Critica Sociale - Anno XVII - n. 7 - 1 aprile 1907

CRITICA SOCIALE lii Oerusalemme: di quel re sapiente che so la godeva nel lusso più raftlnato 1 con un migliaio di donne, tra mogli o concubine. I consigli moderni e le moderne lamenta- 1.ioni vengono pure dalla cla'lse privilegiata e gaudente .... O, non si direbbe che la fllosofla nell'uno e nell'altra rassomiglia alla moralità del libertini, ohe nella vec• chiaia, divenuti Impotenti, s1 danno al bigottismo? 11 Se l'istruzione e il benessere - 11égulta il Colajanol - riescono alla tormentosa u lnrelicità psicologica III si abbia il coraggio di ritornare alla povertà coll'igno– ranza. Si rinno,•ino sopratutto le gesta di Omar, ch'era logico, bruciando le biblioteche e si levi un inno ai po– veri di spirito. I Rothschild, i Jay Oould, i miliardari rinunzino alle loro ricchezze: allora saranno creduti. 11 L'incremento del benessere materiale ed il progresso intellettuale aumentano l' 11 infelicità psicologica 11 ! Se ciò fosse, gl'ludhldui e le generazioni cbe, nel corso della loro vita, riescono ad elevare la. loro condizione, dovrebbero rinunziare all'elevamento conseguito Chiedete però all'uomo colto se vuole ritornare all'lgnornnza, nl· l'uomo ricco so vuole ridursi di nuovo a povertà; nes– suno accetterà. Dunque 1101 nuovo stato ci si trovano meglio che nell'anteriore; e lo stato nuo,·0 1 anche se se ne lamentano, lo apprezzano debitamente quuodo cor– rono pericolo di perderlo. u E poi, è egli vero, che tutti e sempre vedono au– mentare la loro u infelicità psicologica 111 quando si mi• gliorano le condizioni materiali e intellettuali? Quante esistenze 11oddisfatte non vi sono e non si contano nel mondo? È dessa pure desiderabile questa soddisfazione generale, quand'anco fosse possibile} Volere e potente– mente volere una somma maggiore di felicità non è Io stimolo, la leva, la condizione si11eq!ta 11011 del pro– gresso? " So la infelicità psicologica è il risultato finale di ogni progresso, piuttosto che a combattere Il socialismo, si farebbe opera più proficua, armati di cilicio e cosparsi di cenere il capo, a predicare l'imbarbarimento e la re– trogradazione alle classi elevate; e, ph'1 che questo, si farebbe meglio a raccomandare il culto di Origene: la castrazione, SI può tener conto della buona lntemdone, ohe anima gli oconomisli, I quali certamente, additando il pericolo dell'Incremento dell'infelicità. pslcologicai sono mossi da filantropia e da affetto speciale alle classi ope• raie, che rendono avvertite di non elevarsi e di conten– tarsi dello stato sociale presente; di accordare la pre– ferenza insomma alle .sofferenze fisiche, pur di evitare la infelicità. psicologica. Ma cosl va il mondo; si predi– cherà al deserto e si raccoglierà rorse ingratitudine, so i ricchi peì primi non si mostrano convinti della " su– prema vanità del tutto 11• " I proletari hanno dalla loro anche un'apparenza di ragione - una apparenza sola 1 veh I - poichè alle cla-esi dirigenti, che parlano loro di aumento d'infelicità psicologica conseguente all'aumento di beneswore e d'istru– zione, ritorcendo l'argomento, essi possono domandare: a che coòservate le vostre ricchezze, perohè vi sforzate con ogni mezzo lecito e illecito Ji aumentarle; perchò mandate I vostri figli all'università., al politecnici, se la ricchezza e Il sapere non accrescono di una infinitesima quantità la somma dei vostri "'odimentl; se invece ge– nerano o aumentano la infelicità? " Si predica che il paradiso agognato clni lavora.tori si risolverà in una amara delusione; ehe la ricchezza e Il potere non daranno agli ultimi venuti la felicità come non la dettero al primi. Sia! Ma i lavoratori vogliono provare alla loro volta se è vero che, mutando condi• zione, mangiando buon pane e buona carne, riposandQel nelle ore della stanchezza, premunendosi contro le ma– lattie, riparandosi dal freddo e dal caldo ugualmente tormentosi, non ai riesca a conseguire la felicità; anche senza champagne, senza teatri, senza clubs 1 senza spo,.t, senza diamanti, senza palazzi, senza ~ttes, essi vo– gliono assaggiare la particolare infelicità. psicologica, che viene dalla ricchezza o almeno dalla decente agia– tezza! Chi può dare loro torto? Se vogliono essere cre– duti, questi singolari predicatori di moderazione e di