Critica Sociale - Anno XVIII - n. 3 - 1 febbraio 1908

CRITICA SOCIALE 39 passioni di chi la iniziò e la guidò, l'agitazione delle due tendenze - ossia della tendenza rivoluzionaria che dava luogo alla distinzione e allo sdoppiamento - fu dunque un ratto fondamentale naturale e rispondente a una condiziono e a una psicologia purtroppo offetth·o del partito socialista e del {lroletariato italiano. (Continua). O. i111ono1. SOCIALISTI E NAZIONALISTI nei rapporti A.ustro·Itnlinni" Poichè recenti avvenimenti politico-letterari han rimessa sul tap1>eto ht questione dei rapporti austro - italiani, e poichè, proprio di questi giorni, convola– rono a Vienna le Delegazioni d'Austria e d'Ungheria. per trattare i problemi di politica catera doll'[mpcro, non sarà inutile rammentare ai socialisti italiani, - così facili, nel giudicare situazioni e partiti, a la.– sciarsi fuorviare dalla stampa quotidi.1nt1, e inclini, per inerzia mentale, a ignorare di proposito quanto riflette la politica estera. del proletariato - g-liestremi della questione, come dicono i IP~ali, e lurneg-giarc l'atteggiamento, tanto leale ed inte1\igente quanto indegnamente diffamato, dei socialisti di lingua italiana residenti in Austria. J◄j risaputo come i socialisti di tutti i paesi dello Impero sieno indotti, dalle speciali condizioni poli– tiche, a praticare nella loro vita di partito quell'in– ternazionalismo, che in molti altri paesi del mondo - [talia compresa - è soltanto affermazione teorica o aspirazione di minoranze. Essendo la :'l(onarchia Ali· striaca (omettiamo 1>er ora l'Un~heria) un conglo– merato di 17 Provincie (Boemia, )loravia, Dalmazia, Oallizia, Aui-;tria loferiore, Austria Superiore, Sali!;· burgo, Stiria, Carinzia, Carniola, Bucovina, Slesia, 'l'irolo, Voralberg, Istria, Gorizia e Gra:tdiscn, 'J'rieste) nelle quali vivono otto diverse nazionalità, ciascuna delle quali parla la propria lingua e tende a d1u incremento alla propria coltura, e cioè: 'l'edesca, Czecai Polacca, Rutena,. Slovena, Serbo-Croata, lt1\– liana e H.umena j è evidente che anche l'ordinamento o la tattica del partito socialista devono informarsi alle esigenze dell'ambiente in cui ti muorn e alle condizioni potitiche della 11.onarchia. O è praticamente internazionalista, il partito so– cialista cl 1 ogui paese d'Austria, o non è. E difatti il socialismo cl1Austria fu ed è internazionale, nei pro– grammi, nella tattica, nelle aspirazioni. J~cco il suo l,!rRnde peccato, di fronte ai vari partiti nazionali. 1~: noto come i proletari d'A ustri11, si siano asprn– mente hattuti per conquistare il suffragio universale, e come la prima prova dell'urna o,perta a tutti abbia segnato un grande trionfo per l'idea nostra, poichè ben 87 deputati entrarono nella nuova Camera, costrin• gendo le due frazioni clericali Centro Cattolico e nuovi Cristiano-Sociali - a seppellire i vecchi ran– cori per resistere, in accordo con l'elemento 1}ii1con– servatore, alla forte legione dei rappres<'ntanti il proletariato. Credo opportuno rilevare - en passant - come il partito socialista d'Austria non abbia nci1nchc af frontato la questione della partecipazione dei nostri deputati ai poteri esecuti\•i. Hanno lottato per avere un loro rnppresentante alla Viccpresidemm della Ca• (1) Il no,1ro carl11~11110 amico Amilcare Rlorchl. che, dopo a,·er ,JalQ per ,·ari anni la llua 11re1.loiu1 11tth·11à alla propag1111da nel 11,.tlvo negglano, nel Ferrare~e u (110110 111111 troppo bre,·e parontcsl dl col• taboritzlono con 1101rnllanoijl) nel C11.r11lgl11110, ha orn trasportato lo mobili tondo td l,<11:0,·atort di Trieste, 01 Invia questo articolo, cht\ 1'18!)CCClllll con molta nilld!'