Critica Sociale - XVII - n. 13-14 - 1-16 luglio 1907

Cltl'l'ICA SOCfALE 211 rispettiva capacità finanziaria. Se anche la perdita complessiva di quel dato rnmo tocca parecchie mi– gliaia di franchi, il ripartirla fra tutti riduce per ogni ente l'otlere ad una somma tollerabilissima. Così, con un sistema di reciproca assicurazione, si turano le falle e si pagt1110 i debiti. lD così si spiega che nessuna Cooperativa socia!idta è, nel Reggiano, fino ad oggi, fallita. Tutta la vita del socialismo di Reggio è a base di cooperflzione. La resistenza si può dire che nc,n avvenga più come sciopero, ma invadendo il campo delle industrie con le Coopernth•e di lavoro. Si ot– tengono risultati molto buoni. Aci esempio: la Coo– perativo, che è Lega insieme, dei fornaciai è riuscita ad organizzare la mano cl)opera della intera provincia ed ha costretto tutti i proprietari a servirsi esclusi va.mente del suo Ufficio di collocamento. Qualunque questione insorga, è risolta. da una Commissione speciale arhitrale. Si è arl'ivati al punto che, per qualche padrone, la Cooperativa assume tutta lii la• vorazione come cottimo colletth•o i il padrone paga un tanto per mille i mattoni e non si riserva pili alcuna funzione direttiva nella produzione, limitan– dosi a prestare lo stabilimento. Così il còmpito eco· nomico dell'imprenditore si svuota di molti caratteri che gli attribuiscono, a giustificazione, gli economisti ortodossi. Per mezzo delle Cooperative il proletariato fron– teggia il ceto degli industriali in molti campi della produzione ed assume esso stesso veste ed azione di industriale. I primi rami, nei quali s'è avanzata questi~ industrializzazioue della classe operaia; sono quelli relativi al waugiare ed al vestii·e, le due forme più sicure di consumo popolare. Si ò arrivnti poi ad affrontare industrie di esportazione e meno connesse ai consumi operai (ad esempio la lavora• zione su vasta scala del truciolo); - e si pensa anche alle industrie metallurgiche col progetto di una grande officina cooperativa per la costruzione di vagoni. Con esperimento notevolissimo, il Con• sorzio ùelle Cooperative di lavoro ha assunto In CO· struzione e l'esercizio di u:1a feLTiera di interesse locale i nè l'ardimento di assurgere dalla solita coo– perazione di lavoro, basata sul bracciantato, ad una impresa così qualificata desta apprensione, quando si pensi Rll'ammontare r-omplessivo dei lavori pub– blici già eseguiti in pochi anni dalle singole Coope• rative. In ogni modo, l'assunzione della ferrovia Reggio-Ciano ha destato interesse e avuto !ode dai coopeL·atori più eminenti; e Luigi Luzzatti ed il ve– nerando "\Volf- il Pier l'Eremita della crociata mondiale per la cooperazione - desiderano trovarsi all'inizio auguralo dei lavori sulla nuova linea. La difficoltà maggio1:e che il movimento reggiano trova è nel rifornimento del credito. Il problema fu in parte Sciolto con la Banca Cooperativa, ohe ha un capitale di 75 mila lire versate, ed un giro di aff11riche nel 1906 ò salito a 12 milioni. La .Banca contava specialmente sui depositi, che però finora salgono solo a 110 mila lire. Ha dovuto quindi ri correre al risconto, che varia sul milione, favorito sovratutto dalla Umanitaria di Milano ed anche da Istituti borghesi. La cifra non può non fare irnpre~– sione; pur mostrando come un Istituto cosl piccolo, per avere l'aiuto di Istituti bancari dell'altra riva, tlebba rappresentare veramente un·onda sicura di vi·aJità economica. Sul terreno ciel credito si rivelano i vantaggi della coeRione fra gli organismi economici del socialismo reggiano. Di solito le Cooperative di fa.voro sono di vecchia data, con capitali azionari discreti e con idoneità tecnica prnvata per lavori anche ingenti. Nelle