Critica Sociale - Anno XVIII - n. 3 - 1 febbraio 1908

CRITICA SOCIALE 43 conseguenza un ina'iprirsi dei rapporti fra capitalisti e operai, divenuti due parti in lotta - un po' all11.volta, abitunudosi i padroni 1d nuovo stato di coso o sperimen– tandone i reali benefizi, che in parte compensano i danni, o cli\•entando le organizzazioni 1 man mano che si irro– bustiscono1 vigili tutrici non solo dei diritti, ma altresì dei doveri degli organizzati (i tumulti derivano, non dal fatto che le organizzazioni O!!lstono, ma. piuttosto dal– Jlessero queste ancorn immature), si deve, con 11andar riel tempo, ristabilire, od anzi rinsaldare, por il nuovo rapporto di rispetto reciproco, una buona corcllalifa di relazioni fra conduttori o locatori cl'opera; - la seconda, che l'antico regime paterno, secondo quanto si ò visto, si va orma.i scufltendo nella famiglia, come già nella fabbrica; non vuolsi qui indagare se per colpa dei padroni o dei domestici, probabilmente degli uni o degli altri 1 e, più che tutto 1 per il fatale a11dan clello coso: di qui, la crisi del lavoratori della casa, crisi cui urge cerca.re un rimedio; - la terza, infine, cho I rapporti puramente o preva• Ientemento morali possono e<Jsere una gran bella cosa ... quando sieno veramente affidati alla tutela dell'etica,' ma si possono mutare in un grave danno della parte pili debole (e cioè dei lavoratori) quando al buon volere e alla fiducia dei padroni verso i domestici si sostitui– scano il mal volere e la ,liflì.deoza, mentre i rapporti veramente giuridici, per essere la legge norma communis, importano misure di efficacia generale: ogni padrone, che vorrà farsi amare dai suoi domestici, potri~ integrare la freddezza della legge con un amore,•ole trattamento e, per affezionarsi i suoi domestici, sarà. llbero, liberis– simo cli trattarli anche meglio di quello che la legge gli imporrà di fare; ma l'importante è che tutti i pa– droni sieno obbli~ati ad un minimum di garanzie a tu– tela dei lavoratori della C!l<Ja. E, d'altra parte, è bene stro.namente pudica quella morale, che rugge all'avvici• narsl del diritto, quando è provato cho solo dal loro connubio può nascere una prole robusta. Dopo quauto fin qui ò stato detto, potrebbe alcuno osservare: che, mentre i ricchi !'!Opportcranuo racilmente i nuovi oneri che loro si vorrei.ibero imJ)orre per miglio• rare le condizioni dei lavoratori della casa, quelle che avrebbero maggiormente a soffrire sarebbero lo clas~i medie, i piccoli borghesi 1 le famiglie modo3te che, non sapendo rln..:uciare a teucre almeno una per3ona di ser– vizio, vedrebbero il loro esiguo bilancio ridotto dal mag– gior salario e in genere dallo maggiori e~lgenze delle persone di servizio. L'os~orvazione non è lnrondnta. Ma è forza riconoscere che ogni riforma porta con sè uno spostamento di interessi. 'l'utto il movimento operaio, elevando il tenore di vita della classe proletaria, se non ha grandemente danneggiati i forti capitalisti, ha invece considerevolmente scos1O il piccolo capitale: l'organiz– zazione del lavoratori della ca.rn, con le suo lneluttabiil conseguenze economico•giuridiche, si inquadrerebbe dun– q_uo in questo generale movimento di ascensione del quarto stato. Si può ribattere che la categoria delle persone rti servizio ò diversa dalle altre del vero e pro– prio proletariato industriale: il miglioramento di questo non ha toccato e abbattuto se non la piccola Industria, CO!'ltringcndola a proletarizzarsi, ma non ha leso che in minimn parte lo altro infinito categorie cli piccoli bor– ghesi (ror;;e, anzi, le ba in qualche cosa avvantaggiate), mentre ognuna di queste categorie, abbh1ogoando delle prestazioni dei lavoratori della. casa, sarebbe diretta– mente toccata da un miglioramento di questi. Vero è che non sarebhe per la società un grandis- simo