Critica Sociale - Anno XVIII - n. 3 - 1 febbraio 1908

38 CRITICA SOCIALE favorevole non solo nel Mantovano, mobile di sua na– tura e particolarmente incline a seguire il compagno F'erri, ma un po 1 dovunque, avevano esse rondamento e radice, noo diciamo in una. realtà oggettiva, ma in uno stato d'animo della rolla e di quel particolare pe– rioclo? f.: doverci di giustizia, non meno che ossequio a una vcritì~ posith·a, riconoscere che le divergenze, che l'o– norevole Ferri rece assurgere a dignitil di teoria o di ~lstemai erano inevitabili e naturali - qual che si fosso il nome con cui venivano battezzate e il sacerdote che le tenesse al sacro fonte - in quel periodo difficile, che tlovunque il partito socialista ha attraver3ato, in cui dal <lire si pn'-'sò al (are, dalla predicazione e dal1 1 agita– zione1 al1'11zione. Nel brusco distacco avveuuto dopo il Co11gresso di Oenova, si allontanarono gli elementi impulsivi, o il partito socialista ebbe un primo periodo di concorjlia fraterna, dovuta non soltanto alla selezione spontanea che s'era attuata, ma alla forma di quel periodo di vita. Come non ci avrebbe trovati concordi cd unanimi la predicazione teorica del socialismo, la critica della so– cieil\ attuale, la resistenza alle persecuzioni rinnovatesi dal 1894 al '98 e al '900? Le divergenze cominciarono quando dal periodo della. critica si passò a quello delle opere. L'azlone 1 cioè la vita di tutti i isiorni, è un adattamento continuo, un piegarsi e talora un infrangersi delle teorie prestabi– lite, delle norme dogmatiche eho ognuno prefigge a se stesso. Il contatto con l'avversa•:io o con la realtà costringo a muoversi a destra o a sinistra, a chinar.:1i, a ritrr.rsl, a tornar indietro secondo le esigenze della battaglia, la tattica del nemico e la natura degli ostacoli e della strada. Ora, quanti dei nostri compagni, che non avevano seguìto gli anarchici perchò u.borrivano dalla violenza, mn. cho doll'anarchismo avevano serbato il lato teolo– gico-p,lcologico, tanto pili favorito e conservato dalla necef!sariomente dogmatica e schematica predicazione socialista dei primi tempi; quanti dei nostri compagni non si saranno 'tro\•ati a questo bivio nuovo 1 inaspettato o crudele, allorcbò si trattava non solo di mirare con occhio bieco questa società borghese, di crilicarla o di maledirla, ma di prenderla d'IL9salto vivendoci in mezzo, penetrandola e trasrormandola col lento ed e,•olutivo lavorio u HOcialista ., ? JI concetto del Jegarltarismo 1 di questa parola cho fa tantfl paura a coloro che non considerano cbe entro le leggi, per amore o per forza, ci viviamo tutti i minuti, faceva inl".lberare molti nostri compagni, ogni volta che l'azione pr-atica, nei pubblici poteri o nelle lotte ope– raio, lì poneva taogibilmente di fronte alla necessità di transigere coi propri principi astratti. Se \a logica non fosso ancora una parol.L vana, spe! cialmente per la collettività, sarebbe stato facile per– suadere che l'anarchismo inf~condo era stato abbando– nato appunto per prender nuo\'e, vie che possono più o meno ripugnare alle nostre aspirazioni ideali, alla fle– rezza eitctlca ~ alla sincerità. teorica, ma che son le migliori, per la buona ragione che, per trasformare una società, non cc n'è altre. Ma il divario fra il pensiero e l'azione è caratteristica delle folle-, ed eredità cattolica che non si cancella in pochi anni. Ed esso, nell'epoca in cui, cessate le perse– cuzioni ccutro il no~tro partito e supera.ta la infanzia e la fanciullezza, cominciava