Critica Sociale - Anno XVII - n. 1 - 1 gennaio 1907

CRITICA SOCIALE 13 POs'liamo precisare anche meglio. E noto che una classe di leva è congedata in tre volte, e sta In congedo, ma semJ)re a11critta all'esercito permanente, prima con parte e poi con tutta la sua forza, per un aes~ennio. Al presPnte essa perde ufficialmenle nei priIQi tre anni del suo congedamento, 25 mila uomini sopra 89 milA, come accadde alla classe del 1879,e non meno di 11 mila in un solo anno dopo il congeda.mento del nucleo più grosso; - oppure perde 26 mila uomini su 85 mila, come accadde alla classe 1880 1 sempre compresi 11 mila uomini in un solo anno; - o, Infine, ne perde 35 mila su 90 mila in sei anni, come avvenne alla classe an– ziana del 1878. La classe più anziana (1878) perdette dunque un terzo de' suoi uomini in sei anni - il 38,88 °lo; la classe piì1 giovane {1880) ne perdette meno di un terzo, ma in tre anni soli - il 30,58 °/ 0 • E poichè, come vedemmo, l'emigrazione dei due ul– timi anni superò del 31 ° 1 0 quella del hiennio precedente, è ovvio indurre che il complesso delle sei classi di eser– cito permanente 1 attualmente in congedo, deve aver sof– ferta una perdita che supera di molto il terzo dei con– gedati. Se la progressione non ai arresta, possiamo es~ere matematicamente certi che, ai primi del 1908, i eoldllti emigrati toc,•heranoo il 50 °lo nelle cla-isi di esncito permanente, e, aggiungendovi il 12 % di altre perdite almeno 1 che si conta sempre, al momento del richiamo, per morti, denutriti, ammalati ed altri indi.c;ponibili, ne viene che le classi di esercito permanente 11i ridurranno io caso di rirhiamo per mobilitazione, a circa 180 mii~ uomini - quanti non rappresentano neppure la riserva generale prevista ('). Quanto dire che, in luogo di 13 corpi di eef'.rcito per· manente, compresi gli alpini, si potranno mobilitare soli sette corpi e n1ezzo e 3 inutili dil'isioni di ca– valleria - lasciando appena 50 mila uomini per la ri– serva. Il patriottismo militarista delle nostre classi dirigenti ha la ricompensa che si merita! SYLVA YIVIANI. ( 1) Le classi di esercito permanente ora In congedo hilm10 a ruolo circa 480 mna uomini, ! qua\1 vanno via via dlmmucndo a cagiono del sempre più scarsi contingenti di leva, Politica Interna3ionale TRIPLICE INFAUSTA? Pubblichiamo senza prender partito e lasciamo a Leo– nida Bissolati, - se crede, - di rephcare. Non ancora è dileguata l'eco del discorso di Leo– nida Bissolati alla Camera sulla politica estera: fine ed avvisato dialettico quant'altri mai, egli riassunse, con sintesi vigorosa, le diverse e svariate obbiezioni degli avversari della Triplice: la forhma non arrise, e forse ancora per molto tempo non arriderà, alla tesi dell'oratore: e la 'l'riplice vivrà malgrado l'av– versione del popolo italiano e le tiepide difese che, con poca energia di eloquio e minore forza cli argo– mentazione, ne vanno facendo gli statisti attuali. È innegabile che i partiti democratici, per ragioni svariate, av\fersano la Triplice: i radicali per una ideai àimpatia verso la Francia libera e latina; i repubblicani e i socialisti per lo stesso motivo ed anche per dffidenza dell'uuione e della amieizia delle tre dinastie: eppure a me sembra rhe la de– mocrazia italiana mal si apponga) e si lasci troppo dominare da nobili ma eccest<1ivi impulsi di idea– lismo1 quA.ndo si dimostra così arcigna oppositrice alla 'l'ri piice. Leonida Bissolati, con critica arguta, adombrò i v,\.ntaggi che la