possessi balcanici verrà a scomparire. La lotta si svolgerà. sul puro terreno economico e diplomatico. Se la nostra pro• duzionc potrà vincere in concorrenza quella austriaca, come già. avviene vittoriosamente pei cotoni e per tutti i filati 1 e se i nostri diplomatici sapranno ot– tenere uguali condizioni di trattamento, le due Na– zioni - come tali - si manterranno estranee alla lotta 1 che interesserà le classi capitalistiche di en– trambi i paesi. Se un'azione qualsiasi possiamo ammettere, da parte dei singoli Stnti, nei Balcani, essa è quelln di aiutare lo sviluppo di ogni nazionalità con relativa autonomia; così, invece di rimanere il piatto ghiotto che attrae a sè gli appetiti dello classi capitalistiche, le terre balcaniche assurgeranno alla condizione cli nazioni autonome ed indipendenti, federate magari tra di loro, e quindi nella condizione di potersi li– herare anzitutto, tanto dalla avvilente dominazione della 'l'urchia, quanto da11a lontana tutela della Russia; poi di resistere a qualsiasi velleità conqui• statrice delle grnndi potenze settentrionali. Quanto ai rapporti austro-italiani per le questioni relative a. 'l'rento e a 'J'riestc, il pensiero dei socia• listi è, nnche su questo punto, chiaro è preciso. Acl ogni nazionalità. devono essere conferiti i mez;zi per il proprio sviluppo. L'autonomia al Trentino, e it 'l'rieste la sua Università italiana, che permettR alla gioventù di entrare nell'esercizio delle professioni libere, senza passare sotto le forche caudine dello Università tedesche. F,, in favore di codeste e di nitre rivendicazioni itnlinne, la voce dei socialisti

RkJQdWJsaXNoZXIy