Critica Sociale - Anno XVII - n. 23 - 1 dicembre 1907

CRl'l'ICA SOCIALE 363 cisameute, assolutamente impossibile costruire iu astratto. Yero è che il Ruini neg-li ultimi articoli, à get– tato molta acqua nel suo vino, e à battuto un po' a destra, un po' a sinistra in cerca di altri fatti ed altre idee con cui sostanziare la sul\ concezioo~ del consumatore. Cosi, nella CJ•i/ica del 1° novembre, rispoudendo a " qualcuno che à. preso alla lettera la lotta frn consumatori e produttori e vi à. visto solo un pen· dant dellR. lotta fra salariati e salarianti " (quel qualcheduno potrei anch'essere io, ma io, come il lettore avrà constatato, non ò visto se uon quello che il Ruini à. fatto vedere), spieg"a come si tratti di uu concetto riassuntivo e di comodo, e di un aofaigonismo non fra due gruppi fissi, ma di una lotta mobile e spostabile fra i vari gruppi. .. di produttori. Ma. non per questo il Ruiui cessa dall'insistero sulla grande importanza di tale lotta che c"è e non c 1 è. si vede e non si vede i nè abbaudona la sun. idea predominante, che con essa e su ◄•ssa sì po~sa imperniare uua nuova politica, se non addirittura un nuovo parlito. Esplicito, a questo proposito, è stato nella bril– . laute conferenza tenuta giorni sono a Roma in occasione delle elt>zioni amministrative, e che egli intitolò appunto: La politica dei consumatori. Questa intese sopratutto a <limostrare (ve<li il sunto riportatone nell'.lvanli ! del 2 corrente) che nella lotta tra consumatori e produttori " si 1·oc– coglie e v1·o(lla tma netta a,ititesi t1·a i ceti umili e medi da una parte e gli inte1·nwdial"i e delen– to1·i di beni llalCalt1·a ,,, e che perciò essa com– prende in sè socialismo e radicalismo e si presta magnificamente a serrare in blocco - nelle bat– taglie municipali e in altre - tutte le file del po– polo 1r.inuto contro le schiere dei moderati e dei clericali. Egli si è, all'uopo, preoccupato vivamente della obiezione mossa dal Longobardi: che cioè la poli– tica. dei consumatori sia gettata tra i piedi al pro– letariato <la.Ila pavida democrazia per arrestarne la trionfale marcia contro il capitn.lismOj e 11energi– camente proclamato che invece la lotta tra cousn• matori e produttori, se è più difl'usa di quella impegnata dal socialismo, è anche più profo~ula e potente, e, anzichè indebolire o ostacolare la prima, le µorta un notevole contribut') <li vigoria. Il Longobarrii, nella. sua critica, era certo par– tito dal vecchi0 principio sinrtacalista che non debba il proletariato occuparsi e 1>reoccuparsi <lelle sorti dei capitalisti; ed ave\"a appaiato la teoria ciel Rnini f\ qualla già svolta dal '1:urati e dai ri– formisti sulla cooperazioue di classe e sulla neces– sità. di frenare gli scioperi al punto in cui possouo danneggiare la produzione. 11 Ruiui à quindi ragioni tÌil. vendere quamlo non sottoscri,·e a tale concetto rivoluzionario. Il suo torto però ricomincia quacdo, per sostenere il concetto opposto, anzi per riDforzarlo, aggiunge al rispetto per la prorluzione, preclicato dll.i 1·ifor– misti, quello che egli chiama un ultm-revisionismo o un più perfetto riformismo: cioè la preoccupa– zione per il consumo. Ora, o tale preoccupazione si ric1uce - come egli sostiene iu un punto (vedi il citato resoconto dell'Avanti.'), a curare nou solo (li guru lagnar di più, di conljuistare sempre mag~iorl salari, ma anche a cercare di spcntle1· meno, e questo - me lo lasci dire - non è cò1npito nè di economia pubblica, uè di organi amministrativi 1 nè cli par– titi politici: è còmpito di massaie ed è questione di economia domestica, nella quale riconosco a urn1. sola persona la competenza di parlare: a quellfl. ben uota a. me e al prof. i\fonLemartiui, che, 1iel giornale La l'ila, amaappiatuirsi sotto il pSt'U· donimo di Il.aggio X, e che 1 in que:,;ita.materi,t. 1 it. portato veramente ideo geniali e utili alla ma!