Critica Sociale - Anno XVI - n. 4 - 16 febbraio 1906

CRITICA SOCIALE una fioritura non mai vista di organi1.zazioni operaie, credettero si iniziasse un nuovo periodo francamente e compiutamente democratico. Gli intransigenti e i rivoluzionari, allora commisti in un'oppo:::iziono con– corde, credettero invece di scorgere un volgaris:-;imo trucco in quello che gli nltri esaltavano come un,1 inspornta vittoria .. musi gli uni, illusi gli altri. I riformisti (perchè non dovremo confesSarlo oggi che j l'esperimento è compiuto?) non s'accorsero suhito di quel che c'era di vacuo (' di inconcludente dietro Forpello liberale della Yccchia Sinistra, onde s'indu– striarono invano di SORpingerla là. dove essa si rifrntava d'andare. Oli intransigenti, ossessionati dal desiderio di demolizione, non videro o non vol– lero riconoscere quel poco di bene che la Sinistra ha pur fatto nll'Italia. Non \·ollero riconoscere, ad esC'mpio, che i primi Yoti favorevoli dati dni $:OCia– listi alla Oamern, furono ripagati ad usura con una I mnggiore libertì1 né! pae~c, onde poterono nascere e svilupparsi quelle organizzazioni proletal'ie, sen7,a di cui - e qui la dottri,rn. sindacalista ha ragione I - il movimento socialista finisce per impaludarsi I in una congrega cli sognatori intellettuali o di bor– ghesi spostati. Ma oggi 1 che l'esperimento della Yecchia Sinistra I al potere e finito, non c'è più fra. i cosidetti riformisti e i cosidetti intransigenti materia di litigio. Gli uni 1 e gli altri, dal 'l'empo e dal Laro1·0 all'.At•m1ti/ 1 sono concordi in questo proposito: seppellire la vecchia, i Destra e la vecchia Sinistra, e attendere vigilanti che questo nuovo :Ministero innalzi sulle spoglie delle I due trapassate " una grnve mora,, di fatti e <li opere. Certo, gli uni e gli altri possono, se vogliono, bi– zantineggiare ancora sulle formule del L: caso per caso,,, dell'" indirizzo di Governo,,, della " benevola diffidenza,,, della" fiducia,,, della "penetrazione,, e su tutte le altre che hanno formato prediletto argo– mento alle nostre esercitazioni polemiche. 3[a un grande partito non può - senza pericolo di finire in un'arcadia - logorarsi intorno a distinzioni ver– bali. Se una. situazione politica come l'attual(I impone la convergenza delle due frazioni che dividono il partito, nessuna diffidenza e nessun artificioso dis– sidio possono impedirne il raccostamento. Questo hanno inteso anche jauressist.i e guei:idisti quando, esaurita l'opera di UomlJes, le due grandi frazioni del socialismo frnncese hanno ristabilita l'uniti~ del partito. Anche in Ttalia come in Francia, a questa unità sospinge una forza a tergo elle crnsce e minaccia: la forza del sindacalismo ri\•oluzionario. Contro questa forza, che dalla i:ma Accwguar<lia e dal suo Si11dacato oneraio mnoYe un assalto furioso alle concezioni cd ai metodi del partito socialista., urge che il socinlismo italiano opponga - oggi che non è diviso da diversi atteggiamenti politici e parlamentari - le sue schiere unite e concordi. Unito, il partito socialista può vincere i diviso, sarà dissolto. lVANOE BON'OMI. Avete la 1a annata? L 1 Amminish·azione della Critica è semp,·e disposta a 1·icambia,·e c01iuna qualsiasi successiva mrnata, rilegata, oppure con un a11110 d'abbonamento, l'invio che le venisse fatto della la annata (1891) di Critica Social~ i1i buono stato d'i-conservazio11e. Ricambieremo con opuscoli, a richiesta, ognuno dei se– guenti numeri sepm·ati dello stesso 1° anno: 4, 5 1 6, 7 1 8, 10, 12, 13, 16, 11. Per l'agitazione sulSuffragio Universale Le osflen'azioni, che