Critica Sociale - Anno XVII - n. 9 - 1 maggio 1907

CRITICASOCIALE 131 · presentavano aspirazioni indeterminate più che punti immediati d'azione. E la lotla di classe, che pur allora era iu pieno fulgore teorico per le questioni politiche, sembrava rannicchiarsi e sparire nei programmi ammi– nistrativi. Io terreno municipale si trattava di creare condizioni favorevoli per la lotta degli interessi, piut– tosto che fare vera lotta d'interessi. Oggi non è più così. La politica municipale e tutta combattuta in base a contrasti economici di perspicua evidenza. Prendiamo l'esempio di una grande città.. E sia Roma. A Roma il problema dei problemi, quello che è pre– giudiziale di tutti gli altri, é il problema del costo della vita. La vita f\ troppo cal'a. Nella duplice stretta della crisi edilizia e del rincaro dei viveri, l'operaio, il piccolo bottegaio, Jlimpiegato ed ogni altro ceto medio o baaso si trovano componetrnti, legati, alleali da una grande solidarietà d'interessi. Ed il contrasto si delinen 1 con netto profilo, tra la compAgiue di questi interessi e gli interessi dell'altra. riva: dei detentori di aree, dei proprietart di case, degli accaparratori dei viveri che trovano vantaggio a perpetuare la stato odierno di cose. La battaglia è tra i meno, che hanno interesse che la vita costi di più, ed i pili, che hauno interesse che la vita costi di meno. È tra i latifondisti delle aree e dei palazzi ed i padroni del mercato da un lato, ed il poPol ·minuto dall'altro, se è lecito rievocare un nome ed una situazione economica del medioevo. È tra co– loro nei quali prevale il carattere di consumatori, e coloro nei quali questo carattere è affatto secondario davanti all'altro di detentori di beni. Gli operai si trovano dunque stretti da un fitto tes– suto connettivo d'interessi con altre classi, e non hanno ragione di far da sé. li programma loro è eguale a quello degli altri ceti bassi e medi i: costruire, costruire e poi costruire case, approntare viveri irnfficienti, reci– dendo l'insidia del u bagarinaggio n· Naturalmente, vi sono (anche a Roma, che ho sot– t.'ocohio) altre questioni di tecnica amministrativa; c·ò la mala rete dei monopolii nei servizi pubblici; c'd Jlistruzione e l'ar,isistenza scolastica. Ci sono tante altre cose. Ma è il rincaro de1la vita che dà. il taglio netto delle fono e l'att.eggiamento dei partiti sul terreno municipale. I partiti (e si noti che, in questo momento della vita italiana, i partiti amministrativi non coincidono sempre col personalismo caotico degli aggruppamenti politico• parlamentari) han radice giU negli interessi. A Roma il blocco clericale-moderato si compone sopratutto di proprietari di case. Il Sindaco è stato fino a ieri il prc:• sideote della loro società. Ora, cou tutto il buon vo– lere che un'amministrazione di siffatta natura può pro– fessare di fronte al problema edilizio, è umanamente necessario che il giuoco naturale dell1interesse di classe, più forte dei propositi individuali, la spinga a.... non far nulla. Nel cosidetto campo liberale, che raccoglie piuttosto professionisti, impiegati, commercianti, ecc., vi è ben,-ì gente che ha passato sor,ipetto t,d interessi non sulla stessa direttiva del popol minuto. Ma, in fondo, l'im– postazione del tornaconto economico è la stessa; ed è possibile tagliare, in questa massa del vecchio libera• lismo, un considerevole segmento di aderenti e coalizzali coi 1>artit.iestremi. L'anticlericalismo ribadisce(badiamo bene), non crea l'unione. Che cosa. avverrà nelle elezioni di Roma? È presto detto: for·anche l'accordo liberale-popolare non avrà luogo, e la triplice sarà co,trella a tentar da sè la conquista delle minoranze. Ma, da qualunque parte vengano le intransigenze, o meglio le semi-intransi– genze (perohè di intransigenza completa d'ogni partito estremo non si è parlato ancora), certo è che la pos– s,ibilità di un accordo su basi 8trettamente economiche non manca. In altri ambienti municipali il profilo delle lotte economiche sarà diverso da Roma. E si tratterà appunto di vedere, caso per caso, l'opportunità delle alleanze. L'~empio di Roma è notevole, perchè mostra, fra l'altro, la grande importanza che hanno nella politica municipale le questioni di con.mmo. Ciò risponde ad un nuovo orientamento del pensiero scientifico, come delle attività. pratiche. Quel coloRso di Marx ha improntato la mentalità. so– cialista in ~O!lSO unilaterale. Sulle sue orme, si è vista qnasi soltanto una forma di lotta dì classe: la lotta tra i capitalisti ed i lavoratori. l~ra certo ai tempi di Marx 1 ed è ancora, la più perspicua e la più saliente delle numerosissime lotte di interessi che ardono nella vita economica. Ma non la sola, e non semp,·e la predomi– nanle. Otto Effertz (un nuovo evangelista del socia– lismo, ignoto agli epigoni di Marx, e caro all'amico Vailati che se ne è fatto il banclìtore e profeta in Italia} conta a qualche migliaio gli antagonismi di interessi di cui è materiato il mondo economico. L'Etrertz, tra gli antagonismi che analizza o accenna, mette avanti quelli sul terreno del consumo, e dice cose molto interessanti e che possono riescire utili a. tutti coloro i quali, in forza d'un loro grossolano dal– tonismo, altro non veggono che lotte di distribuzione. La politica municipale, che va ripresa e ristudiata sul fondamento delle nuove fone spontanee e non delle formule eredita.te da altri tempi e da condizioni diverse, si mostrerà, io credo, sempre pill pervasa da questioni di consumo, che ora vengono alla ribalta. E, mentre si potrà venir attuando una utile divisione di lavoro, per le questioni economiche, tra il campo politico-parla– mentare o quello amministrativo-localo, potranno anche svolgersi germi di nuove formazioni dei partiti politici. Qualunque sia il giudizio che potrà. darsi di questa speciale concezione economica che vien ora per vari segni delineandosi, certo è, per tornare al nostro argo– mento, che la triplice è una formula, che bisogna adat– bre a nuovo contenuto, e che si può auche accettare l'adesione al blocco democratico di qualche forza libe– rale, senza incorrere nelle scomuniche di un leso po– polarismo. Mi-:ucc10 Rurn1. ENTE AUTONOMO AZIENDA MUNICIPALE (A. 1n·oposito di case popolal'i) 11 problema dell'abitazione popolare si va facendo strada un po' dappertutto in Ctalia. Non sono solo le oittà. ad altrt e densa popolazione, a rapido e in– tenso accrescimento che sentono la sferza di un profondo malcsseL"O,sono anoho i centri minori dove la vita pulsa d"ordinario più tranquilla o qua;i tor– pida., o~e si destano all'aouloo di bisogni prima 1gnorat1. .~uesto risveglio è consolante, perchò l'osservatore d1hgente può scorgervi, oltrechè l'effetto di un di– sagio economico, le traccie di superiori necessità e preoccupazioni. Si può dire che orlmai le popola.-

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