Critica Sociale - Anno XVI - n. 22 - 16 novembre 1906

CRITICA SOCIALE 351 sistema solare fa parte di una beo delimitata aerie fi– nita di sistemi. Chi legge tutto ciò, nelle 400 pagine di questo che fu un grande darvill1sta, rimane talora esterrefatto 1 e si domanda inquieto se i secoli han camminato alla ro– vescia1 o se il seicento no incombe ancora sullo spirito e sul corpo. ,vallace si è fatto astronomo e astronomo di vaglia. Ha inforcato il cavallo vagante per gli spazi stellati ed ha messo assieme tutti i documenti che tendono a pro– vare: 1° cbo il sistema stellare è limitato a quanto noi vediamo, talchè non sono ammissibili e pensabili altri spazt stellati; 2° che il sistema solare, propriamente dotto, occupa una posizione di privilegio in mezzo agli altri sistemi, posiziono di privilegio che lo mette in specialissime condizioni di riscaldamento, di costituzione chimica, ecc. I.a documentazione di questi rlue punti basali è con– dotta come un positivista serio può chiedere e preten– òere: ove gli argomenti sono scn.rsi, il Wallace si accon– tenta di parlare di vel'osimiglia11ze e di probabilità, ma, non a.ppena la materia gli abbondi fra le mani, ed ecco l'affermazione uscirgli di bocca come fosse verità di fede, ecco il convincimento diventar ragione a pemare e nel affermare. Il nostro pianeta è privilegiato: tale è il pensiero in– formatore di ·wallace. Se egli non credo ancora il privi– legio determinato dalla volont-à. di un essere superiore, è però convinto che ll privilegio è grande e assoluto, e quasi quasi gli vien fatto di dubitare se proprio non debba esistere una Volontà superiore orclinatrice di tutto ciò. Ma il mondo no!itro ha tutte le fortune: esso non sol– tanto si trova in un sistema solare privilegiato, non soltanto occupa un posto di favore nel sistema, nvn soltanto è venuto a trovarsi in un piano speciale (il piano galattico) dello spazio stellare, ma ha un altro grande privilegio. La terra infatti è 1 secondo Wallace, l'unico IJianeta del sistema solare (e a più forte ragione de' si– stemi stellari, oltre il solare) che presenti le condizioni necessarie alla vita. Per vero, che cosa sia, e che cosa possa essere la vita, noi non sappiamo bene, e \Vallace non sa molto meglio di noi: ma ciò non conta gran cosa. Il ratto si è che le provo sperimentali, o quelle che egli ritiene come nobili documenti 1 dimostrano che, e per costituzione chimica, e per ragione di manifestazioni fisiche, l'unico mondo in condizioni abitabili pei viventi è la tena. ' Se altri esseri esistono, essi debbono talmente allon– tanarsi da quanto noi pensiamo esser proprio degli es– seri vivi, che il termine di vHa e di viventi non si adatta più. Concesso che la terra sia l'unico mondo abitato, de– riva l'ultima conseguenza: che l'uomo è il pii'1perfetto essere di questo beato pianeta della vita. Perciò l'uomo è fat11lmente 1 anche all 1 infuori di ogni concezione tra– scendentale, l'essere più evoluto e perfetto, caduto nel più felice dei pianeti del sistema solare. Derivi egli per logica evoluzione da altri viventi, 11i sia autoctonamente formato dal nulla, o sia stato plR!lmato da una volontà. eterna, poco cale; ciò che si presenta come vero al po– sitivista è che l'uomo terrestre è l'unico nello spazio e non deve aver timore di rivali extraterrenl. Notizia che solletica il nostro orgoglio e che induce il Wallace_ stesso a pensare se, in barba a tutte le pa– rentele scimieschr, proprio proprio non c'è in noi un tantino cli regalità divina. E paro che finisca col crederlo, anche se non vuol coufessarlo per ragione d'abitudine. . . . Tutto ciò ò divertente, ma non è serio. Lo spiritua– lismo si comprende e si può anche giustificare: ma questo adattamento dello sperimentalismo alla metafisica è mostruoso. Per poco non si arriva a dire che l'uomo è re del creato in virtù della legge dei grandi numeri : tra mille esseri che potevano pretendere al posto, ò proprio capitata a lui la fortuna! No, no: contro ~iò ocC'orre insorgere. 