Critica Sociale - Anno XV - n. 24 - 16 dic 1905

CRITICA SOCIALE 371 e dei propri diritti, ecc., ecc.) si trovino in un dato periodo ad avere la preponderanza sociale. - Un regime cli suffragio ristretto assicura la prevalenza a quei soli partiti 1 la cui azione risponde alla psi– cologia e ai bisogni di quella sola parte della popo– lazione, che ha il monopolio del voto, anche se le manchino i motivi di prevalenw naturale; mentre il suffragio universale apre il campo alla concor– renza di tutti gl'interessi e di tutti i partiti. - Esclu– dendo dal diritto elettorale una parte della popola– zione, si dispensano i partiti politici dall'occuparsi in via normale dei bisogni degli CHclusi i e si SOJJ· prime una grcmde causa di educazione politica, perchè la moltitudine esclusa <lai voto non troverà mai nessuno, che sia interessato in via normale a muo• verla, a trascinarsela dietro, a illuminare nè pure con luce falsa la. sua coscienza, a sospingerla alle prime osservazioni, alle prime critiche, ni primi ra• ziocini, che in principio sara.11110 assai probabilmente sbagliati, ma che sono lo scalino indispensabile per salire alle osservazioni, alle critiche, ai raziocini buoni. Nè vale contro l'agitazione pel suffragio universale l'osseL·vazione dell'on. Sacchi che in Italia esso esiste virtualmente, perchè ba.sta imparare a leggere e scrivere per essere elettori. O imparare a leggere e scrivere è facilissimo, e allora è flSSurdo opporsi con quest'argomento al suffragio universale immediato i o presenta grandi difficoltà le quali sono non solo di indole psicologica, ma sociale (povertà, mancanza di scuole, ostilità delle classi dominanti, ecc., ecc.), e allora è una burletta parlare cli suffragio univer– sale virtuale. - Eppoi il punto critico non è questo, è un altro: o l'alfabeto è indice di speciale capacità. politica e allora bisogna richiederlo ad ogni costo, anche se con questo il suffragio universale non di– venti nemmeno virtuale; o non indica nulla, e allora l'obhligo di saper leggere e scrivere è una gherminella per evitare il suffn1gio universale effettivo e per mantenerlo sempre virtuale. Ma non sarebbe meglio - rincalza l'on. Sacchi - agitarci perchè si risolva il problema dell'istruzione popolare, con che il suffragio universale diveuterebbe effettivo? - Agitiamoci pure, e agitiamoci sul serio e non col semplice dire u agitiamoci 1 agitiamoci!". Ma la questione deJPalfabeto - il punto è sempre questo - non deve aver nulla da vedere con quella del diritto di voto, perchò il diritto di votare non deve dipendere, per la democrazia, nè dalla ricchezza, nè da un determinato livello di cultura. che è de– siderabile, ma non è indispensabile e che ad ogni modo non sal"ebbe mai indicato dall'alfabeto. Le <lue questioni vanno tenute distinte; e appunto per questo si chiede la riforma dell 1 attuale legge elettorale che subordina l'una questione all'altra. E dopo aver distinte le due questioni, domandia– moci: quale delle due è più opportuno che sia agitata ora a preferenza dell'altra? La lotta contro l'analfnbetismo deve superare tali difficoltà, richiede tali risorse finanziarie, è compii• cata con un cosl enorme ammasso cli questioni, che, ammessa, la esistenza delle forze capaci di lotta,re e (li vincere, il problema non potrebbe arrivare a so– luzione completa primfl. cli una ventina cli anni. Ora, la ristrettezza del suffragio toglie alle classi piÌl interessa.te nella soluzione del problema della istruzione popohue ogni normale influenza politica, e lascia le classi superiori arbitre quasi indistur– bate cli diffondere o meglio di restringere l'istru– zione a loro piacimento. Mancano così le forze in– teressate a por fine all'analfabetismo. Il suffragio agli analfabeti ò 1 quiudi, oggi, in Italia, una delle coudiz'ioni indispensabili alla scomparsfl. dell'u.nalfa· betismo. - Inoltre, la riforma della legge elettorale, non avendo dinanzi a sè