sn questo argomento ha ratto nel penultimo numero 1lclla Critica Sociale .Lvano<'Bonomi, offrono, al solito, un bel snggio della diligenza con cui egli ama indagare i fatti, e della sagacia onde dai fatti sa trarre deduzioni e interpreta,,;ioni; ma s0110, n. mio aniso, un tantino troppo esclusivi~te e pessimi"te. Ora, un diretto simile non sareblle male correggerlo, tanto più che qul si tratta di impegnare una battaglia, e nelle battn.glie 1 se ò bene entrare senza fallacie di esa– gerate illusioni pel capo, non è meno utile e prudente portare l'animo confortato, più che sia possibile, di ra– gionevoli confidenze. Il Ilonomi, dopo avere candidamente confessata la sua iniziale tiepidezza e l'attuale non soverchia fiducia \'erso l'agitazione per il Suffragio universale, pone, come condizione di successo, una preliminare e necessaria li– mitazione del suo campo d'efficienza .. E, accettando in parte la tesi svolta in queste medesime colonne da Rerum Scriptor, nfferma che " l'agitazione per il suf– " fragio universale non può avere probabilità di suc• "cesso se non è impostata come soluzione del problema " politico del Mezzogiorno e se non sa trarre dal Mez– " zogiorno stesso le sue forze piì1 energiche e più deci– " sive ,,. Il che torna a dire che sulle popolazioni di tutta l'Alta e Media Italia cotesta agitazione non può fare che uu assai scarso assegnamento diretto, sia percbè in tali regioni, dice il Bonomi, appaiono quasi nulli i vantaggi che un ulteriore ele\'amento nella partecipa• zione al suffragio è capace di dare, sia perchè, di con– seguenzai non è possibile suscitare in quelle masse, per siffatta conquista, un interessamento vivo ecl ardente. Il nonomi ragiona a base di statistiche e di cifre. E nota anzitutto che, s.e è vero che l'Halia non ba che la cifra bassissima cli 7 1 62 elettori per ogni cento abitanti, mentre l'Jnghiltorra, la Germania, il JJelgio, la Francia, vantano rispettivamente le cifre di 16 1 33, di 20,33,di 21.28, di 27,96, ciò avviene unicamente per la media generale del paese, mentre, a. formar questa media, il Nord e il Sud d'Italia concorrono con propnrzioni di– sparatissime: infatti, mentre nell'Alta Jtalia si hiinno Collegi elettorali che toccano percentuali elevatissime - del 20,23 per esempio nel Novarese, del 20,-18nella provincia. alessandrina -. nel Mezzogiorno e nelle Isole si precipita alle percentuali, addirittura infime, di 3, di 2 1 8<1 1 di 2,63 elettori per ogni cento abitanti. Quindi, deduco il Bonomi, se è lecito e rnzionale spe– rare che nell,ltalia meridionale e insulare si possa su– scitare ed espandere un movimento fervoroso per irreg– gimentare nel corpo elettorale tutta quella enorme massa generalmente anaJfalJeta, che ora ne ò esclusa e che o già capisce o facilmente potrà capire, illuminata dalla propaganda socialista, i grandissimi vantaggi e la grttndo influenza. the dalla conquista o dall'esercizio del voto le deriveranno, non è egualmente sperabile di muovere le masse del\'1\ lta e della :Media Italia che si trovano in così diverse o in cosi migliori condizioni. Ora, questa osservazione del Bonomi (che ò, nel suo ragionamento, d'importanza. capitare) non ha, secondo mc, quel valore perentorio cbe egli le attribuisce. F. mi piace anzitutto (giacchè egli - e fa bene - porta innanzi dei fatti) contrapporgli appunto un fatto, che contrasta con le sue conclusioni. I~o non è \'ero 1 domando al Bonomi 1 che, in tutte le città e borgate nostre dove iI socialismo o poco o mo!to è penetrato e

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