Critica Sociale - Anno XV - n. 21 - 1 novembre 1905

CRITICA SOCIALE 331 cordati fra impr<'nditori (' locatori d'opera, essere necessario stahilirc lf>gidlatinunente In sanzionf' del clirieto di (flr lrtmrare per trentasei on' consecutin• iu ogni settinrnna .. IL Poichò il riposo si può godere soltanto quando la grande nrng-gioranza dogli uomini ri1>o~a,quamlo cioè Paml,irnte .-;fesso ripo.wt, esser<' opportuno che tal<' giornata sia fissa e precisa mente (giacchè sarebhc Atolto ri11udiarc l 1 istituto millennario e ancor ogg-i fiorente della domenica, per la. bizza di irridere ni catblici) <·he tale giornata sia la domenica. 111. i\la la. leggo del riposo, se è una legge di ri.~parmio J)f'I' l'umanità, 11011 può ess{'I'<' una legg0 cli interruzione, una leygr di arreRto prriodico clf'lla t·tlri sorialr; quindi il riposo domenicale devC'essere ~ostituito dal riposo settimanale in tutti quei ca~i in eui le nPrf's,,;ifà e k rm11•e11ienze 8f}('ir,li non con– sentano sot1pt'll8i011e di ('Orte inclmitric e di certe forme di attivib\ socia\r. Il lettore troven\ pili innnnzi la illustrazione som– nrn.ria di questi già chiari concetti. 'l'uttn. la C'lasse degli impiegati, è li<'to consta– rnrlo, sorse rome un sol uomo attorno airumile l'C'neio levato in aria dtti Auoi amici di )filano; i quali, cbinrnatc lì raccolta le ussemhlcc delle Asso– ciazioni cittadino, formularono quella prima boz.za di una leg-gc sul riposo, in base alhl quale, subito dopo, l'on. Cabrini compilò il primo progetto che presentò alla Camera dei deputati. 11 progetto Ca– hl'ini differivo. dnlla bozza sovrnccenns.d,~ di ben poco; alParticolo primo soltanto portava una rnoclificazionc per la quulc si consentirPbhc all'impl'C 1 1Hlitore di far lnsoral'e di domenica. i propri dipendenti nt loro do· micilio ,, che fu recisamente respinta dalle organiz– zazioni e che, e,,identemente 1 era dovuta nlla fretta della compihnione. Quale sif~ stata la sorte di quel p,·ogC'tto, e del successivo che su quello fu modellato dalla Commis– sione ParhlmC'ntare, è rhiaputo da tutti; nè noi in– tendiamo t·ommentare il ,·oto della Camc>ra dei de– putati per 11011 ollontarnu·ci di una linea da quel principio di obi('ttività rigorosa. che ci siamo pro· posti nello scrivere qul."sto hrevi osserrn;-;ioni. . .. ('he a,·v('nnc <la quella dati1 ': Hieorderemo tre ordini di fatti. All'apl'inii della prinrn riimpagna per la legge sul riposo, noi llvvertiv:11110 il carattere in::-olito e gc· ninle che l'ngitnzione avcnt as13unto. )lcntr<' i dotti e gli statisti taee,-ano, uff,lcccndati molto spes:;o in cure inutili o non urgenti 1 una classe di lavoratori dimenticati Axc,·a maturato nel suo st•no dapprima, il bisogno, di poi la fisionomia, di una legge sul ri– poso i e, allo scopo di affrettarne lo studio e l'ap– provazione per parte dei pubblici pott•ri, ne aveva dettato, sia pure a larg-hi tratti, la formula. l◄}ra, in fondo, un esperimento nuovo per il nostro paese, ma sopratutto era una. tncita ed elernta protesta contro l'individualismo assolutista che nveva sino nllora signoreggiato nel campo delht nostra pii1 re conte legishtzione, dovubt quasi esclusivamente alla opera personale di qualch(' Segr{'hi.rio di Stato. Tuie rilievo di fatto, da noi 11cccnnato a proposito ciel modo, col quale si andavit raccogliendo la materia prima per la legge sul ro,itratto dì laroro, ci valse una cortese 1>rotesta dell'on. Emanuele Oianturco, il quale ritiene di non aver trascurato il contributo <lell:1collettività nell'opcrn di pre1rnrnzione legislit– tiva per il ratto che in quell'occasione non indnrno penl3Òalla nomina cli mui Commissione reale di studio, a larghifò!sìma base nel paese. Mentre prendiamo atto della cortese o sopratutto g-radita protesta dell\u1tico professore, che dalhi cat– tedra napoletana, quindici anni or sono, reclamava