Critica Sociale - Anno XV - n. 21 - 1 novembre 1905

326 CRITICA SOCIALE altri - che hanno carattere di utilità capitalistica - è facile procedere d'accordo con uomini e partiti borghesi 1 su questi è cPuopo farsi iniziatori risoluti. Cotesti provvedimenti hanno trovato posto nell'ordine del giorno 'J'urati-Bissolati, e basta accennarli per intendere il loro carattere francamente proletario e socialista. 'rali sono ad esempio: la colonizzazione dei latifondi, la soluzione del secolare problema dei demani comunali, lo sviluppo delle affittanze collet– tivo e il credito hirgamcntc concesso alle Cooperative operaie. Proposte queste che potranno parere impari al grave problenH~ <li sospingere l'ftalia verso più alti destini, ma che assolvono però il debito nostl'O di propugnare, entro la vasta orditura di quella po– litica di lavoro a cui gli uomini e i partiti nuovi della giovane Italia paiono volersi dedicare, i diritti e i còmpiti della classe proletaria. Perchè, se è destino che i partiti di minoranza debh8no - o con l'appoggio o con la stessa opposi– •'.iono, che è uno stimolo, cioè una indiretta coopera– zione, a fare - chiedere a quelli più vicini al potere la effettuazione delle loro proposte e dei loro desi– deri, ò pur doveroso peL· essi che fra le loro pecu– liari aspirazioni non manchino mai quelle della classe che rappresentano. Le convergenze transitorie di in– teressi e di sforzi - e tutta la vita politica odierna è un giuoco di forze, ora convergenti, ora divergenti - in tanto sono proficue ai part.iti, in quanto cia– scuno di essi vi porti 1 con la propria fisionomi~ re– cisamente distinta, il proprio patrimonio di propositi e d'idee. Ecco perchè, in quella che si è convenuto di chia– mare la politica economica, noi non possiamo aderire alle proposte piccolo-borghesi del }!'erri, ma a quelle schiettamente proletarie del Turati e del Bissolati. IVANOE BONOML PER LARIFORMA DELLA SCUOLA MEDIA La scuola unica. Il nostro appello, perchè all'articolo di Vincenzo Ussani contro la scuola unica media, da noi pubbli· cato nel precedente fascicolo, venisse risposto dai competenti, non fu fatto invano. !~eco infatti due articoli - l'uno del prof. Giuseppe Petraglione di Milano, l'altro del prof. Rodolfo Mondolfo di Ferrara - che, pur correndo in gran parte su una stessa direttiva, ribattono, con dh•erso stile e con diversi svolgimenti, agli argomenti dell'Ussani. Cominciamo dallo scritto, più breve, del Petra– glione. Nel recente Congresso di Milano, la scuola classica, così com'è oggi costituita, ha avuto nel prof. Vincenzo Ussani un difensore strenuo e pertinace, che non ha mostrato di arrender,9i nemmeno di fronte alle argo– mentazioni vittoriose degli avversari, e che ora ritorna. alla carica con nuova lena, se non con buone armi, nel– l'ultimo numero della Critica Sociale. Il prof. Ussani confessa di non sapersi dare paco dal giorno in cui il Congresso sì è pronunciato in favore di una scuola unica di grado inferiore senza latino, e di– chiara di esser convinto che la. scuola. unica, con o senza latino, è un errore. , Ma il collega Ussani può tranquillizzarsi: il Congresso di Milano nou si è " pronunciato 11 in favore di nessun tipo di scuola, e lo ha esplicitamente dichiarato, facendo sue lo conclusioni della relazione Tarozzi, che dimostra, per ragioni socia.li e dottrina.li di gravissimo peso, im– matura qualsiasi riforma genera.le e deH.nitiva della scuola, nel periodo di crisi che ora attraversiamo. A noi è possibile soltanto preparare ~li eJementi necessari per giungere un giorno alla riforma, o dobbiamo anzi pre– pararli, " provando e riprovando,,. Ammessa l'opportunità dell'esperienza., quale tipo di scuola si poteva scegliere per ottenere un nuovo ele– mento di studio e <.li comparazione? Non lo. scuola plu– rima, che ora in fondo esiste, e dà risultati tutt'altro che soddisfacenti; nè la scuola. unica di primo grado con l'insegnamento del latino, che corrisponderebbe supergiù al ginnasio inferiore, e che fece cattiva. prova quando ne fu in certo modo tentato l'esperimento instituendo la. licenza ginnasiale inferiore. Evidentemente il Congresso, nella scelta di un tipo di scuola per una nuova espe– rienza, doveva fermarsi sulla scuola. unica di primo grado senza latiuo 1 scuola di carattere formativo - dice l'or– dine del giorno - che possa dare accesso a varie scuole professionali inferiori, e a due istituti di secondo grado, uno prevalentemente letterario-classico e l'altro scienti– fico-moderno, le cui liceuze siano in massima. valevoli per l'ammissione negli istituti universitart. li prof. Ussani però è contrnrio - come ho detto - a qualunque tipo di scuola unica, e lo è per due ra– gioni. In IHimo luogo egli crede che la pluralità. degli scopi 1 che avrebbe la scuola unica di primo grado, ver– rebbe a costituirne il principale difetto, come fino a ieri il difetto principale della nostra scuola elementare è forse consistito nell'averla fatta servire al doppio scopo di scuola popolare e di scuola preparatoria all'i– struzione media. Afa prima di tutto - e il prof. Ussani lo sa - non è affatto provato che alla scuola e!ementare abbia no• cinto così grandemente la duplicità. del fine; e poi la scuola media unica. di primo grado non avrebbe che un unico scopo, quello cioè di spiegare innanzi agli occhi de' fanciulli usciti dalla scuola elementare un quadro vivo del mondo circostante, fornendo loro tutte quelle nozioni che sono indispensabili all'uomo e al cittadino - qualunque sia il posto che egli andrà. ad occupare nella vita - e lasciando intanto alle varie attitudini ingenite nelle piccole anime il tempo necessario per manifestarsi. Non si può considerare molteplice Io scopo della scuola media unica di primo grado 1 sol perchè l'aJlprcsenta, diciA.mo co~ì, il vestibolo comune delle scuole speciali di grado superiore, come uon si può con– siderare molteplice lo scopo della scuola elementare ri• formata, sol perchè prepara al ginnasio, alla scuola tec– nica e alla scuola complementare. Se non che, vi è un'altra ragione per la quale il pro– fessore Ussani è contrario alla scuola unica, una ragione che egli ha scovato nella psicologia de' congressisti, fa. cendo a un dipresso questo ragionamento: nella demo– crazia è radicato il pregiudizio che gli studt classici ope– rino sulla formazione delle coscienze in senso conser– vatore, la Federazione si è orientata verso i partiti democratici, ergo il desiderio della scuola unica o la conseguente guerra al classicismo Questa psicologia e q_uesta logica fan proprio torto all'egregio Jlrof. Ussani 1 il quale ~ nemmeno a fa.rlo a posta! - è insieme un valentissimo cultore di studi classici, e un federato democratico de' più convinti e sinceri. Io non credo che il pregiudizio a.l quale ac– cenna l'Ussani esista effettivamente nella democrazia; certo nou esiste nella classe degli insegnanti, cbe, per i quattro quinti, han ricevuto educazione classica, senza per questo diventar codini. È invece un pregiudizio del prof. Ussani quello di credere che i propugnatori della_

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