Critica Sociale - Anno XVII - n. 7 - 1 aprile 1907

CR!l'ICA SOCIALE 109 bero luogo durante il suo Governo {settembre 1841-giu• goo 1846). Nel 1841vi erano 1046 voci, tra principali e secondarie, soggette al dazio d'importazione, e In quell'anno il nu– mero delle voci hl ridotto solo di quattro. Ma nel 1842 furono ridotti t dazi su ben 769 articoli e nel 1844 su altri 7. Nel 1845 fu diminuita la tariffa su 81 articoli, mentre 522 articoli rurono esentati da ogni dazio, e nel 1846 altri 216 dazi furono ridotti e 79 abrogati. Per riassumere, Peel trovò la tariffa con oltre 1000 articoli soggetti al dazio d'importazione e la lasciò con metil. di questo numero j il numero totale dei dazt da lui ri– dotti fu di 1035, il numero dei dazt totalmente abrogati di 605. E i dazi abrogati, nella toro grande maggioranza, colpivano le derrate alimentari, il vestiario e il comfort del popolo, oppure ostacolavano la produzione indu– striale, come quelli che erano prima prelevati sulle materie greggio ( 1 ). Con l'c,pera di Peel la finanza si asside su nuove e più eque basi, in quanto attinge i maggiori proventi dalla tassazione diretta e tende a limitare quella indi– retta agli articoli di consumo generale e necesJarlo, esentando i beni dl prima necessità. (Continua). JACOPO 'l'IVARONI. (') BUXTOM, op. cli., I, cap. Ai prossimi mtmeri: Ardigò di ETTORE MARCHlOLJ. ILLATO P3ICOLOGICO DEL 30CIALI3MO"' V. La, folidtà dellu classe operaia. 25. - I concetti da noi esposti nel capitolo precedente circa l'aumento di dolori e di bisogni nella classe ope– raia, apportato dal progresso e dalla civiltà., sono stati ritorti abilmente da alcuni scrittori contro Il socialismo. Tali scrittori ammettono ben volentieri che il progresso e la civiltà, pur accrescendo il benessere fisico degli uomini, non ne accrescono la felicità . .A..:;ch'essisosten– gono1 come noi abbiamo sostenuto, che, se la classe operaia ba oggi dei mezzi di vita superiori a quelli del passato, ha maggioro importanza nella vita pub– blica, è soggetta alle cure filantropiche del mondo ci– vile, ha splendidi e comodi ospedali, brefotrofi., orfano• trofi, case di ricover o, società d i mutllo soccorso a sua disposizione i può frequeuto.re IA scuole i come può finanche, in alcune città, andare gratuitamente a teatro; non per questo è - o ha ragion d'essere - più felice d'un tempo, polchè, dirozzata la sua mente, fattosi il suo occhio più perspicace, vede chiaro ciò che una ,•olta intravedeva appena o le sfuggiva affatto, vede, cioè, tutta la distanza che la separa dalle classi più fortunate, o si sente umiliata ed afflitta ('). Messi.sisu questa via, i suindicati scrittori - a diffo• renza dei moralisti puritani, uso Leroy Beaulieu - non arretrano dinanzi alle logiche, per quanto estreme ed ( 1) Riprendiamo, oon questo ra11clcolo, l'lnterenl\ntc stuolo di psi• oologia 1oolallsla del nostro Pelroechl, ohe Il nuovo llpo lmpreno al periodico e la rcua di orlgll1ll!Odel primi numeri del nuovo anno cl avevano costretti ad Interrompere. VC!j'gasl Crtllc<1Sodale 1906, numeri l().lt, 19, H, l!,, lii, 17, 20 e 22. (Nota dtlla CRITICA.). (1) N.1.POL&ONECOLA.JAl'(SJ, li Sociau,mo, aeoonda edltlone, pag. 181 ~ 1cguente. imbarazzanti, deduzioni. Come si spiega altrimenti - essi proseguono - che I movimenti socialisti vengano appunto intrapresi, non dall'imbecillito contadino, che, lavorando da mane a sera, trova poi per cibo la scarsa