rinunzia ai godimenti devono dare il buon esempio: indossino Il salo di san Francesco di Assisi, si facciano trappisti. Non facciano come il Tolstoi, secondo le indi• screte propalazioni di una sua governante, che predica il vegetarismo, e lo pratica di giorno, per mangiare buone bistecche durante la notte. " :~J infine una suprema sciocchezza. verniciata da ipo• cri.sia sopraffina. quella del santi predicatori, che, in nome della morale evoluzionista, ohe ,·orrebbero ridurre a rate.lismo inerte - checchè dicano a parole su quel giusto mezzo tra la rassegnazione cristiana e la riven– dicazione rivoluzionaria - con~igllano al la\'Oratori la a~tensio110 chllo sforzo inceasante ed enorgico pel ml– gliornmento <lolla propria condizione. Porchè le racco– man<lazioni e l consigli riescano efficaci, ripeto, ciò che sanno tutti gli educatori, bisogna che vengano suffra• gatì coll'esem1>larità. della pratica. E non danno un esempio incornggiaute di moderazione di appetiti i bor– ghesi, che J>Os91edono cento o vogliono mille; che otten• gono mille e desiderano subito un milione i o per otto- 11orlo non rifuggono dalle frodi, dai furti, dai delitti di ogni genere. 11 . . . 27. - li lettore ci perdoni la lunga citazione; ma l'abbiamo creduta necessaria per mettere in lnce corno, posto il piede sul terrono psicologico, cosl fragile o sdrucciolevole, si possa facllrnonte, insieme a molte os– serrnzioni di puro buon senso, affermare e sostenere, con aria trionfale, delle vere inesattezze. Colajanni ba ragione da vendere quanclo mette in satira i ricchi che consigliano Il sacrifizio e l'astinenza dAndosi alle orgie o ai bagordi i il buon senso In questo cnso parla per bocca sua; od è questa Punica ragione, apparentemente valevole, che egli porti, anche con troppa lnsi3tenza, con• tro il voluto pessimi.~mo e Il voluto scetticismo dei filosofi antisocialistt. Ma Colajanni ha torto quando crede che i ricchi, solo perl}hè predicano bene o razzolano male, siano veramente felici e trovino in quelle gozzoviglto, a cui non vogliono rinunziare, le più grandi gioie e I più Invidiabili piaceri; Colajanni ha torto quando af– ferma che i ricchi stanno bene solo perohò non cercano di star peggio e aspirano u.nzl a sempre maggiori ric– chezze, a sempre piì1 raffina.te soddisfazioni j Colajanni erra quando sostiene che Il hetlessero materiale e l'istru– zione accrescono la felicità. psicologica (c 1 ò uua feliciti\ che non sia psicologica ?) 1 solo perchè l'umanità non ba nò il coraggio nò il desiderio di tornare nell'ignoranza e nella miseria, rinnovando le gesta di Ornar. Certo, il consigliare agli altri la rinuncia alle ric– chezze, o il non rin uuclarvl per conto proprio, è una morale di scarilO effetto; ma rla.l constlltare ciò all'affer– mare per questo solo motivo che tale morale sia errata e falsa in sò stossa, ci corro alquanto. Antico ò il detto: u Video meUora proboque, deteriora sequo1·n; od infatti la volontà o l'intelligenza non cammi1rnno di pari passo, e ehi non ba la forza. di ben operare può a,•ere l'esatta ,•isione e l'esatta percezione del buono o del giusto. l ricchi non se la sentono di tornare poveri? Non è questa una ragione vale\'ole per dichiarare errato il loro con• slglio di non affaticar.si od affo.onarsl per divenire ricchi. f.,a vera questione è che, su questo tMto della ric– chezza e della povertà, sbagliano i ricchi e i poveri, i socialisti o gli antisoclalisti. Oli uni e gli altri ànno un concetto falso della felicità degli avversari, e si merà– vigliano che questi non siano contenti del proprio stato o cerchino ad ogni costo di migliorarlo. Oli uni o gli altri ànno torto. li ricco 1 in generale, non ò più felice del povero, perchè non dà alcuna importanza ai beni che egli possiede io copia e che il po,·ero agogna. Jl ricco non è sturo e blas<l per posa, lo ò di fatto; i eiM gustosi, lo vesti di lus'io, gli appartamenti coruodi e son– tuosi, gli spassi e gli svaghi a cui egli è abituato dalla nascita 1 non gli dànao alcuna sensazione del piacere, come ogni mortale, che goda e abbia sempre goduto ottima salute, non ne fa caso alcuno e certo non prova l'intima soddisfazione di ohi, dopo hrnga malattia, si alzi dal letto, si senta forte in gambe e l>enedi stomaco;

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