Critica Sociale - Anno XVI - n. 22 - 16 novembre 1906

350 CRITICA SOCIALE sono di diritto . esclusi dalla nazioue. È il pensiero espresso anche dal Mirabeau nel discorso agli stati di l'rovenza, col quale oppone la forza e il diritto dei produttori alla infecondità dei pl'ivilegiati. Il diritto è dunque nella operosità produttrice, la proprietà. è giustifioata solo in quanto è emanazione della personalità. e capace di identificarsi con la li– bertà. Ma questi nuovi priucipì recano in sè la pro– clamazione dell'uguaglianza; ed ecco i conservatori, come H Malouet (disc. del 1° agosto alla Coutituente) 1 opporsi a troppo esplicite dichiarazioni dul diritto di libertà, che \·an bene per i proprietari, non per chi è "in situazione dipendente n· Le conseguenze più ampie dei principi eran già intraveduto da qualche percursore. La legittimità, che i rappresentanti del\1iudustria 1 come il Barnave, negavano alla propriefa privata della te1·ni, il Baboeur sin dal L 787 non rieonosceva nemmeno per l'industr!a; e il Linguet, quando nota che gli opérai de!Pinclustria sono esclusi dalla ric– chezza di cui il loro lavoro è sorgente, e che in tale stato la libertà è per loro nome vano e tri5ta ironia, non fa che i:Jpiega're un concettò flel Sieyès lamen– tante, alla Costituente, la condizione della maggio• ramrn dei cittadini, ridotti a macchine da lavoro. Se pertanto la tendenza socialista è, i11 questo tempo, come già riconosceva il Lichtemborger, puramente speculativa e morale, e non si richiama pqnto a forze nuove, agli interessi e alle passioni del popolo operaio 1 non ha meno importanz i por noi il considerare come essa si presenti quale sviluppo logico e integrazione naturale delle idee allora co– muni a tutto il terzo stato. Quella tendenza non ebbe allora alcuna efficacia storica su un movimento proletario, che ancora non esisteva se non sporadi– camente, e senza precisa coscienza di sè; ma ebbe ed ha importanza logica per chi voglia considerare, come noi, una connessione di dottrine filosofiche e giuridiche. Sotto questo rispetto, poco importa che l'afferma– zione del loro rapporto muova anche da uomini che alla rivoluzione e ai suoi atti volevano opporsi: l'at• tacco alla proprietà privata che, per i fini reazionari della Chiesa, fa l'abate di Montesquieu alla Costi– tuente l'l l agosto, declamando contro " il proprie• tario, ozioso, consumatore del prodotto, che non è la causa della produzione ,,, perchè anche senza di lui esisterebbero il lavoro e il capitale, non perde il suo valore logico di deduzione dagli stessi principi che animarono l'opera della rivoluzione, per il fatto che l'oratore volesse farsene strumento ai suoi in– tenti particolari. R. .MONDQf.,FO. IL TRAMONTO DEL · DARVIHISft1O 7 Se non tramonto, almeno offusca.mento: negare il fe– nomeno è inutile. Ogni giorno è una mente superiore che si sb.nca del materialismo e fila verso uno spiritualismo nebuloso e mal determinato. Oggi è un poeta, domani uno storico, più tardi uno scienziato. È semplicemente un fenomeno di senilità? Sono le cellule dell'organismo che reagiscono contro la flne che si avanza a rlisfare i tessuti, e fanno sorgere noll 1 uomo il pensiero superbo della sua presupposta natura extra– terrena? O è piuttosto un fenomeno di volubilità. e di insaziabilità., che prende anche delle menti sin da ieri oggettivo? Questo ruminavo tra me e mo, leggendo in questi giorni il volume di Wallace, " ll posto dell'uomo neU'u- niverso 11 ; e, contemplando l'opera di chi con Ilaeckel ha completato e talora precorso il pensiero di Darwin, mi domandavo se il tramonto del darvinismo, non ùOme scienza, ma come direttiva del pensiero degli uomini colti, è per caso arrivato. Il tempo, uel quale tutti ci si rallegrava della paren– tela dei quadrumani, o si andava a.Ila ricerca del pite– cantropo, è ben lontano: e pochi ripetono con entu– siasmo la. deflniziono ockeliana di Dio: " un vertebrato allo stato gasoso n• Si direbbe che, anche per gli osser– vatori di polso, il materialismo, nella sua interezza, ha sollevato dubbi o incertezze, e che, dopo aver pensato tante volte che tutta la vita è un gioco mal determinato di fenomeni fisici e chimici, si voglia vedere se per ac– cidente non esistano anche buone prove per rlimostrarci che la vita è precisameute un fenomeno exlramateriale. L'entusiasmo, che ha invaso gli osservatori per tutti i fenomeni spiritistici, anche se trincerato dietro la scusa dell'amoro puro e semplice della ricerca, è, in fondo, una semplice risultante di questa tendenza. no cono– sciuto degli amanti di seduto spiritiche, che non Inter– venivano più alle riunioni per vedere e giudicare, ma pel desiderio di vedere qualcosa di insolito e per essere spinti a credere. Non si creda che il fenomeno sia isolato: esso va re– plicandosi con una frequenza singolare, la quale fa pen– sare che trop1Ji individui, anche convinti della verità, nella verità non si acconciano. Ecco la volta di Wallace. Per chi non lo conosce, basti ricordare che ,vallace fu un precursore vero e proprio del darvlnismo, e che del darvinismo fu un diffusore zelante od efficace. Meno noto di Iltleckel, più limitato nelle osservazioni e nell'ampiezza delle vedute, fu e parve però uno dei più va.lidi sostenitori della teoria dell'e– voluzione. Ed ecco quest'uomo, qualche anno fa, girare insensi– bilmente sovra i suoi perni psichici, e diventare un apostolo dell'origine divina dell 1 uomo, e trar fuori quella serie di articoli che, pubblicata nella J?cwtnightly Revieto t} nel .New York Indipetidenl, doveva ottenere così largo succesjo, da per.madore l'autore a riunirli In volume, rimpolpando gli scritti naturalmente frazionari, dandoci il nuovo vangelo: " Il posto d~ll'uomo ,iell'mtivel'so ,, 1 che ora ll Loforto offre coi tipi di R. Sandroo in buona vesto italiana. L'esempio di Wallace è tipico. Non è più il metafisico che afferma la regalità divina dell'uomo basando l'as– serto sulla tradizione storica, sulla rivelazione divina, sui bisogni dello spirito: tutta merce che ha un me– diocre valore nel commercio vero del pensiero moderno. l~glì ha capito che è nel positivismo che bisognava cer– care la base prima per il nuovo spiritualismo: un po' di buona volontà. e non si poteva mancare allo scopo. L'affermazione dell'aquinate sulla supremazia umana, JJercbò l'uomo è il più perfetto vivente e perchè abita il mondo più perfetto, deye essere balenata al Wallace, il quale ha gettato ben lungi la modestia del pensiero darviniano, ed è volato assai in alto, chiedendosi perchè mai non si sarebbe riusciti a dimostrare con elementi positivi, o tali almeno di sembianza, la regn.lità. del– l'uomo. Ed eccolo all'opera.: nella quale si vale di tutto quanto il positivismo ha accumulato, illudendosi egli pure di fare profonda. opera di positivista. Eccolo all'opera per arrivare allo scopo: dimostrare che l'uomo abita l'unico mondo abitabile, il quale mondo abitabile si trova nel– l'unico sistema solare compatibile colla vita, il quale

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