Critica Sociale - Anno XVI - n. 22 - 16 novembre 1906

352 CRITICA SOCIALE ll LouiM raccomanda pertanto che sia presto creato In Francia un corpo di Ispettori del lnvoro adeguato al bh1ogno; perchè " è in utile fare I cgislativament~ delle concess!oni ai proletari, delibera.re sulle loro svrti, affer– mare ardenti simpaiie a loro rigua rdo, se i testi di pro– tezione cadono In desuetudine per mancanza d 1 un vigile controllo ,,. Per venire in Italia, noi ci troviamo anche in questo campo colla solita confortante compagnia della Russla 1 della Spagna, della Turchia e simili. li numero dei nostri ispettori del lavoro è sl ridicolmente basso, che a no• vérarli tutti crediamo bastino le dicci dita. So costoro volessero faro Il loro dovere do, 1 robbero essere dott\tl dell 1 ubiquità di S. Antonio. n passato :Ministero Sonnino aveva elaborato a questo rlguardo un progetto di legge che rappresentava un buon Inizio nella soluzione della questione. Sopratutto lode– vole era il principio che ai posti di viceispettore doves• sero essere assunti degli operai. Ma quel progetto andò travolto a.ssleme a tante altre cose utili e buone, per far posto alla cricca affaristica, cho in un momento di confuidone e di clebolezza s'era laACiata incautamente sfuggir dalle mani il timone dello Stato. 'l'uttavia sarebbe stolto abbandonarsi supinamente agli eventi. L'organismo proletario testè venuto alla luce, la Confederazione generale del lavoro, ci pare po: trebbe aver qui una feconda sfera d'azione. I membri di quella Confederazione, magari d 1 accordo col Gruppo parlamentare e colla Direzione del partito socll\llsta 1 potrebbero costituire una Commissione di propaganda afflnchè dinanzi allo classi lavoratrici fosse agitato e prospettato in tutta la sua gravità ed imJJOrtanza il pro• bioma della ispezione del lavoro. La legislazione so– ciale è tutto il contrario di quella legislazione di classe che è promulgata dai ceti dominanti per consolidare la loro egemonia sul lavoratori. Spetta pertanto agli operai il fare sl che alle leggi emanate a loro favore sia posto realmente mano, per modo che esse noo si ri:iol- vano in un'amara burla. e. m. ... A. 0RorrAu: Filosofi'J del diritto (Ma.nuali lloepli). Mi• !ano, 1906. Non è un'arida compilazione scolastica nè una sinossi schematica come ve n'han tante - a ciò si rifiuterebbe l'indole scientifica del Groppali - ; ma una sintesi per• spicua e concettosa 1 giovevole non pure per gli studenti, ohe han da preparar13i all'esame, ma anche, e più, per chiunque ami farsi un'idea non empirica e superflclale, ma precisa e completa, della filosofia del diritto e delle molteplici questioni dottrinali e " attuali 1t che ad essa si riattaccano. L'autore - che ò " signore e donno 1t, non pure della filosofia del diritto e della ricchissima letteratura rela• tlva 1 ma, insieme, delle principali discipline giuridiche od economiche, cd ò poi dei pochi che in Italia profes• sino la sociologia con sicura precisione di metodo e con ispregiudicata modernità d'intenti - esamina il problema annoso e pon.!eroso della fllo!lofia del diritto in tutta In sua complessità e nelle 1rne molteplici rel8.zioni 1 offe– rendo una compendiosa e critica notizia dei suoi postu– lati filosofici e gnoseologici, del suo oggetto, delle sue funzioni, dei suoi metodi 1 dei principali sistemi giuridlci, e diffondendosi con qualche maggior ampiezza a discor– rere della nozione filosofica e delta formazione del di– ritto e del diritto virtuale e latente. li Oroppali - come è noto - è uno dei più validi e coerenti assertori del positivismo ardighiano e, nono– stante certe eue restrizioni teoretiche, del determinismo economico e dell'ideale di emancipazione che ad esso si disposa, e Il lettore av\·eduto ben se n'avvede anche leggendo questo volume; il quale ha il merito di dare un'informazione precisa e completa del passato e del pro• sente della filosofia del diritto e, insieme, di agitaro delle idee. li che ò il maggioro o il miglior pregio di un libro do.