-Sa, del popolo minuto. Chè, se poi il problema (lei consumo si riòuce - come sostiene in altro punto il Huini - a un concetto cli comodo per conglobare le forze popo– lari. io gli dico, auzi ~li ripeto che sbaglia, solen• ne-mente sbaglia, perchè e riui ritorna. la solita, Feterna questione - il cousumatore non è qual– cos~ di distinto dal produttore e non si può di– stinguerlo nemmeno com,mo<lilatis caussa. Uu ma– gnifico esempio ce l"ànuo porto in questi giorni i ferrovieri 1 i quali, mentre, secondo la politica di Ruini 1 dovrebbero essere arruolati tra i consuma– tori pel' battagliare contro i pro<1uttori, si sono messi, in qualità di prorluttori del servizio ferro– viario, in nperto, violento, egoistico cont.rasto con tutta la massa dei cous11matori 1 compresi i loro col– leghi proletari. E altrettanto fanno qnoticliana– mente tutti i la,·oratori 1 i quali, con le loro ecces– sive pretese e i loro fre'luenti :scioperi? ànuo de– terminato un grave 1·incaro dei cousumi, primo fra tu.tti, o amico Ruioi, quello delle pigioni, a cui tu vorresti rimediare, iu Roma 1 con la. politica .... del consumatore. Altrettanto si dica infine degli imoiegati, che dovrebbero formare il nucleo sostanzil\le del nuovo partito, e che oggi lottano a spada tratta per au– mentare i loro stipeml, cioè per rendere più caro il cousnmo dei pubblici serviz:. Ma Ruiui, e con lui, nella sua famo~a Hel::!.zione al Congresso di Cremona, il Yerg-nauiui (citò su questa questione l'u no e l"altro se mbrano due a.uime in un nòcciolo), si appoggitl.no molto, per soste– uere le !oro idee, su ll,irnportanza 1'ivolu:,ioiuu·ia delle Coopc1·ati,;e cli co,istnno. Yerameute, chi à schiarito un po' le idee su questo punto è stato i'. Bonorni, il quale, nell'Aranti.' del 2 l s:ettembre scorso, rile,·ò come, mentre l"autico socialismo marxista, in contrasto al socialismo di Lassalle, sprezza\'a le Cooperativo tutte e poi si adattò a sosteoel'e 1 ma sempre in sott'ordine, le Cooperative dì prodnzioue riversaudo tutto il suo disprezzo su quelle di commmo, l'esperienza in,·ece à dimostrato che solo 'lt1este sono in g-rado di estendersi 1 di moltiplicars1, di iugig·a11tire 1 menLre quelle di produzione o intisichiscono o si restrin– gono a pochi soci, divcoenrlo vere orgauizztu-:ioui di privilegio. Ora, bastà questa semplice constiitazione a Ruim e a Yerg-oaniui per sbrigliare la fanla~ia e procla.- 111:\re che le Cooperative di consumo sono r11bi consistam della futura società 1 e che il commino e uè più uè meno che " la chiave lii ro/La dell"e• (ii(icio sociale ,,. Qnesto eccessi,·o entnsiasmo fu giustamente cri– ticato nel I' A ran:i .f ,lei 1° e del 10 ottobre da An– tonio 8calzotto, il quale tuttavia ehhe il torto di voler trarre le sue esatte osserva~,::.iouial mulino sindacalista. Nel più giusto mezzo s'è tenuto, col fiUOspirito sereno, lvanoe Bonomi, non seozn. però cadere anch'egli in quello che io riten~o 1111 errore. 11 Bonomi, inflt.Ui. replicando allo Scalzotto 1 sostiene che le Cooperative di consumo ànno 11011 solo rnug– g:iore possibilitf\ di sviluppo tlelle Cooperative di µrodnzioue 1 ma anche 1m ca,·atte1·e pi/, i11ti,na– mente de,no,.,.atif"o. Che la Coopen,ti,·a di consumo n.Lbiu. mag-~ioro po~sìbilità ili sviluppo, è vero. e ciò non per l'n– aica rRgione dell'Oppenheimer citata. dal Bonomi, che tale Cooperativa, in confronto a quella di pro– duzione, interessi un gran numero di individui,

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