Critica Sociale - Anno XVII - n. 10 - 16 maggio 1907

CRITICA SOCIALE 147 problemi minori, e tenendo presente che essa può es– sere raggiunta non diminuendo la libertà d'azione di ognuna delle parti, ma cercando i punti In cui tutte le parti spontaneamente concordano. Si tratta di untflcare o coordlnaro le leggi che concernono la navigazione; si tratta di stabilire un servizio di inrormazlone commer– ciale, da cui ogni parte delfJmpero possa trarre il mas– simo vantaggio; si tratt11. di unificare i sistemi di infor• mazione reciproca in materia di educazione e istruzione sulle poterzialità economiche e industriali d'ogni parte det1 1 Impero; si tratta di stabilire un sistema di prere– rouze fiscali tra le varie colonie, e di queste verso la madre patria i e di combinare questa libertà fiscale delle Coloule con il fatto che, rispetto alle altre naiioni del mondo, ìl diritto di concludere trattati spetta al Go– verno imperiale. Si tratta di organizzare su di un piano unico la dHesa militare e navale dell1Jmpero. Si tratta di vedere corno il diritto del governo imperiale di con– cluderE', ad es., alleanze col Giappone, e il dovere di 11roteggere gli interessi delle popolazioni di coloro che costituiscono la maggioranza degli abitanti detP Impero, si possa combinare con la legislazione di alcune colonie intese a impedire l'immigrazione di giapponesi, cinesi o indiani o negri. Ognuno di questi problemi è complicatissimo; quello della unione commerciale non ne è che uno ed è forse insolubile. Como atf:outarli tutti? Semb(a che debba prevalere l'idea di fare della Con– ferenza. dei Primi Ministri di tutte le Colonie un Con– siglio Permanente, tra i cui membri Il\ posta e il tele– grafo servirebbero da mezzi di comunicar.ione, e che avrebbe per supplemento un Comitato coosultivo di esperti, risiedente in Londra, Incaricato di discutere, studiare e riferire o.i Membri del Consiglio imperiale su tutte le questioni che questi gli sottoponessero. Ne fa– rebbero parte funzionari di tutte le parti dell'Impero, e le sue funzioni sarebbero solo consulllve; il suo carat– tere solo privato. Quelle risoluzioni in cui fosse rag– giunta la unanimità sarebbero poi sottoposte per la approvazione ai vari Parlamenti. Non mette conto sof– fermarsi sull'estrema delicatezza di una simile costitu– zione Imperlale e democratica in embrione: come com• binarla col fatto della mutabilità del :Ministeri e dei Primi :Ministri e col vario grado di docilità o lostabìlità del vari Parlamenti? È questo uno del punti in cui il vantaggio di una costituzione monarchica e della ge– stione degli affari affidata a classi che per le loro tra– dizioni o la loro educazione sono atto a trattar di tutto, apprezzando le sfumature, e non sprezzando del tutto il mistero a vantaggio della chiarezza o precisione ad ogni costo, salta più all'occhio. Jn parte ora si avvia a ciò per mezzo della nomina per un lungo termine di un governatore della Corona che è Investito delle funzioni di questa 1 che su per giù occupa la posizione del presidente della repubblica in li'rancla, ma che, venendo dall'Inghilterra, è più indi• pendente e spassionato di fronte al partiti e problemi locali; cd, essendo persona scelta dal Gabinetto inglese tra un personale di funzionart che mostrano le capacità opportuno, gode sempre In un grado considerevole di quello attitudini di Governo che le leggi doll'ereditò. casualmente distrlbni9cono tra i rampolli di fa.miglio reali. E così avviene che, nelle Colonie anche più che nella madre patria, la monarchia parlamentare, lungi dall'essere un'ibrida combinazione di forme contraddi– torie o antitetiche di Governo, ò una felice coml>lna– Jlooe dei vantaggi di ciascuna, accompagnata da una altrettanto felice eliminazione del corrispondenti e ri– spettivi svantaggi. A dir vero, lo non so se l'Impero potrebbe sussistere quando Il Governo imperiale non fosse In mano a una eme cli continuo rinnovantesi per via di processi seve– ramente selettivi e non rosso slmboleggiato da una Co– rona o mantenuto da. grandi forze d'indole psicologica ed emozionale. Bisogna pensare che circa 350 milioni di sudditi inglesi sono mussulmani e buildisti e appar– tengono a razze che non concepiscono l'obbedienza alla legtre so non come un atto di omaggio per.:rnnale, e che anche nella razza bianca la concezione, diremo cos1, perso11alistica delle funzioni di Governo ò meglio intel– ligibile ai più che non la concezione impersonale. E, te– nendo presente che le Colonie sono tra loro separate da mari o oceani, si capisce pure che la finzione di una dinastia. regnaute ò più atta a concentrare l'interesse del più sull'unico legame simbolico che non il muta– mento di successivi funzionart eletti. La successione ere– ditarla, In virtù della. sua connoss\ouo con la vita domestica, fa più appello al sentimenti quotidiani di ciascuno. V'è poi tutta la questione della prerogativa reale, ossia. del poteri discrezionali della Corona. Questi, nella o,•oluzlono costituzionale Inglese, a poco a poco pas:m– rono sotto il controllo del Gabinetto e del Parlamento. 11 Onblnetto se no servo liberamente por sbrigarsi di faccende che o la discussione parlamentare manderebbe troppo per le lunghe o, magari, la Camera dei l<Jrds resplngerebb·e. Se il conferimento <lella costituzione al Transwaal rosse stato sottoposto alla approvazione della Camera dei Lords, questa l'avrebbe certamente respinto. Iovece Il Governo ne ha ratto l'oggetto di un atto d'e• serclzio della prerogativa reale e eos\ ha conseguito uno dei suol ma{Jgiori trion fl. Da. ciò apparo che, e dal punto di vista degli affari interni e dal punto di vista degli Interessi imperiali, gli Inglesi hanno ragioni poderosissimo per preferire la conservazione della monarchia alla instaurazione della repubblica. li potere della Corona è limitato da una tradizione di precedenti e si presta ad essere, d'altra parte, ampiamente esercitato sotto Il controllo dei mi– nistri. Quello di un presidente, deflnlto rigidamente nei suoi limiti da una costituzione scritta, implicherebbe o l'arbitrio o minor elasticità. e Iniziativa nel Gabinetto e nello Stato in genere. Forse, è vero, senza l'Jmpero, l'Inghilterra potrebbe dedicare al proprio funzionamento interno forze im– mense, che ora 11000 spese nel mantenimento di quello. Nazione grande prima di diventa.re imperlale, essa forse diventerebbe più grande cessando di essere tale. Checchò sia di ciò, nello stato attunle delle cose e fluo a che lo sue colonie siauQ di gran llrnga più ricch& che ora non lo sono In popolazione e in ca– pitale, esse avranno bisogno doÌl'Inghllterra più che questa di esse; e, poicbè ora anch'essa ha di esse bisogno, è certo che, almeno per parecchie generazioni, l'Impero continuerà ad esistere e per ora ò in via di consolidarsi. Ora, che cosa significa questo consolidamento se non la sconfitta, fln d'ora, di coloro che ritengono possibile arrivare ad eguagliare la potenza navale lngless? Le risorse economiche del Gana.dà, della Nuova Zelanda, dell'Australia, dell'Egitto, se già grandi, non sono che ben poco in confronto a ciò che questi paesi potenzial• mente contengono. A mano a mano che il loro srrutta– mento si sviluppa, crescerà anche la potenziale contri-

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