Critica Sociale - Anno XV - n. 24 - 16 dic 1905

370 CRITICA SOCIALE latenti~ - non le ha sapute sprigionare. Lo stesso Gruppo socialista - malgrado il discorso tecnica– mente notevolissimo, ma politicamente anòdino del– l'Agnini - non seppe, nelJa recente discussione, dire la parola risolutiva, che affermasse il pensiero proprio e del proletariato: esso espiò definitivamente così lo dissensioni, le log-omnchie, le impotenze, alle qunli si è ridotto - ebbro cli dissolvimento - il partito onde emana o di cui devo essere l'interprete. Il disnstro apparve così colossale 1 che non è otti– mismo pensare ch'esso segni una crisi salutare: messi al muro dell'essere o non essere, il Oruppo e il partito socialista sentiranno il mònito solenne che viene dalle cose: o rinnovarsi o perire! . .. " Binnovarsi ": ecco dunq1ie la parola; ecco l'im– pcrn.tirn categorico, e il programma dell'anno nuovo, per noi, pei nostri colleghi di parte, pei compagni cli fede. Hìtrovare, nell'antico serbatoio di interessi, cli idee, di entusiasmi, che fecero già del parlito socialisbì in Italia un potente fnttore educati,·o nella ,·ita politica e un pro1H1lsoredecisivo di lotta e di 1>rogresso; ritrovare le forze - quelle forze che sPmhrano assopite o d assenti - per un nuovo slancio di prop11ga11da. e di 11zione.AI di là delle delusioni patite - .che si rii sol\'0110pur s empre in esperienze nsprc e preziose - ul disotto dei momentauei svia· ment,i e scoramenti, la ragion d'essere del partito socialista, rappresentanzA- diretta degli interessi pii1 vitali del maggior numero, protesta attiva contrn tutt.i gli inganni che tendono a perpetuare le ini– quità della vita sociale presente, e difesa al tempo stesso, unica e sicura, della necessaria evoluzione civile contro tutte le utopie - reazionarie ed anElr– chiche •- che le attraversano il passo i cotesta su– prema ragion d'essere del partito socialista rimane inalterata. Diciamo di più: essa cresce, essa gigan– teggia, quanto piì1 nei 1>artiti del passato I' impo· tenza) la confusione, 1f1 meschinità intellettuale e morale si fanno palesi; quunto pili alla stessa de– mocrazia. sembra. mancare l'aninrn,i quell'anima; che solo la coscienza. e la volontà proletaria possono infonderle in seno; quanto pili stride e si acuisce il contrnsto fra l'urgenza dei bisogni concreti, che cer– cano una. espressione e un soddisfacimento, e la bizantina inanità di tutte le ricette del repertorio ufficiale. J./agitazione pel suffragio universale è sembrata a noi - come a tutte le frazioni del partito - un eccellente strumento a cotesta interiore rinnovazione, r a cotesta necessità di ridestare le forze addormen– tate e di suscitarne di nuove. l\fa - come già. av– vertimmo - noi non portiamo in cotesta propaganda se non quello che è nostro, e che era già nostro, lontani ugualmente dalla metafisica vacua dei \'ecchi teorizzatori del diritto immanente del citta– dino, quanto dal catastrofismo non meno metafisico dei rivoluzionad e dei sindacalisti nuovo stile. Sono nncora le riforme - ossia ò il concetto posith•o clell 1 cvoluzione - che daranno il contenuto ai nostri sforzi per l'allargamento del suffragio - intreccian– dosi con esso ed essendone a volta a volta il me:tzo e lo scopo. E la C,-itica Sociale porterà a quest'opera, con rinnovato fervore, quel maggiore contributo che la fedeltà degli amici e le sue stesse tradizioni giusta– mente esigono da lei. Gik stiamo allestendo) pel nuovo anno, un piano di liivoro preciso, e richia– mando nuovi e valorosi collaboratori intorno a noi - di competenza tecnica specializzata - per colo– rirne la trama. E confidiamo chel fin dal primo fa– scicolo dell'anno imminente, sara data, dei nostri propositi, migliore