>ZZfl \e 801.' J)rlme lmr,re11~10111di 0SJlllt' pl'r'>plcace tlel socialismo lta\1Rno ueJlo Stato austriaco. {I,\ <'ltlTlf'\, mera, e hanno conquistato quanto maggior numero di 1>osti fu loro possibile nelle varie Commissioni che in permanenza elaborano quel materiale legisla• tivo che serve poscia pei lavori parlamentari. Nè fecero mni questioni di formalismo e cli etichetta: se assistere o no ai discorsi imperiali, s1·star seduti o levarsi in piedi, se portare un abito piuttosto eh<• un altro. l◄]ssi mirnrono al concreto, cercando di far sentire in modo positivo la. forza politica del prolC'– tariato che rappresentano j e, con grande senso pra– tico, rifuggirono cht polemiche rnne intorno alht tattica dtL seguir~i. Le loro atti\'itì1. le misero a mag-- ~ior protìtto. • Da nolarsi però che 1 nel (:rup110 parlamentare di .\ustria, sono in trnscurabilissinrn. minoranza i pro– fessionisti, legati dai vincoli della profe::1sione alle classi hor~hesi, e sono io grande prevalenza invece gli orgunizza.tori, g·iornalisti, pl'Opaganclisti, operai, concresciuti col movimento operaio, e perfottamento consapevoli delle csig-enze dcll'oiganizzazionc e della classe hworntrice. N'aturalmente ciò è stato possibile in grazia nlla indennith parlamentare. Ora, ò natura.le che lo svolgfornnto dell'altivith politica d el socialis mo in Austria sia ispirato e semp1·0 subordinato agli interessi della Internazionale dei la.voratori. Son si dice con ciò che le aspirazioni C' le tendenze cli ci,1sc11na stirpe debbano CS!!eresucrì– Rcace a questa entità astratta. che si chhtnrn Plntcr– nazionale. A I contra.rio. Si dft nel ogni nazionalità - o, meglio, al proletariato di O!.;'ni nazìoue lo stru– mento specifico, che solo può rendere effettiva e 11011 bugiarda la redenzione nazionale: l'indipendenza. economicu. Non solo; ma, alla indip011denzr~ di cia– scuna na;,:ione, col programma socialista, si dà la sola garanzia che abbia. virtù di conservarla: la tol• leranza politica, l'autonomia amministrath•a. 11 clh!scnso qui si accentui, e si approfondisce sempre piì.1, tra socialisti e nazionalisti, massime di lingua italiana. Si dividono questi na;,;ionalisti in due cntegorie: gli empirici ingenui e sinceri; e i fur– fanti, consumati nella menzogna e nell'intri~o. I primi dicono: L'Austria è destinata, presto o tarlli 1 a sfasciar.:1i; spento che sia. \'nttuale lmpora– tore1 assisteremo forse ad un ~imultaneo tentatirn, di tutte le varie nazionalità costituenti la .\(onarrhia, per creare la loro nuzione indipendente. Noi it:tlia111 dobbiamo prepararci ad impedire che dello provincie adriatiche !lia fatto hoLtino j (' dobhiamo volere la annessione al 1ie:.r110d'Italia. Se, per giungere a tuie intento, dovessimo anche passnre attrn\·e1·.:10 le vi– cende di una guerra, sia pure! Sarà l.t ~uerra sanht della redenzione. Ai quali catA.strofici delrirredentismo il pHtito sociali!,ta oppone: L 0 Sessun fatto 11utorizz11la pre\'ii:iione dell'im– minente sfacelo della Monarchia. La morte dell'hn– peratore non può, di per se sola, costituirne la do· terminante. Non sol 1, perchè gli interessi dina:::1tici, in codesta Monarchia 1 così ordinata nell'accentra– mento di tutti i poteri - militari, giudiziari, ammi• nistrativi 1 finanziari, ecc. Sfl!'anno energicamente difesi, e, morto un papa, se ne farebbe immediuta– mente un nitro; mn a11che perchè non è soltanto l'interesse dellu Uorona che consiglia \'unionC' di tutte le Provincie ogl,{i costituenti la )lonarchia; ma lo stesse classi borghesi e proletarie lurnno in• teresse 1t non distruggere questa coalisione di \'Hl'i staterelli. Ohe l'l"mperatore scompaia purr, o con es~o magari tutti gli Imperatori e i Re e relati\•i ~uc• cessori d'ogni paese, ma In compagine, che forzata• mento unisce ora le 17 Pro\•incie sotto il \ 1 incolo stretto della do111i11azione dinastica, venga trasformata in libera l 1 'cclerazione, cnpnce di contempernrC' e salva– guardare gli i11tcrnt-si C' I(' Aspirazioni cli ogni paese.

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