Critica Sociale - Anno XVII - n. 1 - 1 gennaio 1907

CRITICA SOCIALE 15 ttll'altro notizie di sè. Cedono ad un sentimento di larga simpatia umana, anzi eho a un bisogno di vera ami• cizia. 1\laggiore ò l'interesse che in noi suscìtauo le loro compagne di studio. Codeste fnnciulle, avide di scienza o di lil>ortà, che lasciano il loro paese dove è negati~ alla donna l'istruzione superiore, cl attraggono col mi– stero della loro bellezza diversa e delle loro anime esotiche. Non sono u le brevichlomate sorelle II della lirica pascolinna Di tipo slavo talune, pallide e bionde e da~ll occhi ceruli corno li flore del lino, altre dal puro profilo ebreo ombrato di chiome nere e irradiato dal fuoco dei grandi occhi dì agata, chiuso il corpo ri– gido e casto nelle vesti lisce come in una guaino., since– ramente studiose, risvegliano, al loro apparire tra noi, altri nomi di donne russe, nomi di eroismo e <li mar– tirio. L'entusiasmo onde sono accolto in Italia, più che ~lulla loro bellezza, è ispirato dalla parte che sono de– stinate a rappresenta.re uella vitn russa 1 dalla loro ansia di vivere liberamente fuori di ogni giogo maschile, di essere donne influe e non femiue solamente. Oli esteti impenitenti si compiacciono di mirare ogni vergine sU.r– mata r.ome un'eroina della Rivoluziono. Forse domani talur.a si n.bbatterà ad una torca o vedrà inaridirsi il puro flore della ~iovinezza nei gelidi e aquallidi silonzii alberiani. Poi che l'eroismo è, il più delle volte, invo– lontario e occasionale, e J>erclò consent.ito specialmente alle donne: è tate, cioè, da indurre anche codeste fan– ciulle fornito di un portentoso senso pratico, che talvolta le ra parere perfino egoiste, a dare, per un solo minuto di gloria, il loro avvenire 9romesso alla ecienza. Del ta\'0re riroluzionario che in Italia le circonda non si mo.~trano eccessivamente compiaciute. Senono fedelmente la. scienza e, per ora, non sognano sogni purpurei. S'indugiano severe e silenzioso nelle aule uni· \'ersltarle 1 osservano, ascoltano, laYorano con rara dili– genza, e par che neppure el avvedano degli anonimi imitatori del teuoro Caruso, di out abbondano le italiche folle etudentesche. E - quando càpita - infliggono amare delusioni agli squisiti collezionisti di amori in– ternazionali. ... Bra naturale che, in terra latina, dove, fln dai tempi del tempi, i rapporti tra uomo e donna. non possono es• sere che rapporti d'amore, molte curiosità si sarebbero rivolte ,·erso la vita intima delle nuove pellegrine della scienza. Si sa ohe gli studenti e le studentesse di Russia, tenacemente legati gli uni alle altre nella Yita quoti– diana, dà.uno prova - come dire? - della saldezza dei loro ll0teri !nibltori 1 evitando che i loro rapporti di ami· oiiia si mutino in rapporti di a.moro. La nostra curiosità. a tal J>roposito può parere, ma. non ò, volgare. A quale miserabile fuozione sarebbe ridotto Il pensiero dell'uomo se l'uomo si contentasse di giudicare dalle apparenze? Inoltre, soltanto gli eunuchi delle aaorlstio sostengono ancora l'immoralità. dell'amore, secondo natura. Ora gli studenti e le studentesse di Ru9sla, In generale, procla– mano In teoria la necessità. del libero amore, sorridono di frequente alle couveraazionl e alle letture secondo la morale corrente più pericolose, vivono insieme una vita ohe talvolta vi dà l'illusione di un ftirt troppo prolun– gato e, tal'altra, vi fa ironicamente meditare sull'ami– cizia amorosa, bandita dalle signore e dai signori inca– paci di Incorrere, per ragioni di età, nel dolce peccato, e ingenuamente difesa da qualche scrittore idealista. Ciò non ostante, le studentesse di Ruòtsla vivono una vita domestica irreprensibile, anche agli occhi del più americano 'l'artufo. Giunti a questa