conferma che di parole. LA CRITICA SOCIAJ,E, PERIL SUFFRAGIO UNIVERSALE Il nòcciolo clel1a, questione. Un uomo politico militante nei partiti democra– tici, il quale combatte pubblicamente una idea, che era stata sempre considerata retaggio rlella demo– crazia1 compie un atto di sincerità e di coraggio degno sempre del più grande rispetto; ma essere sinceri e coraggiosi e rispettabili non vuol dire aver ragione. E questo ci sembra probabile che sia il caso dell'on. Sacchi, che nella Vita del 29 no– vembre u. s. si è dichiarato avverso all'agitazione per il suffragio universale . " Un'agitazione J>el suffragio universale - dice l'on. Sacchi - potrebbe risolversi in Italia nell'inal– bcra1·c la bandiera dell'ignorAn'l.a, perchè la sostanza della. proposta consiste nel dare il voto politico agli analfabeti e alle donne anche se analfabete. " - Donde si ricaverebbe che per non essere ignoranti basta conoscere le ventiquattro lettere dell'alfabeto. Chi le conosce ha la capacità politica necessaria ad entrare nel popolo sovrano. Chi non le conosce manca di tutta quella enorme somma di visioni, di esperienze 1 di attitudini politiche 1 che l'alfabeto è necessurio e sufficiente a dare. - C'è bisogno di confurnre questa teoria? Se le grandi forze animatrici del moto sociale e politico fossero non gl'interessi delle classi e degli individui ma le idee e le dottrine, altro che la sola seconda elementare dovrebbero occorrere all'acquisto elci diritto elettorale! Sarebbe allora carità di patria escludere dal diritto elettorale non solo gli analfabeti, ma chiunque non conosce a fondo l'economia 1>olitica,la storia, la so– ciologia, l'enciclopedia giuridica, la psicologia, tutte quelle scienze che sono le basi della scienza poli– tica. Bisognerebbe allora aderire alla opinione del 'l'aine e degli altri dottrinari della reazione, che dichiarano necessario il ritorno a un regime monar– chico-feudale, in cui pochi competentissimi abbiano la missione di governare, pascere e bastonare IR moltitudine bruta clegl'incompctenti. Dove andrebbero a finire allora i deputati e i senatori d'Italia?•- La verità è che fa politica Ja fanno gl'interessi e non le idee, le quali non sono se non le formulazioni teoriche degl'interessi. E sono legittimi tanto gli interessi di chi ha fatto la seconda elementare, quanto quelli della vile plebaglia anEilfabeta. intendiamoci bene: noi non diciamo che la cultura politica e la competenza tecnica non sieno tanto più utili quanto più sono diffuse; nè pensiamo che un analfabeta abbia la capacità per essere ministro dell'istruzione o capodivisione, sebbene i casi di questo genere accadano spesso. Diciamo solo che i problemi sociali e politici non sono suscitati e la loro soluzione non è imposta dalla cultura e dalla competenza degl1individui, ma dai bisogni e dalla forza di pressione delle classi interessate. C 1 è nel processo storico una divisione del Javoro: le molti– tudini si muovono sospinte non dalle idee, che per esse non esistono, ma dai bisogni sempre rinnovan· tisi; e nella caterva degli individui più o meno colti, pili o meno competenti, pili o meno ciarlatani, che si offrono a salvarle, scelgono volta per volta coloro a. cui tocca l'altra parte del lavoro, cioè la soluzione tecnica dei problemi. - .I partiti politici sono so– cietà filantropiche, ognuna delle quali ha un metodo speciale per rendere felice il popolo so\'rano. Nella concorrenza politica prevalgono volta per volta quei partiti, le cui idee e la cui azione meglio soddi– sfacciano i bisogni di quelle classi o di quei gruppi, che per un motivo qualunque (violenza materiale, ricchezza, cultura, coscienza della propria posizione

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