Critica Sociale - Anno XVII - n. 23 - 1 dicembre 1907

CRITICA SOCIALE 357 L'ampiezza. del suffragio di per sè è ntllla; la libertà di tliscussione è tutto, in op:ni momeuto 1 su di ogni cosa, dovunque; la. possibilità. della più com• pleta democrazia. implica. che nessuno I individuo o classe, si reputi infallibile e che ognuno, indi– viduo o classe, senta. il bisogno di integrare il suo giudizio costantemente attingendo alla ragion col– lettiva. passata e presente cou la discussione i ossia senta ch'ei non è se non una parte coordinata ad un tutto, di fronte a.I quale ha diritto di assumere posizione critica, non mai di ribellione (ove esista libertà rli discussione). . .. Ciò posto, quando in un paese o iu una cit.tà si sospende la critica della sta.mpa dura.ute gli sci o– peri, e quando, come in una cronaca del 'l'em,po, leggermente si J)llSsa soprtt. alle violazioni delle libertà individuali dei cittadini nei 1·esta1wants e nelle birrerie, dichiitrando che non è l'o,•a clella lO{Jica, come se ciò uon implicasse che è l'ora della violenza, e quando si hauuo tutte le impre– cazioni per i krumiri e i soldati e non si fu. e non si dice nulla, anzi si attenua tutto, ovunque la. folla. operaia commette prepotenze, si ha egli ra– gione di dire reazionari coloro che, pronti ad esi– gere l'applicazione ferma della legge a. favore degli operai e contrn chicchessia., civile o soldato, esi– gono la medesima. ferma a.pplicazione della. legge quando la. educazione operaia non sia evidente– mente ancor tale da ris1>ettare altrui, krnmiri o non krumiri, nella sua. persona e nella libertà di muoversi come crede e bere dove vuole? Si ha egli ragione di <lire reazionari coloro che l'avve– nire concepiscono non come la negazione e il 1·0- vescif\mento dei rapporti etici e giuridici attuali, ma come la loro correzione ed integrazione pro– gressiva.? Ove non si tenga fermo sul diritto asso– luto di ciascuno di aver rispettata. la sua persona. fino a che egli agisce nell'orbita. della leg~e. come si potrà impedire che si rinnovino regimi <li op– pressione e di oscuramento intellettuale e vlgliac• cheria e ipocrisia pubblica? Poichò è certo che {in d'o,~a i giornali socialisti uon solo non clisappro– vano e non fanno nulla per scorag-giare, ma appro– vano la violazione delle uorine legali ed etiche in riguardo a krumiri e art altri e la persona umana non è sacra che se reca il suggello della organiz– zazione operaia ( 1 ). (') Facciamo tutte le nostre rl1er,·e circa queste aceu1e che Il Crespi, per ragion di diresa personale, muo'l'e, sulle traccie del glor– nall moderali, allll UAmpa e alla pro1►a1anda aoc1a1111.a.Potrem1no obblettar111 che, 1e 'l''è un partito Il quale, praticamente e non teo– ricamente, col me%:&\ della peuu 11\ono ., non colle r&qul1llorle che eu1perano gll animi e peagtorano le co1e, alllJ\a esercitato ed e1er• citi una veri\ lnt1.uen1Aeducl\tl'l'I\ nel 1en1O di 1con1lgllare ogni v10- 1enH e di Indurre danero al rl1pelto delle penone e delle cose rlapcUnblll, queuo è 1tato ed è unicamente Il par!lto 1oclallsta, e non 1010 nell'ora del tumulti, In cui clatcuno di noi paga di per- 1ona, ma auree\ nelle ore calme della pace. Soltanto noi non amla1no • colaJAnegglare •: non amiamo unirci al 1l1tem11Ucldenl- 1ratort dell'aslone proletarta, anche dO'l'eabbia lratmodato, proprio nell'ora trarlca. tn cui tuue le fon:e della reaalone, tutti fil lntereHI bottegai, tutta la m11erla morale del 1oddllfalll 11 anentano contro di eaaa, Per tare te noure prediche morauuatrlc1 non cl pare nè genero1O nè .... pe0.111O11co 10c1r11eroproprio 1•11tante, In cui la vio– lenza lmpulli'l'a (ICllfl folla è rJal►Uitata dalla violenza ben altrimenti rerooe del 11101permanenti O11preuorl. Quanto n.ll' 1lpproz:uunento d('ll'opora tlel krumlrl, non lllJJremmo eeaero pl11roal!stl del ro, oesla J►!l1 l►orghoel della atona borghesia lnduatrlate, la quale del krumlrl 11eervo l►ena\ 1 q1111.ndo lo giovi, ma Il disprezza OHII per la prima e Il gitta via \len 1irosto come \linoni spremuti, N'olquale ratto plloo1O11OO 11011 pllrO Cll'II ad un acuto 08• sonatore, quale Il Creept è, che vi Ila unll ln'l'olontarla 1tu.1tlflca– zlone della tendenzn. 