Cooperative di consumo - ove i soci non percepiscono guadagni - v'è minor bisogno di ca• pitali; esse quindi non accedono alle Banche, per il credito locale che hanno; anzi, quando possono, fanno esse credito alle Cooperath·e di lavoro. Le Cooperative agricole o affittanze collettive sono quelle che hanno maggior bisogno di credito e ,•i ricorrono presso i soci stessi, presso amici facoltosi, presso i:Jtituti bancari. Grandi sono lo esigenze di c,1pitali per gli impianti ed i miglioramenti culturali, e le affittanze procedono faticosamente per il ser• vizio di credito. La Cassa di risparmio, servendosi della legge per il credito agrario, fa qualche opera– zione con esse, in base al pegno dei frutti pendenti. Malgnvlo le difficoltà del credito, e scbUcne il tasso del capitale salga, per rinnovazioni di cambiali, oltre il 7 per cento, le aziende socialiste di Reggio sono attive. Una percentuale soltanto del 2 per cento chiude in passivo. È qui - nel fatto cioè che le COO· pcrative rendono, sebbene i1 danaro costi loro più che agli imp1·enditori borghesi - è qui il segno di Jntrinseca forza e la gloria maggioro del movimento reggiano. rr. Le questioni di consumo, Se la grandiosa organizzazione di affari e di inte– ressi, che s'incontra nella Camera di lavoro di Reggio Emilia, ha potuto far fronte ai bisogni elci credito, ciò è dovuto specialmente: 1-0 alla reciproca indipen• <lenza ed al fratellevole scambio di aiuto fra tutti gli enti coordinati; 2-0 al fatto che Fattività indu– strialo ciel cooperativismo operaio si ò indirizzata in principal modo ad imprese radicate sui consumi po– polari. Quando sono gli stessi operai i consumatori ed acquirenti dalle Cooperative cli produzione, si assi• cura (agisce qui anche un insieme di coefficienti di ordine morale e politico) la clientelaj e si elimina inoltre la necessità di buona parte del capitale oc– corrente per l'azienda. Infatti gli operai addetti a questa si pagano con generi di consumo prodotti o dall'azienda o da altra Cooperativa federata; ed il fondo salari si riduce. Senza dubbio)ad un moto così vigoroso come quello reggiano non si possono segnare confini ferrati, eù è naturale che l'industrialismo operaio invada campi che staono al di là dei meri consumi delle classi meno elevate. llfa sarebbe gravissimo pericolo perdere quel chiaro criterio, che deve valere come hussola per gli orga– nizzatori reggiani; e cioè che" lo sviluppo della, pro– duzione non va scompagnata dalla organizzazionedel consumo"' Si muove arditamente il passo verso forme nuove, verso l'officina metailurg·ica e verso l'esercizio della ferrovia, ma. solamente quando si è certi che l'altl'O piede rimane ben fermo i11 un terreno sodo, con radici fonde nel sottostrato proletario. Se il movimento industriale di Reggio non avesse questo fondamento, sarebbe addirittura alla mel'Cè del credito bancario, e potrebbe veramente dirsi che l'esperimento socialista di Reggio è un lusso che solo la borghesia può concedersi. Basterebbe che la Banca borghese tagliasse i viveri, cioè il credito; ed il decantato moto proletario si esaurirebbe. Non si esaurirà, appunto pernhè trova in se stesso la fonte della forza. 01·ganizza1·e i consumi: ecco la parola d'ordine, per mantenere e spingere a nuovi progressi l'interessante oasi economica di Reggio. Sono concetti, questi, da molto tempo conosciuti e predicati da coloro che stanno nlla testa del movi– mento; ma forse giammai, come in questo momento, assumono evidenza perspicua e tendono a diventare metodi di pl'opaganda. Col bisogno pratico coincide Ll maturità ideale delle formule, in rispondenza agli ?tteggiamenti generali del pensiero socialista,

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