~tinato specialmente ai giovani, abbia pur esRo un carattere e un intento prevalentemente RCOla• stico. Cbè " Panima dei giovani ,, - avvertiva un gran savio antico - " non è un valiioche bisogni riempire, ma un fuoco che bisogna accendere ,,. B il maestro J)iÙ bravo e lo scrittore più benemerito non son quelli che sanno allestire e trasmettere una maggior copia di CO· gnlzìoni, ma quelli che, qualunque disciplina trattino, sanno più vivamente e sapientemente addt!strBre II ra• ziociuio de' giovani all1intlagine, alla meditazione e alla discuH,donc e più fèrventemeute e coraggiosamente ap· passionarli J)er il vero. Il Oroppali è di questa fumiglla di maestri e di s~rit– tori, e il presente volume ne è una cospicua test1mo• nianza. X!J. ... CAOOESE R, La Rep1tbblica di Siena e il suo co11tado 11el secolo XIII. Siena, 1906. Una fonte non piccola di errori negli studt di stol'ia comunale è stata l'attribuire fenomenl propri de' grandi Comuni, come 'Firenze, Venezia, Genova, b.lilan_o,a tutti i Comunl industriali o mercantili. li Caggese, m un lm• portante studio sul Comune di Prato, mostrb già come nei piccoli Comuni la vita sia statll molto meno com– plessa gli antJgonidmi più semplici, le cause meno osta• colate, e sviate, i processi meno inviluppa ti, o quindi spedso le varie istituzioni comunali abbia.no avuto un 1 ori– gine differente da quella dei Co muni mag giori Lo stesso può dirsi della. JJOlitica espansionistica dei Comuni sul coutivlo circostante. La repubblica di Siena, per esempio, por ragioni che il Caggeso espone breve– mente, non ebbe mai uno avlluppo industriale vero .e proprio 1 o perciò la lotta della sua borghesia bancaru1 contro l'aristocrazia feudale fu molto difficile e lenta. :Mentre Firenze aveva in mano un'arma poderosa nel– l'affrancamento dei lavoratori dei campi, che essa poteva accogliere in massa. in città a dar incremento allo sue industrie, Siena non solo non sentiva la necessità di braccia per le industrie, ma doveva fino a un corto segno respingerle per evitare un aumento rti popolazione sproporzionato ai suoi mezzi di vita. Però, dopo che i nascenti Comuni rurali ebbero per conto loro Indebolita la nobiltà terriera, Siena, stretta quasi da ogni parte dall'espansionismo di centri indu– striali e commerciali, come l'irenze e Pisa, dovette, per ragioni di equilibrio e por e,·itare di divenir preda essa stessa di quei Comuni, opporre loro una barriera fortis– sima, conquistando il suo coutado. A quest'interesse, diremo, generale del Comuno di Siena, si aggiungeva l'interesso particolare della sua classe dominante che, incalzata dalla concorrenza della Banca Fiorentina, dovette investire in terre una gran– dissima parte de' suoi capitali. Pertanto, d'allora in poi, la mètadiretta di Siena nella politica del contado fl1 di operare la fusione completa tra città e campagna, tra Comune don:iinante e Comun! soggetti; ma lo scopo doveva necessariamente fallire, 81 forte era il contrasto tra gl'lnteressi immediati della borghesia senese - prima la grande, poi la piccola, che ne segul la politica estera - e delle popolazioni rurali. Per la borghesia cittadina il contado è ancora quel che era stato pe' signori feudali, un vasto campo di arrutta– mento, " un consorzio umano su cui poteva ca.clero l'imposta Jt: qual meraviglia se i contadini si compor– tarono vf"rilOIl Comuno sovrauo, corno già i servi della gleba yerso I elgnori 1 fugg1:mdoed abbandonando la terra, disfacendo le unità amministrativo già. sorte? Così la politica senese di sfruttamento del contado ottenne soltanto il bel ri.mltato di cJi.!itruggere i germi di un notevole progresso nell'agricoltura, che con In comunità rurali erano appar,!i. Volendo paragonare questo ad un fenomeno economico•polltico molto affine, dlrem11 che la politica rurale di Firenze fu come quella colo· niale del1 1 Iughilterra, che ha SllJJuto creare e SJ)rlglo– nare forze nuove; quella di Siena fu come la c~loniz– zazione spagnuola, che passb come una bufera 1 d1strug– gondo tutte le giovani energie dei paesi conquistati. 0. A. ANDltlULl,I. La Critica. Sociale e l'Avanti 1 costanoper l 1 ltalin: anno L. 22, semestre L. 11 - per l'Estero : amw L. 4J, semestre L. 20,50. OiusErl'E R10AMONT1, gerente responsabile. llllano, 17 I1 1906 • Tlpografta Oporal (Soo. ooop.), o. Vltt. Em. 1\M6.

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