solennement<' un freno all'eccedere <l<'ll'individua– lismo n<'lht legislazione ('ontcmporan<'a, e come cor– retth·o nu!ipirava all'intervento dell'elemento sociale, ci 1)errnetti11mo di osservare che in quella Commis– sione manenvu però qual8iasi rappresentanza diretta cd indiretta delle classi cho della promrssa provvi– denza avrebbero dovuto o dovrebbero fruire. Per– tanto. noi scrivc,·amo in quello scorcio di tempo: " Se al Parlamento spetta legiferare, al Paese spetta Inspirare la legislazione, alln classi più dirottamente in– teressate apprestare la materia prima, presentare l'ab– bozzo del pr0\'\'Cdimento, che solo dOJ)0 potrà passare al vaglio dell'azione parlamentare. " La legislazione de,·e seguire il suo processo nalu • raie e storico, sì che non già cominci e finisca nell'aula dei legislatori, ma troYi la sua forma iniziale nella co - scienza dolio clasfli ohe sono compenetrate della sua necessità. 11 Orbene, questo concctto 1 così semplice, ma al tempo stesso preci!io, fu accolto con tanta simputh1 dtd no– stri amici della classe drgli impieg-ati, che finì col– l'essere, da moltissimi, non compreso o fuorviato ..... lnfatti 1 in questi giorni, assistiamo 1HI una ben curiosa contesa fra i fautori ùel riposo settimanale: i più vecchi sostenitori di esso, di fronte al naufragio pnrlamentnre del prog-et.to Cabrini, credono oppor– tuno riaprire l'ag itazione n azionale inYitanclo il po– polo a pro11unciarsi sui caratteri fonclamcntali ed essenziali dolhL leggo, lasciando al ~I inistero e al l'urlamento la cura dei porticolari; g-li altri, i più g-iovani, \'Orrcbhero impegrrnre addirittura hattag-lia fra Parlamento e Popolo, imponendo o quello la " integrale \notisi bene, rnlegrnle) app1·ovaziono del primo progetto Oal)l'ini-Nofri-Cbiesa 71 , Ora, la que~tionc ò oziosa cd accadcmira, essendo e,•idente che .~uggerire o mspimre [{I, legislazione ul l'arlamenco non vuol dire fare le leggi, perchè tanto v~1rrehbe sopprimere addirittura il Parlomento; onde è ovvio che, qualunque indirizzo si voglia dare ad una campagna popolare per la conquista cli una claln. pro,·videnzu legislativa, essa non può approdare chi• a questo: esprimere il pensiero e la precisa volontà del!e clas:!i piì.1 dircthunentc interessate sulla fisio• nomia dell'istituto legislativo, che da esse si reclama. Nulla di pili, e 11011 è poco! Senonchù, mentre i buoni amici del riposo si bat• tono fnt cli loro, su questioni di lann caprina, una timida conente liberista, nel nome ci('IIH quulo il solo d<'putato E. Alhai-ini-Scrosati ebbe finora, che io mi sappia, il coraggio di parlare, accenna a con· trastare il eammino nlltl buona causa. Essa, inalhe– rando ancorn una volta la bandiera del rispetto alla libertìt individuale e affettando un sacro orrore per tutto ciò che è costrizio11e legìRlatira,, sanzione leg-ale 1 obbligatorietà cli riposare ... e vi.i dicendo, sostiene che l'istituto del riposo ebdomadario, del quale leal mente riconosce la necessità, in un pnese civile non può e non deve attuarsi. .. se non qun,ndo sia entrato nei costumi del popolo e in fo1·za soltanto di essi. Siccome in una postilla non si possono ripetere cose già dette, ci limitiamo a rispondC're rirnaudanclo il lettore alla nostra monografia, dalla quale rileverà come tutti gli esperimenti, fatti in Italia e sopratutto all'estero, allo scopo di tentflre la. attuazione di un turno di riposo mecliiwte concordati frn imprendi· tori e locatori d'opera abortirono, e che in tutti i Parlamenti europei, nei quali la corrente liberi~ta potè 1>enetrare, l'obiezione fu superata, a dire il vero, senz.a grande sforzo ... Recentementf', in un conveg-no fra i rappresentanti dei vari p11rliti politici, tenutO:,L ld 20 settembre 1905) a Milano, per ioiziativa della Confederazione Nazio-

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