constatazione, noi ci sentiamo incapaci di risolvere l'arduo problema. Da una parte, la. serena saggezza del nostro scetticismo ci am– monisce che, a qualunque latitudine, l'amicizia di un uomo e di una donna è sempre il timido preludio del– l'amore, fuorchè in taluni casi disperati, che non vale aocennaro agli accorti lettori. Io ho lotto cli recente di un gravo scandalo scoppiato in non so più quale città della Svizzera, dove, in un co!legio-modello che acco· glieva fanciulli e fanciullo allo scopo di avvezzarli a vivoro insieme una vita fraterna, dopo pochi anni dalla loro ammissione, cioè iu sul primo fiorire della loro Jlubertà, gli iniziatori, ecces-1lvamente fiduciosi nella bontà del sistema, si sono ricreduti, ricevendo dalle mani dell'ostetrico i certi segni dell'inganno. Tutto il collegio ha affermato all'unanimità., nella lieta inconsa– pevolezza giovanile, che la. Natura non obbedisce al capriccio degli uomini picclolettl. Così è. L'educazione, l'nbitudine, il clima ngiecono sui nervi o dominano l'i– stinto dell'uomo fino ad un certo limite, oltre il quale non si giungo cho a constatare volgari rinunzie e be• stlali degenerazioni. L'nmiclzia fra un uomo e una donna esiste flncllè esiste una distanze. tra l'uno e l'altra. Eli• minato la distanza e scoprirete un amore o una ipo- crisilL: Le ga,-ço,i c'tst pour la fille, La fille c'est poro· le garr.<m, .. cantava. semplicemente, in sul cadere della nott~ medie· va.lo , François Villon. Da una. parto sta, dunque, il nostro scetticismo. E dal– l'nltra parte i.u.rebbe forse la menzogna? No. Poichè le giovani erranti slavo sono libere di ogni pregiudizio stolidamente borghese e - se fosse necessario - sa– prebbero fieramente sorridere del clamore pettegolo delle folle. 1: allora? Allora bisogna riconoscere cbe un mistero di dolore affatica le loro anime. Non invano elle hanno cominciato a \'ivere precocemente, non invano i loro occhi si sono aperti fin dall'adole~cenza sull'orrore della loro patria, e sui loro cuori ò gocciato lento, as– siduo, clistruttoro 1 il pessimismo. La nuova. generar.ione russa ha. dormito gli ultimi sonni infantili sotto un rombo di tragiche ali. Si ò svegliata consapevole di tutto il male, nell'età. in cui noi corremmo ignari e lieti ad abbracciare tutta la vita. Si ò tolta come da un incubo e non ba veduto altrn luce che nella scienza. Cosi si è lanciata nella vita bolla e crudele, con l'ansia di non perdere almeno quella luce, e quasi indifferente a gli umili beni del sogno e dell'amore di cui si allieta ogni anima di donna. La suggestione di non vi\'ere inu• tllmente le ha accese. li penaicro del torbido avvenire ha ratto di ciascuna una. calma, oscura e silenziosa eroina del lavoro. Ce sont des ames brisées, mi diceva ultimamente una gentile signorn russa, dal nome glo– rioso. Anime infrante, dunque, come se ne ritrovano da por tutto durante un cataclisma. sociale. Soltanto così io credo si possa. spiegare la placidezr.a quasi innaturale dei loro seusi. Ricordiamo che, anche in Ttalia, le Ultime lettere di Jacopo Vl'lis e il Consalvo furono scritti fra il tumulto delle battaglie e delle rivoluzioni, e furono i tristi frutti della giovinezza di due grandi poeti cruc– ciati delle sventure della patria e diffidenti dell 1 avve. nlre, E concludiamo che tali romantiche amentite alle leggi della natura sono, per tortona, transitorie. Si compie oggi in Italia la tavola breve di mo~to gio• vani donne di Rus:1io..Vedendole passare tra noi, rico• nosolam(\ in loro le annunziatrici della donna nuova. E intanto scorgiamo sulle loro candide fronti pensieri di tristezza. Cominciando a pensare, la donna comincia forse a soffrire?... L. M. BOTTAzz1.

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