1nsorgere contro la tortura imposta alla documentazione sperimentale, contro lo svisamento della verosimiglianza che diviene d'un tratto verità, contro la parvenza che diviene pro– baiJilità. Noi camminiamo n grandi passi ver110una nuova metafh1ica, peggiore delPaltra, e, se i positivisti dànno esempi di t-al genere, noi non sappiamo ove ci si potrà. arrestare. Il JJositivismo, allontanato dalla deduzione logica,. è un abisso pei:icoloso: Pppera di \yaltace è yn sintomo luminoso degli abissi che si possono aprire i.nnanzi. E bisogna segnalare il pericolo: se no, arriveremo acl una teologia materialistica, che sarà l'espressione più mo– derna del nuovo spiritualismo darvinista. Povero Darwin! unico continuatore suo è rimasto il buon Haeckel che, attraverso alle alghe e alle meduse, desidera egli puro trovare qualcosa di impalpabile che accontenti il suo spirito ..... j gli altri seguaci son morti o si fanno frati. Domani, chissù. 1 i suoi discepoli, trasformati dal nuovo misticismo, faranno degli auto da fè delle " Origini della vita ,, e sullo ceneri dell'opera immortale stabiliranno il nuovo mostro: la metafisica sperimentale. E. BERTA RELLI. FRA LIBRI E RIVISTE L'osse,·1:a.uza della legislazione ove1•n-la. Il noto scrittore Paul Louis, nella. Revue Bleu del 20 ottobre 1006, richiama. l'attenzione degli interessati sul fenomeno dell'inapplil!azioue della legislazione operaia. È ben vero - osserva il Louis - che, da una die– cina d'anni a questa parte, in tutti i paesi a produ– zione capitalistica si ò appalP.sato un grande sviluppo nella legislazione sociale; che nell1uno e nell'altro emisfero, leggi o regolamenti sono stati emanati a tu– tela e guarentigia delle classi operaie; che gli ultimi re11ti dol tradizionale liberismo inglese, incorporati nel principio del laissez (aire,_ sono stati spazzati via da una corrente di idee contrarie; ma ò d'uopo anche am– mettere che tutte queste oivili e benefiche disposizioni legislative sono rimaste pur tropJ)O in massima parte formule vuote di efficacia, affermazioni vane, impera– tivi categorici senza sanzione. E questo perchè? Perchè lo strumento, ohe deve rendere rigorosa, esatta, com– pleta l'applicazione delle leggi operaie, ei può dire an– cora non esista, tanto monca ed incompleta ò la. sua organizzazione. Tale strumento è l'Ispettorato del lavoro. Senza una eeria e scrupolosa. ispezione delle fabbriche, la. legislazione sociale diventa la cosa più stupida e illu– soria cli questo mondo; In :Francia esistono presentemente 121 Ispettori del lavoro i cifra assolutamente insufficiente, come è provato dalla circostanza che nel 1905 ben 201.000 aziende e– laboratori francesi non subirono alcuna ispezione. Una persona infatti non può compiere, almeno secondo il parere della Commissione superiore del lavoro, più di 1400 visite in un anno. 'l'ra tutti i paesi che hanno adottato norme legislative a favore dei lavoratori, gli unioi elle possono dire di avere un controllo serio sono l'Ingllilterra, la Dani– marca, le Colonie dell'Austrnlasia e la Germania In quost 1 ultim1 nazione gli Ispettori del lavoro sono 388,

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