polenta, germe di pellagra, ma dall'operalo, sufficiente• mente pagato, o che pu! trova la città seminata di ogni genere d'istituzioni 1 create a suo vantaggio? Perchè Il primo ancora non ha la psiche abbastanza sviluppata per concepire la distanza che lo separa da chi gode, il secC'ndo sl; ed ogni psicologo può, In questo caso, asserire che, se l'uomo più povero della terra fosse Rothschild, e vi fossero altri uomini altrettanto più ricchi quanto oggi lo è il banchiere a paragono dei poveri, Uothschlld sarebbe, socialista. Certo, la sparizione della pellagra, il cibo, il vestito, l'alloggio, assicurati a tutti, non sono cose da disprezzare: ma con ciò sarà migliorato lo stnto psicologico dell'umanità? No, perehè gli ultimi soffriranno sempre, per quR.nto siano i primi a paragone di un tempo passato; perchè una felicità assoluta, che prescinda da alcun termino di confrQnto, non esiste, ed un cnpo di una tribù arricana, per quanto vesta, mangi, alloggi peggio d'un operaio europeo, sarà. sempre di lui più felice, paragonandosi al selvaggio che gli è sotto• posto. IL progresso della società, a.dunque, è un pro• gresso tecnico, non già psicologico; poichè, dlffoudendosi l'istruzione e la coltura, affinandosi e ingentilendosi Il sentimento e l'intelligenza, a un numero più vasto di godimenti e piaceri farà semrire riscontro una schiera ugualmente grande di arflizioni e dolori ('). Cosl ragionano crudamente, senza false sentimentalità, senza voluto illusioni, alcuni filosofi della borghesia ; e le loro Idee col:imano perfettamente - l'alibiamo av– vertito - con quelle da noi sostenute. Ben diverso però sono le conclusioni che essi ne tirano, poichè è appunto nell1arsenale del loro pessimismo ch'essi han creduto trovare le armi più acute per ferire nel cuore le aspi– razioni della classe operaia. A che mirano dunque - essi dicono - l'agitarsi e l'affannarsi del lavoratori? Che vantaggi, se non effimeri ed ipparentl, procurerà loro la lotta contro le cla~si superiori ? Qual maggiore felicità essi pretendono raggiungere? Conseguito puro lo scopo, migliorate ancora, ed il più possibile, le loro condizioni materiali, debellata anche la borghe9ia ed affermata la loro sovranità, credono essi che non sa– ranno tuttavia malcontenti della loro sorte, come lo sono sempre gli uomini in qualunque condizione e in qualunque tempo, e come oggi sono essi stessi, nono– stante l'innegabile progresso compiuto in confronto degli antichi lavoratori? Il movimento rivoluzionario della classe operala ò a.dunque un lavoro di Sisifo, basato sopra uua grande, una vecchia, uua sfatata illusione; ed è al teorici del socialismo, più che al teorici della borghesia, che va imputata 1 1 ,gnoranza delle leggi psi– cologiche. 11 [I socialismo - scrive il Flora ( 1 ) - più che un sistema economico concreto futuro, è come una religione novella, una nuova metafisica, un desid8ratum a9tratto 1 nel quale lo masse ravvisano l'estremo mezzo per la conquista terrena di quella felicitò. positiva che il modio evo riponeva net cielo. " E altrove: 11 n socialismo è I1e9pressionedello smodato o violento desiderio di benessere temporale, dell'ingor,la avidità. di agiatezza economica, di felicità terrena, ecc. E le classi operale, ignorando le leggi psichiche del bisogno, sono (I) COLAU.NSI, luogo cltAto. (T) Cllato o.ai ColaJannl nell'opera già 1110.tcata.

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