nessun ostacolo finanziario, sociale, amministrativo, può essere attuata a un tratto, non appena sieno domate le resistenze poli– tiche dei conservatori: e per questo bastano un paio d'anni di agitazione sistematica e tenace. Dunque non trascuriamo il problema dell'istru– :done popolare, ed entrando nell'Unione nazionale ver la. cultura portiamoci quest'idea, che i I pro– blema da assalire immediatamente e la cui soluzione sollecita si devo imporre ad ogni costo allo Stato è quello dell'analfabetismo; ma, visto e considerato che di questo problema si parla da mezzo secolo senz<L concludere mai nulla, perchè mancano le forze ca– paci cli imporne la soluzione, concentriamo per un paio d'anni la nostra attività nella conquista del suffragio universale; e subito dopo rincalzeremo con l'aiuto delle nuove forze politiche l'agitazione per l'istruzione popolare. Il voto agli analfabeti - aggiunge l'on. Sacchi - non sarebbe voto segreto e libero, perchè " la scheda che si potrà portare dal di fuori, da A.Itri consegnata al1 1 elettore, che non può controllare, perchè non sa leggere, 1' è il massimo pericolo a cui la libertà e la sincerità del voto possono essere esposte»· - La– sciamo andare che nulla è pili facile che violare il segreto del voto col sistema attuale (scheda girante, scheda segnata, ecc., ecc.): Pon. Sacchi può rispon– dere" che si deve migliorare il sistema attuale, mentre col suffragio agli analfabeti nessun sistema assicu• rerebbe il segreto. - !%bene, supponiamo che la legge elettorale stabilisca che al ta\•olo della vota– zione i rappresentanti ufficiali di ciascun partito consegnino via via agli elettori un certo numero di schede del proprio partito distinte con un colore speciale: vi sarebbero le schede bianche, le verdi, le rosse, ecc.; l'elettore analfabeta, che sa di dover votare la scheda rossa, ha l'obbligo cli accettare u11 certo numero di schede di tutti i partiti; ma, riti– randosi dietro un paravento, porrebbe una scheda del proprio colore in una busta bianca eguale a quella di tutti gli altri. Ecco - ci sembra - assi• curato il segreto della votazione. Questo sistema presuppone le candidature ufficiali, che in altri paesi han fatto buona prova; ma altri se ue potrebbero escogitare che non avessero bisogno di quel presupposto. Ben inteso che, ... trovata la legge, sarebbe subito trovato l'inganno. Chè è una grande illusione questa, che bastino ad assicurare il segreto le disposizioni legislative: il segreto non può essere assicurato che dalla dignità delPelettore; e la dignità è indipen– dente dall'alfabeto. Al mio paese ci fu una volta un canonico della cattedralo, che vendette il suo voto per 25 lire, e per garentire i compratori (che erano repubblicani) del1a sua onestà votò con scheda se– gnata: quel canonico, con qualunque legge, trove– rebbe sempre modo di rinunziare al privilegio del segreto, anche se fosse... analfabeta. rn questo campo la sola cosa che possa fare la legge è di dare la possibilità del seg-reto: se ne ne servirà chi vorrà. t1 Quando avremo dato il voto - dice l'on. Sacchi - alle schiere che non sanno che cosa sia il voto, nè mai lo richiesero, nè possono intenderne la im– portanza e la dignità, avremo noi assicurata la sin– cerità della elezione e profligate le mali arti della sua contraffazione? ., - No davvero; il suffragio universale non è un educandato per i minori corri• gendi; non impedisce le pastette e gl'imbrogli 1 seb– bene indubbiamente la corruzione elettomle sia piiL difficile su una massa maggiore di elettori, se non nitro perchè più costosa, e sia meno agevole irreggi– mentare e sorvegliare e intimidire diecimila che mille elettori. - Il suffragio universale ha il solo intento di assicurare la libera 1ioncorrenza di tutti gl'inte– ressi e di tutti i partiti. Naturalmente, chi non ap• prezza il valore del voto lo vende al migliore offe•

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