1oc1a111taa 'l'Olerll anche lefalmente eliminali dalle competizioni del la'l'orot Il che quando roue av'l'enuto, tutte le tucubraztonl del Qreepl 1u1 O.onre del • rl1peuo alla legalità • Ripeto: ove non si tenga. fermo, a.fl ogni costo, il concetto del rispetto dovuto ad o gni p ersonalità umana. e acl ogni sua legale libertà, si va a finire all'anarchia e al dispotismo. La.mia. letkr aaNeera non voleva dir altro. Sono pronto a.cl ammettere con tutta franche:.1za. che essa. sar ebbe stata. più educativamente efficace se redatta. in forma più, to,iana. Si ha tuttavia. torto a non vedere il fondo umano dell'intliguazioue che la inspirò. \iveudo in un paese orgog-liosissimo tiella sna civile libertà, ci si sente lauto umiliati nel sentire, e cella stampa e nelle conversazioni, considerato il proprio paese come uu paese di vandali! E, ad ogni modo, in tale lettera io aggredivo metodi, fatti e folle; non parlavo nè di persone uti di partiti. Mi limitai a reagire al giornale quotidit\.UO dopo cl1'egli m'ebbe vilipeso. E ingiusto pertanto parlare <li ingenero– sità da parte mia. E, quanto allo mie aspre cri• tiche, le ho ve<lut~ sostan~ialmente ribadite dal G1·id0 del J¾JJ)0l0 di '!1orino e dal ColaJanni; il ~he prova che anche in Italia ci sono persone che ve– dono come 1ne, e che la distanza, lungi dall'impe– dirmi di veder beue, mi permette di avere una pili larga, profonda e im.parziale veduta delle cose, che non abbiano coloro che vi suno impegnati. Da Ber– lino su per giù scrisse cose consimili il Bresca. alla Vita InleJ·na;ionale. Io sarei addolorato , 1 ivamente che si volesse at– tribuire al mio atto un significato che non ebbe: il !:lignificato che Marchioli qualifica. 'l'utt 1 al più. una sola persona è iu easo implicata: il resto, ri– peto, concerne solo fatti e metodi. Contro un'altra. i<lea devo protestare: e cioè che io sia. zimbello e cli influenze climatiche e d'altro. li vero è che io cerco il vero onmque lo si può trovare e che delle verità. ce ne souo a.nche tra avversari, e che la verità più grande non è quella che loro chiude gli occhi, ma quella che le assi– mila, include e supera; e così è che, studia.udo una società che ha qua.ttonlici secoli di esperienza e si è assimilata; l'esperienza. di tutte le civiltà. precedenti, tlallo studio delle opposizioni e delle sintesi operate nella sua storia sono stato condotto non a negare ciò di cui fui già couviuto, ma a correggere, a integrare, a superare, ad allargare, tenendo conto anche dei fattori de\1 1 immagina– zione1 del sentimento, della volont!\, del tecni– cismo, il contenuto rlel mio iclenle sociale. Luugi dal subire, ho imparato. li vero si è che in Italia non si sa discutere e non si ama discutere, e non si sa leggere, sopratutto, tra gli intellettuali ; la impressione complessiva di ciò che si le gge ti en luogo dell'esame critico d'ogni parola e fra.se e dell'opinione rifleRsl.\ del tutto mentalme nte ricostruito. E così ancora, invece di chiamar democratica. u na. ri forma ori un a isti– zione nella mhmra in cui, da.ta la. uatura uma.ua . com'è, è presumi bile che le sue conseguenze siano di permanente vantaggio a.Ila collettività, si pre– ferisce, perchè è più spedito, vedere se si conforma. a. ideologie di diritto pubblico vecchie di più di un secolo e anteriori alla rivoluzione industriale; e, se non vi si conforma, è giudicata. reazionaria. andrebbero colle lt'IUllbepor aria, LA- 1c1a1111\, lt!ll'uendo, cou1'è 1110 costumo, 111 leage ti\ 0111 è durevolmente Il 1i1ùforte, avrebbe mutlllO dl 011811, 1U111Rrr/ì Il " rl!l)OtlO nll'11m11nR l)Or10111\llti\~· che I\ Crespi pnrlmontl tnvoc11; mn qui lo" 11er■o11nllti\ M In lotta sono due, o nl• niouo ugu11l111onto"unume ~• c1uelln dell'o11or111O org11nl1.zt1.to quella del krumlro, ohe u11or11ra.1)11roao11torellbo Il 1ir\11ot111O della libertà del lRvoro 1ttper1LO.come Il co111ra.bb1U1dlere r11ppresentR In qualche mO(IO Il 1irlnolplo del libero 1catr1blo. AIIII IUtl llreleta di venir rl• 11)eU11to11 potrà rhJponc.tere allor~ pararra1ando Il vecchio molco In cl\fel& della pena di morie: qNt lllttlitNt'I ltt """ .. '"· COllll/lt:IICl'Ht I Comincino I 11rnorl 11:rumlrla non ln1ldlare l'allrul pRne. {.Vota della CRITICA).

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