Il periodo dell'azione pra• tica, nrrestava, dubitosi e scontenti, sulla via del socia• l!smo evolutivo, molti antichi o buoni e sinceri com– pagni, che lf, semplice " intransigenza elettorale ,, di un tempo allargavano e distendevano, a miglior agio, nella formula rcrriana del u metodo rivoluzionario,,. ... Non parliamo poi di coloro cho erano arrivati al so– cialismo pili di recente e che, percorrendo con qualche anno di ritardo, e si:l pure in riepilogo, tutte le fasi per cui, piì1 o meno, tutti i socialisti erano passati, tro• vavano giusta e attraente, corno una novità, quella che era la interpretazione di uno stato d'animo già superato da alt1·i, ma attuale e vivo per loro. J,; che diremo di tutti quegli altri, che avevano qual– checosa da farsi perdonare - o la ricchezza, o il ri– tardo in cui erano giunti, o la ignavia, o la transigenza nelle azioni quotidiane - e che perciò ritenevano CO· modo ed utile di gridar pii, forte gli aggettivi più ro– borrnti, por scontare con le giaculatorie - mc,re catho– licu __.., i peccati di pensiero, di opero e di omissioni? Nè occorre accennare al ratto della generalizzazione, pesto nntica e nuo\·a del nostro 1>artito 1 e non solo di esso, in un paese frazionato e campanilista come il nostro. Q1Ji ognuno crede che il natio villaggio sia centro e flue delPUniverso, e appl:ca w·bi et orbi, nel tempo e nello spazio, quel che ba trovato buono, o che credo aver trovato buono, con gli stromentl imperfetti o ru– dimentali del suo piccolo gabinetto d'esperimenti 1 a casa sua. Era naturale che 1 a tutta la infinita schiera degli umlaterali-ge-neraUzzatori, la complessa e varia conce– zione riformista, che non ha prfgiudiziall, che non ba dogmi, che è mutevole, duttite 1 apparentemente con• traddittoria e paradossale come la vita, si presentasse ostica e illogica; e che alla mai;rgior parte di essi, 111. formula rivoluzionaria 1 cosl semplice, così monocorde, così buona per tutti i mali, apparisse come la più ovvia, la pili simpatica e la più vera. Lotta di Cltlsse e J)roprietà collettiva -: linea a doppio hiuario per evitoro la noia e la difficoltà degli @cambi o il pericolo degli econtrL - Nò a dAstra nò a sinistra, ma sempre diritto - : la geometria applicata alla vita, nel suo assioma f)ill 1templice e più lu!lin– ghlero, che dice la retta e:1sore la linra pili bre\'e fra ,tue punti. Non solo, adunque, nessun fastidio di deviazione da una p1rte o dall'altra, ma il Part1diso socialista messo in cpm1rnica::r.iouocon noi per direttissima. Come non sarebbe stato tuttociò l'ideale pel sempli ri~mo di mente e per In pigrizia psichica delle folle italiano? La bandiera delle due tenden: :r.et sventolata da Enrico !<'erri, SEI rappresentava. pensiero o passioni sue indh•i– duali, Interpretava anche (e noi non ne abbiamo accen– nato che alwne) le inclinazioni e le condizioni effettivo di molti socialisti e rti molti lavoratori. Era, in fondo 1 ·la rinaseenza del vecchio strato sem– plicista e teologico cho dorme ma non muore nell'anima del popolo, adornato di un atteggiamento modernamente flero, ribelle ed estetico, e impennacchiato di quel ma– lau~uratisf.limo epiteto rtvotuzionm·io, che bastò da soJo a far risorgert'l più equivoci e a sparger più semi di confusione e a rav\•h•are J)Ìll istinti arcaici, @operati e mAI sepolti, che non cento conferenze, pirotecniche e inc•omprensibili al popolo, di Arturo Labriola. Artiflciosa (e soltanto in parte) poi moventi e per le

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