Critica Sociale - Anno XVII - n. 23 - 1 dicembre 1907

CRITICA SOCIALE 361 primitiva. Se Dante rinascesse, cl metterebbe nell'inrerno per punirci del tradimento, ohe noi tacciamo delle sue Intenzioni; perchè nell'opera sua noi non cerchiamo la verità o la falsità delle sue Idee religiose, - essa ci è divenuta Indifferente, - ma cerchiamo la sincerità del sentimento, I& potenza s11ggestlva merav!gllosa della forma. 11 otove di Dante ò morto In noi, ma l'inno del poeta rosta. ... Da quanto finora sono andato dicendo, è evidente che lo non posso trovarmi d'accordo con l'amico Gentile, a proposito dell'lmegnamento del catechismo nelle scuole elementari. Badiamo bene: la questione non merita tutto il flato, che clerlcall e nnticlorloall per partigianeria politica trovano comodo spondorvl Intorno. Che in una souoln 1 nella quole un maestro soriamen te Istruito s'im– pndronlsna por quattro oro do\ giorno dell'anima dei bambini o cerchi di educare meglio che sia possibile la loro lotelllgonza, rendendosi conto della modestia e dei llmttl dell'opera propria, senza la preteso. di rar filoso– faro i marmocchi di set anni, oho In questa scuola entri un catechista, piuttosto ignorante o nolo,o, il quale, per due ore la settimana, tenga Inchiodato l ragazzi a impa– rar domande e risposte, In cui I poveracci non capiscono nulla, mentre J>referirebbero andare a fare il chiasso coi compagni liberi da tanta tortura; cbo cl sia questo ramoso insegnamento religioso non ml pare poi un troppo grande ostacolo contro la marcia del libero pensiero. Se un effetto apprezzabile Il catechismo ha nelle scuole elementari, ò che I bambini, a cui esso viene inflitto, se ne seccano mortalmente 1 e prendono In uggia il cate– chismo e Il prete! e quanti di noi, proprio imparando Il catechismo, non han sentito germogliare in sè i primi semi del dubbi rellgiC!li? Vnci - L'insegnamento religioso ò immorale! Salt;èmi11i. - Tutte le eeuole primarie e medie della Germania, dell'tnghilterra, degli Stati Uniti, hanno Pio· segnamento religioso: e quel paesi non sono davvero più Immorali dl tanti e tanti nitri; oda quel paesi sono uscltl nel nostro secolo i più numerosi e i più grandl liberatori del pensiero. Troppo forte ò Il vento che gon– fia le vele della nostra barca nel suo fatale andare, e non earà l'Insegnamento del catechismo nelle elementari quello che la rermerà. Voci. - Allora la.sciamo l'Insegnamento religioso. Salvèmi11i. - No. Certo la questione del catechismo non meriterebbe di esser presa a segno di battaglia fra. clericali o anticlericali, qualora gli uni e gli altri fossero meno Ignoranti o più In buona redo; ma questo non vuol dire che lo sia ravorevolo al mantenimento del ca· tecblsmo nelle elementari. Il cateehlsmo io voglio abo– lito, non perehà ne abbia paura e ml aspetti un grande atuto dalla sua abolizione al progresso intellettuale, morale e politico del nostro paese, ma perchè il cate– chismo nella scuola elementare ò l'ultima sopravvivenza di un monopolio confessionale, che una volta incombeva su tutte lo scuoio, e di cui vogliamo sopprimere il ri– cordo, anche se conservato da una reliquia Inerte; perehò questa reliquia, per quanto non al.Ibla nessuna seria portata pratica, v11olo porpotuarsl come l'affermazione di un diritto, come il germe di un uuovo sviluppo In cui Il passato debba rinascere. 