Critica Sociale - Anno XVII - n. 1 - 1 gennaio 1907

14 CRITICA SOCIALE oggi l'Albania da un'invasione austriaca, mal si può prevedere se, sciolta l'alleanza, al sorgere d'una occa– sione propìzia, la convenzione sarebbe o no rispet– tataj pretesti è facile trovarne; e allora a noi non rimarrebbe che, o soffrire in pace l'ingiustizia e ve– derci chiuse per sempre le vie dell'Oriente, o affer– mare sanguinosamente il nostro diritto. Molti uomini politlci credono l'alleanza anche ne– cessaria per evitare una guerra tra l'Italia e l'Austria, provocata dalla tirannide che il Governo austriaco esercita sulle genti italiane irredente, dì continuo oppresse ed offese nella loro tradizione nazionale e linguistica dalla espansione tedezsca e slava. Bissolati non trascurò di considerare questo solido argomento dei difensori della 'friplice, ma gli negò, ormai, ogni valore, dacchè PUngheria, inimicata con l'Austria e con la Dinastia degli Asburgo, non la seguirebbe in una guerra contro di noi, a cui è legata da nessi storici dì simpatia. ~Ia il valoroso deputato anche in questo suo pre– sagio peccò non poco di ottimismo: poicbè, concesso pure che l'Ungheria non aiutasse l'Austria e rom– pesse bruscamente con ossa ogni comunanza, ciò po– trebhe diminuire le forze della nostra avversaria, non evitare l'urto: nè conviene dinrnnticare che in Ungheria convivono molte nazionalità, e le genti slave, che ivi hanno grnnde importanza e detestano cordialmente gl'Italiani, accoglierebbero con gioia 11annunzio della guerra. ])i più, Pesercito in Austria è unico e non riescirebbe difficile spingere i regg-i– menti tedeschi in Ungheria, trasferire i Magiari in Austria, e, colla ferrea disciplina militare, soffocare ogni velleità 'di resistenza, quando l'amore degli Ungheresi per l'Italia assumesse proporzioni eroiche. Altro si potrebbe aggiungere, che nè Bissolati nè altri considerarono: la successione al trono austriaco. Tutti sanno che l'arciduca Ferdinando è legflto stret• tamente al partito clericale austriaco, il quale ci odia ferocemente e più d'ogni altro accarezza sogni di cruente conquiste. D'altra parte, lo scioglimento della Triplice e l'ade– sione quasi necessaria dell'Italìaall'alleanza tra.Francia, Russia ed Inghilterra non solo non gioverebbero alla democrazia italiana, ma danneggerebbero gravemente le democrazie austriaca e germanica. Non giove– rebbero all'Italiana perchè 1 se i conservatori chiedono oggi velatamente l'aumento delle spese militari nella previsione di una guerra con l'Austria, si fa– rebbero tanto più audaci, sciolti che fossero i legami d'alleanza; nuocerebbero alla democrazia austriaca e germanica, poichè i popoli tedeschi piomberebbero in quello « splendido isolamento " che richiede la massima potenza degli ordinamenti militari. Ultimo argomento contro la Triplice, il Bissolati auspicò il trionfo magnifico della democrazia au– striaca per opera del suffragio universale: trionfo che allontanerà per sempre ogni lugubre fantasma di guerra. Ma nell'Austria, compagine di genti sì diverse e che con tanta vivacità sentono le questioni nazionali, meglio non credere alle virtù magiche del suffragio universale; in ogni modo, se la democrazia avrà vittoria, ci sarà sempre minor ragione di abban• donare l'alleata. }J, affermandosi le nuove idealità anche in Germania ed in Russia, l'Italia potrebbe compiere una delle più grandi missioni storiche, riunire i popoli latini ai tedeschi ed agli slavi 1 porre le basi di quegli Stati Uniti d'Europa che la mente del Mazzini già previde con lucidità meravigliosa. La questione meriterebbe più profonda analisi che non consenta un articolo di Rivista: ma nell'ora at– tuale, rispetto all'Austria, per me non si può sce• gliere che la diffidente alleanza o l'aperta