danno - sarebbe forse, sotto l'aspetto economico– demograflco, un vantaggio per essa - se certe famiglie di piccoli borghesi, pel nuovi oneri che deriveranno por contraccolpo alla madre di famiglia dai migliora– menti nel salario e nel servizio delle umili serve, si at– terranno ... ad un più cauto maltliusia11ismn. I migliora– menti, poi 1 che la ca~cgoria. dei lavoratori della casa potrà. chiedere, saranno gradua.li, e non tali dunque da squilibrare d'un colpo i bilanci modesti; e, ad ogrii modo, la stessa organizzazione, con l'ammaestrare un po' alln. voltf\ gli organizznti, non solo intorno ai hwo dlrittìi ma altresl Intorno ai loro doveri, sarà unii garanzia. dì pun– tualità e di precisione nel servizìo - garanzia. che ora manca affatto. Ma, infine, ,•alga anche qui il suggio am– monimento: audiatm· et altera pars. Perchò tutte le fa• miirlie di piccoli borghesi hanno bisogno almeno del servizio di un'umile ft1ntesca, ò equo che le disgraziate Sllrvo, che sono pur creature umane, continuino a sob– bercnrsi ad una ma~sncraute fatica di dodici, di quat• tordici, di sedici ore al giorno 1 mal pagate, mal nutrite, malo alloggiate? Ma. i padrtJni non saranno J)iù i 11r1droni? o, meglio, le JXtdr011e non saranno più padro11e? Non potranno dunque più fare alcuna. osservazione ltÌ domestici, co– striugerli al disbrigo di certe faccende, rimproverarli se mancano a.I loro dovere, scacciarli se rubano su la spesa? Adagio. La stessa nostra proposta di un'organiz• zazlone del hH·oratori della casa, come proposta essen– zialmente riformistica cb'essa è, non pretende di spez– zare ad un tratto, di sradicare "ioleutemente questo secolare rapporto del servizio domestico. Nè la futura propaganda dovrà obliare la particolare natura di questo servizio, che pone continuamente a contatto padroni e domestici, e non raccoglie questi in mas,e compatte, in cui, se è racile la suggestione all'opposizione anche l'io– lenta contro il capitalista, sono anche il controllo e l'inibizione più facili che non sieno su lavoratori di– speri;!: onde ò d'uopo elle la propaganda stessa sia im• prontata a una grande moderazione, pel vantaggio degli stessi lavoratori, cho sarebbero fa.cilmente e~posti, per certe loro inconsulto od amorre proteste od agitazioni, nlla reazione non sempre ingiustificata - e, ad ogni modo, difficile ad essere conosciuta e, all'uopo, rintuz– zata dei padroni. :\la da un bel numero d'anni i,Ono stati solennemente proclamati i diritti dell'uomo! Ed è tempo che, come è ce:nato in tutti i J)aesl civili il ra.p• porto cli scbiavitl1 1 si attenui anche quel rapporto <li semischia.vitl1 1 che è il servizio domestico. Si sono ri– nosclutl, si vanno sempre pili ricouoscendo, e si dovranno riconoscere in misura sempre maggiore, i diritti della moglie di fronte al marito; si vanno riconoscendo sempre più i diritti dei figli rispetto al padre; o solo nei riguardi dolio persone di servildo, cioè di estranei alla famiglia di sangue, il paterfamilias continuerà. a conservare il suo irntico caratte,o clt piccolo re? Jl rnpporto t'ra il padrone di ca.sa o la persona di servizio ò un contratto di lavoro, è una locazione d'opere, come qualsiasi altra. E,se nella. Grecia antica il lavoro manuale ora sprezzato, e in Roma il locatore d'opere era - osserva un egregio cultore del diritto romano - " poco J>regiato ponendosi :u conclizione simile n quella del servtts ,,, oggi commit• tonte o conduttore e locatore d'opero dovono essere trat• , tati e considerati alla stes:ia stregua. E, come tutte le aziende indu,;;triali si vanno informando sempre più al reciproco rispetto delle due parti contraenti, cosl anche l'azienda domestica deve inrormar.si a questo nuovo prin• ciplo etico-giuridico. Ln. padrona. dì cnsa faccia, sì, le

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