'E questa rinascita noi non vogliamo e quel diritto noi neghiamo. :Manel ehie• dere l'esclusione del catechismo dalle elementari, ricor• diamoci bono - se non vogliamo dleperderei anche noi in q11ell 1 anticlerlcallsmo vacuo e inconcludente, che sembra oggi tornato di moda - che l'abolizione del ca- teehlsmo nelle elementari rappresenta por la laicità della scuola meno che niente, se non pronedlamo a una più &erla e più nobile preparazione intellettuale e morale dei maestri elementari. La laicità della scuola elemen - tare non ò In fondo altro che una seria riforma della ecuola normalo. Per quanto riguarda, dunque, l'Insegnamento del ca– techismo nelle scuole elementari, lo mi discosto dalla opinione del Gentile, e accetto quella del Fioravanti. Ma non accompagno li Fioravanti fino a chiedere la proi– bizione dell'Insegnamento religioso anche nei convitti e negli educandati masehlll e remmlnlll dello Stato. Perchè, nel negare l'Istruzione religiosa nolle scuole medie ed elementari, noi non neghiamo alle ramlglie il diritto di far dare al loro figli per conto loro L'lstr11r.lone religiosa fuori della scuoio..; noi, anzi, diciamo che esse, potendo fare Istruire ruorl della scuola I loro figli, ciascuna nella sun religione, non hanno nessu11bisogno di imporre alla scuola questa funzione estranea alla sua competenza. Ala, quando lo famiglie abbandonano del tutto ai con– vitti o agli educandati la cura di 01lucare i loro figli - e per fortuna ò questo In Italia un uso assai meno dif– fuso ohe In Francia - 1 quando l 1 opera della famiglia sulle soglie del convitti viene del tutto meno, noi non possiamo sopprimere assolutamente In questi istit11tiogni Insegnamento religioso; noi non pcsslamo negare alle famiglie, che ne facciano domanda, Il diritto di far dare al loro figli l'Istruzione religiosa, fuori delle ore delle lezioni comuni, da maestri di loro fiducia, scelti e re– tribuiti da esse. Negare questa facoltà, significherebbe Interdire alle famiglie religioso la possibilità di servirsi del convitti mantenuti col denaro di tutti: significhe– rebbe violare brutalmente la libertà di coscienza di una parte del nostri concittadini. . .. E uon Il solo catechismo cattolico va escluso dalla scuola laica, quale noi l'Intendiamo; ma qualunque dot– trina ufficiale per volere di autorità superiori pretenda Imporsi alle CO!IClenzo del maestri e dogll al11nni 1 e neghi la libertà essenziale del loro spiriti. Se Il catechismo clericale ò Inaccettabile nella scuola laica, un catechismo laico sarebbe peggio che Inaccettabile: sarebbe stupido. JI maestro non deve Insegnare elb che al Governo piace ehe eia la verità; ma ciò che egli nella sua eoseieoza erede che sta la verità. Se la s,uola vuole davvero pre• parare spiriti liberi, ò necessario che sia fatta da uomini pienamente liberi. Non possiamo a un maestro schiavo affidare l'ufficio di educare alla libertà I futuri cittadini. f; bisogna lasciare alla dottrina, alla lealtà, al tatto del maestro la cura di rispettare le coscienze degli alunni, distinguendo la verità. accertala dalle Ipotesi che sono tuttora oggetto di controversia, non Imponendo mai con la sola autorità dell'ufficio dottrine a cui non sia possl• bile giungere col meztl forniti dalla ragione, rifuggendo da ogni opera di propaganda settaria, dando sempre essi per i primi l'esempio della tolleranza verso ogni opi– nione onestamente J>rofessata. . .. .Ma allora - cl si dirà - Il professore della vostra scuola laica ò un irresponsabile, Hl.lorocli fare quel che gli paro e piace. Deve poter dire anche degli spropositi? E dovo fluisce la verità accertata e dove comincia l'ipo– tesi controversa? Che cosa ò comunicazione di dottrine razionali, e che cosa ò propaganda settaria? In quale punto il discutibile si distacca dall'errore? E non sarà una scuola cavaiola questa vostra, In cui un insegnante

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