avver– sione: pur senza parlare di guerra. Io non esito un momento: eleggo l'alleanza. TULLIO LUCCIARINI. ANIME SLAVE Milano e Napoli ~ono le due città italiane n. cui, da qualche anno, convengono in gran numero gli studenti e le studentesse di Russia. Ha la prima il privilegio di ospitare i fusuri usignuoli e le imminenti capinere della scena lirica, mentre l'altra apre le porte dell'Università a coloro cui non si addicono le metafore alate; agli as• si<lui dei gabinetti di chimica e delle sale anatomiche· Una volta l'inverno cacciava dal Settentrione verso il Mezzogiorno i principi e le principesse. Scendevano co– storo ai tepidi lidi mediterranei a sperperare i loro rubli al tappeto verde e a curare la tisi nelle ville auleuti di rose e bionde di sole. Era la Russia aristo– cratica e febricitante che si offriva alla curiosità. degli sraccendati e all'attenzione dei novellieri. Gli uomini giocava.no alla roulette e, qualche volta, cospiravano. Le donne, divinamente languide e bionde, soavi e fatali, - tale era il figurino alavo di quell'età sentimentale - si struggevano di nostalgi:i e d'amore entro un raggio di sole o nell'ombra di un notturno di Chopin. Gli uni e le altre emigrano tuttora al sopraggiungere del freddo. Ma passano fra noi inosservati. r.a Russia aristocratica non è più di moda. Sente di sangue, risuscita paurose storie di morte, sembra cercare il riposo dopo aver tra– mata la strage nei salotti e nelle alcove di Pietroburgo, di :Moscae di Varsavia. Essa ha ceduto l'impero della simpatia occidentale a un'altra Russia più giovine, più forte, più libera, ignara d'idillii, cresciuta al fragore della dinamite, destinata agli studi severi o alle batta– glie cruente. Le belle principesse innamorate non vl– vono più per noi se non nelle novelle di Guy de Mau– passant. Chi sono, donde vengono, dove vanno gli studenti e le studentesse di Russilt? In verità la prima impressione che di quelli si ha, vedendoli passare per le tranquille vie italiane mentre la Patria e la Rivoluzione doman– dano giovinezze eroiche, non è di simpatia. Voi siete tratti a pensare che le Università russe non sono chi~se agli uomini e a paragonarli ai mille sconosciuti che sono rimasti. Il vostro giudizio di esteti è inesorabile e tagliente corr.e il filo d'una· spada. Voi avvertite, veden• doli placidamente avviarsi alle lezioni di chimica, o di anatomia, o di canto 1 che un acre dissidio è tra voi è loro. Rimpiangete in ciascuno un eroe mancato. E sor– ridete pensando un g-iovine russo, nell'atto di seguire con occb1 attenti le colorazioni del bromo e del cloro, o di scarnificare diligentemente un osso di morto, o di provare un do dì petto. Più tardi, la voce dell'estetica sarà. sopraffatta in voi da altre voci ragionevoli e indul• genti. Penserete che non tutti al mondo possono vivere per dare piacere ai poeti. Conoscerete qualcuno di loro, molti di loro 1 leggerete nello sguardo r,ensoso di taluno un'intima tristezza vissuta, nello sguardo torvo di un altro la disperazione della stanchezza o l'esasperazione dello scetticismo, vi avvincerete al loro spirito con dif– fidenza dapprima, di poi con affettuosa curiosità, e non andrete oltre, poichò il loro spirito è chiuso ermetica· mente ad ogni intima indagine. Soltanto una consueto• dine d'amicizia potrebbe operare il miracolo della rive– lazione. D'altra ()arte codesti vagabondi sentono l'ami– cizia. in maniera ben diversa dalla nostra.; non so se meglio o peggio. Vivono all'estero in una perfetta e ammirevole comunione fraterna. Da buoni viandanti in– contratisi ad una medesima posta, dividono il pane ed il sogno. 11 che non impedirà domani a ciascuno di ri– pigliare la sua bisaccia e la sua via, senza dare più

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