Triplice ci reca e ne illuminò solo gl'iucouvenienti e i pericoli: primo, a suo vedere, la possibilità di una guerra con l'Inghilterra e forse anche con la li'rancia. Senza dubbio, per la forza del sentimento etnico che ci le,l!a alla li'rancia, per ltL lunga amicizia che ci congiunge all'IUghilterra, pen– sare ad una guerra con q11estc due na1iioni (che sa– rebbe per noi una. certa disfarta) solo per compia– cere la fantasie~ disi:iennata del r\·ai.o::Pr e dei suoi, è un assurdo mostrnoso: il popolo d'Italia halzcrehhe armato per le vie, e forse la grazia di Dio e la \'O· lontà dei plebi:rniti storici avrebhero a dolersene. Ma, francamente, vi è oggi reale pericolo di guerra fra l'[nghiltcrra e la Germania? A parte lo scrmpio enorme di vite, la ro\'ina delle industrie, l'.:irresto e il disorg,uHtmento dei comrnerci che essa costerebbe alle due nazioni, che mai potrebbe la Oennanh1, sia pure col suo f(aiser ba.ldanzoso, col suo esercito so– lido e disciplinato, contro la podrrosa armata degli [nglesi? O non dovrebbe forse la Germania rasse– gnarsi a veder desolare ed ardere i suoi pOl'ti, som· mergere la sua flotta di guerrn e la sua marina mercantile? Vi ò senza dubhio dissidio, rivalità, ed auche orlio fra le due nazioni, che si esplica e si accresce nella lotta commerciale s€'nza tregua: ma giammai esse scenderanno ad un conflitto armato; o almeno tale probabilità è così illogica e lontana da non poter formare oggetto cli considerazione: la lotta atroce, che molti temono, rientra e si perde nel campo della possibilità astratta, come, per esempio 1 un cozzo t.·a l'Italia e la Cina o fra il Giappone e gli Stati Uniti. Ma Leonida Bissolati aggiunge che la Triplice non ci è più necessaria: egli la propugnò un dì perchè l'equilibrio balcanico non venisse, con nostro danno, da.IPAustria turbato; ma ora.gli Stati Balcanici hanno cominciato a vigoreggiare, hanno accresciuto le loro forze di difesa e sono quindi in grado di resistere alla prepotenza dell'Austria.; di più, una convenzione con la. nostra alleata ci permette di dormire fra due guanciali, senza un pensiero, per la sorte dell'Albania. Senonchè a questo rigoglio, a questo benessere, alla tmnquillità quindi e alla forza dei giovani Stati halcanici, è prudente almeno non credere troppo: ·Bissolati s'ingannò non poco sulle loro vere condi– dizioni e da premesse inesatte trasse necessaria– mente inesatte conclusioni. ·E, di vero, è forse tranquilla la Serbi11, funestata pur ieri da un regicidio, che ha. oggi un soHano im– potente ed un principe ereditario semipazzo, tra– vagliata da amhizioni rivali pronte a scatenarsi con le forme più atroci del delitto, dominata da soldati e \fenturieri? È tale da non destare le pill legittime preoccupazioni la Bulgaria, fiorente, sì, di commerci, ma ancor tutta pervasa dallo spirito nazionalistico e che nell'ombra prepara le armi per u11a. lotta contro i 'l'urchi? la Bulgaria, che non meno della Greci,t disserra le mas11acleassassine per i gioghi macedoni? Elemento di pace è forse la Turchia, o la Grecia, abitata da un popolo semibarbaro ed in cui solo la colossale ingenuità di un retore dell'Avanti l scorse un proletariato democratico e cosciente? Jo penso che l'equilibrio bnlcanico è del tutto instabile, che gTa,·i e torbidi a,•venimenti riserba l'a\'venire, nei quali essere amici dell'Austria ci san\ più utile che non l'esserne avversarì. E, se un trattato garantisce

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