Critica Sociale - Anno XVI - n. 7 - 1 aprile 1906

110 CRITICA SOCIALE ratori, socializumclo In terra nell'interesse della so– cietà com,11m11trice. Le Cooperati ve agricole cli carattere proletario ncquistino inrnnto per prima in aflìttauze collettive i b_eni demaniali e degli enti morali, perchè in se– g~11to le Pubbliche .Amministrazioni dovrnnno ag– ftlUngerc l'acquisto di latifondi privuti per darli pure rn affittanze collettive alle Cooperative. Sc_condo la statistica annessa al progetto Baccelli per_ 1 demani puhhlici delle provincie meridionali, essi sommano a G09.181 ettari. Xci progetto Rava sarebbero invece 639.380 ettari. Dal 1806 al 1898 furono distribuiti 400 mila ettari, a quasi ugual numero di persone, di terreni dema– niali ~10ll0 pro,•incio meridionali j e, come è noto, la maggior parte elci contadini dopo poco vendettero per miserirt o JJCI' incapnciti\ i beni quotizzati. [ beni demaniali venduti in Sicilia dal Governo italiano fìno a.I 1882 1 secondo l'Inchiesta agraria, am– monta.no alle cifro 1:1egucnti: beni dell'asso ccclcsinstico Ett. 19.259 L. 40.l67.000 beni dell'antico dcnlAnio ,, 12.709 ,, 7.819.000 beni gesuitici e liguorini 5.606 " 4-.214.000 Totale Ett. 37.5i4 L. 52.200 000 L'Inchiesta assodò altresì che, dei beni venduti o d!lti in enfiteusi dal Demanio in ~icilia, oltre la metà è anchlta ad ingrossare le grandi possidenze del– l'fsol~, circa i ' 5 sono andn.ti nelle mani dei medi propnetart, e meno del 7 ° 10 è toccato ai piccoli nuovi proprietari. l heni posseduti dagli enti morali in Sicilia fino al 1882, iiecondo l'fnchie~ta agraria del Damiani, dànno: per i beni dei Comuni . . ~ttari 13.836 per i beni demaniali . 10.820 per i beni clcf?li nitri enti morali, principalmente Opero Pie 16.651 Totale . . . Ettari 144.307 per un valore presunto cli 41 milioni di lire. Di essi circa 40 miht ettari doveano all'epoca del– l'Inchiesta essere venduti, o censiti, o imboschiti. Ben poco invero rimano per as sicurar e la terra alle Coo– perative senza stendere la ma.no sui latifondi privati, tanto pili so si pensi che tali beni sono general– mente di natura poco fertile! (Continua). s. CAMM.\RERI-SCURTI. IL SUICIDIO (Sf11dio sociale). Oggi, il suicidio è dh·enuto un atto così frequente da essere eonsirterato come una \'era piaga sociale. Quo– tidianamente, sempre, eccolo argomento di lunghe di– scussioni... Oenernlmentc, è ritenuto un atto straordi– nario, completamente fuori della vita abituale e deter– minato da nt.icessità evi<lenti per tutti. " Per giungere al suicidio - dice Enrico Ferri - bi– sogna trovarsi in tali condizioni dell'organismo, da averne un vero nvvcl1•1rn.mcnto della coscienza. ~~ qtrnsto avve• lcnamento della coscienza, questt~ paralisi dell'istinto di conRervnzionc, sono una malattia nervosa, che non di– pende dalla nostra volontà. ,, -· Ciò ò essere un po' troppo assoluti, da poi cho questo noo può essere che un caso. Quando Puomo si trova dinanzi a una situa– zione dolorosa o pericolosa o manca dei mezzi e della energia per sormontarla 1 isti11liva111e11le 1 come dinanzi al fuoco, all'acqua o a un ciclone, cerca di fuggire. Como allontanare eia sò una malattia incurabile, la vergogna, il rimorso di 1l\'Or commesso un atto vile, il dolore e l'umiliazione di uer perduta la propria situazione sociale o quella dei propri cari? Come fuggire una vita penosa o divenuta insopportabile? Il solo rimedio efficace ò il sonno: non pensare più, dimenticare tL1tto. ~; il sonno più sicuro e più profondo è la morte. Per conseguenza 1 il suicidio ò un atto di suprema difesa contro il dolore o l'a\'\'ilimento e, nel suo meccanismo, un atto razionale. Nessuna meraviglia dovrebbe suscitare la sua frequenza sempre crescente. Il pretendere che questa. crescente frequenza si rlebba solo alla d<>genera• zione dell'n.ttunle società è assurdo. Se, anticamente, il suici lio era un'alta. atTormazione della nobiltà della vita, superiore allo miserie di cui questa si compone 1 è perchè il suicidio allora· veniva considerato come un c\ovHe civile. Si uccidevano allora - si dice - i più forti, i pit'1 intolligo11ti, quelli che più emergevano dalla folla; oggi, invece, quelli ohe si dànno la morte nQn sarebbero più che dei rlcgeneratl. )la, se co!'IÌ fosse veramente, non dovremmo ohe rallegrarcene, poichè 1 so il suicidio antico privava la società di uomini forti o intelligenti, il sui– cidio moderno monderebbe la società dai parassiti e dagli inetti. ~la ciò, pur troppo! non è. Per noi, tra Socrate cbe beve la cicuta. e la donnina cbe oggi ingolla la lisciva, la differenza è ben J>Oca. l\la interroghiamo un poco lo statistiche. . .. Sempre e dovunque, specialmente in questi ultimi ses<jant 1 nnni 1 il suicidio diviene più frequente. Oià nel XIII secolo, Helvotius, senza poterne fornire le prove, notava quest'aggravamento del male. Del resto le stati– stiche sono lì per provarcelo; noi non abbiamo che da consultarle ... Annualmente, su un milione di abitanti, in Europa, nel quinquennio 1826-30 si suicidarono 51 individui 1841·45 82 1850-ùO 115 18i5-80 180 1803-97 2i5 1S98·902 402 Se si considera poi la ripartizione dei suicidi per paese, si verifica che, nei paesi pii'1 freddi, il numero clei sui– cidì è maggiore o, noi pili caldi, minore. E )Iorselli erra, erra. come sempre, quando afferma il contrario, quando dice che il suicidio ò più frequente in estate che in inverno. Lo statistiche ci mostrano pure che la proporzione è sempre mn~gioro nelle città che nelle campagne. JI genero di morte scelto non \'aria molto da un anno all"altro. 11 proferito è l'impiccatura, poi l'ttffogamento e giì1 giì1, per or1li110: le armi da fuoco, l'asfissia col carbone, la caduta. dnll'alto, il ,·eleno 1 le armi da taglio, l'alcoolb1mo ... Oli uomini ricorrono al suicidio tre volte pitì sovente dello donnOj gli uomini vedovi o celibi pili sposso di 'luelli ammol{ lio.ti. Dtd 16i6 al 1880, in Europa, su un milione di Individui d'ogni categoria, si suicidarono in media 300 uomini nmmoglia.t!, 500 celibi al disopra. di 18 anni o iS0 vedovi. 'l'ra le donne, quelle che hanno puro mnggioro tendenza al suicidio souo ancora le ,•edove. ln ra))porto a!IA. professione, le statistiche degli anni ISiG-80, su un milione di persone d'ogni categoria. a.c– cusa\'auo 120 suicidi nell'agricoltura, 195 nell'industria,

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