Critica Sociale - Anno XV - n. 17 - 1 settembre 1905

Critica Sociale ff/ VIST.ll QUINDICIN.IILE DEL SOC/.IIUSMO Nel Regno: Anno L. 8 • Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L. 1.0 • Semestre L. 5,50. Letten e vaglia all'Ufficio di CRITICA SOCIALE- MILANO: Portici Gallerla V. E. 23 Anno XV - N. 1.7 Non si vende a monert sepa,·ati. MIiano,1° settembre 1905. SOMMAl-:IO Att.ualttà.. /,(I ,:!/l'{l(III: n 1iro1,oslto llol rntt\ di SI0\1!11 l,A ClllTICA socuu;). 1'<11/IU()f(' (711111 dupo (l'ror. l\'A:-,;Qt! BOSOMI). 1.11 1//CIUQWnm::a ltU(tlt ,rtl l'tl'dttl() ,,,, qllffOI~ (A\\", OCAllSIERI· \'t;:,iTl)IIGLIAl, A p1·op1)tlU() lltl pn,rtl.f•() ,1111/'/"i,: /,(I ,·1(01·11111 dtlfll p1·ort1/11r(I pmalt i Sln/Qml rh'tlfltorl- (XOI). Studi sociologici. L'11rl.Jll1'<1loo/A.,//q11lol'lo t , (trr<witrl: lt•tlorn 1111t1rt11. n o. 1\lurlaldl (l'ror. G. )IO:-.Tnl,UlTISI), FllosoOa, letteratura e varietà. 1-·1·(1 Ubrj t ltlvl~lt: '" o. ~lazzlnl e le ldea11ti1 moderne ~ <11 r. Mo- 111tq//0110 (J;, FA1J1t:TTI). LA STRADA (A proposito dei fatti di Sicilia) Quando, sono ben quattro anni, fu 11hhastanza chiarn la percezione di un mutamento radicale nella. situnzione politica italiana, premio di dieci anni di lotte, di esperienze, di sacrifici proletari, e ciel quale lo sciopero di Ocuova e l'a,•vento di un Oa.binetto liheralc, all'infuori e al di lìt delle precise designa– zioni della Ciunera elettiva, non erano che In causa occasionale ultima e l'indico superficiale visibile, sorso dapprima in queste colonne il grido d'allarme, aflìnchò il partito socialista o le organizzazioni la,·o– ratl'ici adattassero, in correlazione, la loro nttivWt e ht loro tattica, e, abbandonando lo proteste e le mi– naccio diYenute sterili e inutilmente irritnnti, acqui– stnssero coscienza del nuovo potere conseguito e ~i destreggiassero per valersene con una politica posi– tiva, pesando e premendo - poichò gli aditi erano dischiusi - sul potere dello Stnto. ~ allora, più delle objlll'gazioni dei fanatici o dei misoneisl'i, cui non pareva possibile, o cui non convenivn, abbandonare la via vecchia per la nuova, proprio quando la vec– chi11via di\'entava tanto comoda a percorrersi e im– mune di guai personali; ciò che ci si pose a trarnrso e impedì lo sviluppo di ogni feconda iniziath·a fu l'atteggiamento dei timidi 1 degli eclettici, dei con– vinti a metà, dei così detti "ccntraiuoli ,i, cui pre– meva sopratutto, o pareva necessario, rimanere d'ac– cordo con tutti, professare, in mancanza di un iHLrere, tutti i pareri, e, per non doro scandalo di eresie ai fedeli, starsene a gumbe spalancate fra il vecchio ccl il nuovo, in nome della concordia e dell'unità del paitito. La concordia e l'unità le volevamo anche noi, a11zi errmo ciò rhe noi rofe1:amo. Perciò appunto chiama– vamo a raccolta. )10. concordia od unità di partito non vedevamo possibili, se un " partito ,, non c'era, so mancava cioò un'azione comune 1 vigorosa e fe– conda, adeguabt alle nuove esip;enze. Bisogna.va que– st'1lzione discutcrlu, volerla e deciderla; bisognava che le masse medesime, le pH1 interessate, la. discu– tebsero e la volessero con noi. Potcnrno bensì - allora. come sempre - concorrere in quest'azione lo piì.1 diverse attitudini, i modi più diversi; diYisiono del lavoro uon solo possibile, ma necessariti. ,\la la divisione del lavoro non Cl3Clude,anzi presuppone, unità di indirizzo e comunanz1L di fine: non di un fino remoto, vuporoso, ideolog-it:o, il cui rnggiungi– mento è opera della storin, pili che dei partiti e degli uomini, o la storia vi apporta anello le sue inopinate correzioni; ma dei fini prossimi, prefissi ad ogni singolo periodo di operosità di partito. Chi comhatteva l'indirizzo, chi disvoleva questi fini non poto\'a essere con noi. La concordia e l'unifa erano a questo prezzo, o diventavano prima un inganno, e quindi una delusione. A che pro eppure si diceva - sollevare simili questioni? (altri le chinmarono beghe). A che pro ciarlare di tendenze, di metodi, di transigenza o in• transigenza, di collaborazioni possihili, cli penetra– zione nel potere dello Stato~ La massa non intende il nuovo gergo, peggio, lo fraintende, nò ha così lunghe o così sottili vedute. E, nella massa qual è, c'è tanto, prima di dividerci, ancora da fare: la pro– paganda socialista, anzitutto, la bella propaganda J>rimitiva, del soriulismo finale, redentore, armonico, che risolrn tutti i problemi, uno ed indivisibile come il proletariato di cui è come la coscienza o:splicata, potenziata o riflessa; propaga mia ohe crea, a sua volta, questa coscienza e queste coscienze noi milioni cli miseri che ne sono ancora 8pro,•visti; poi la or• ganizzazione - nnchc nelle forme pii1 semplici - l'unione dei lormcntati e dei tribolati, ancora tanto dispersi, come poh·ere inconscia, o spinti gii uni contro gli altri, poi vantaggio di ttltrui, come pecore matte, flssalìte eia delirio suicida. A che pro " teoriz zare r, sofisticare e liiitinguere "! Sollazzi cli " intel• lettuali ,, e di pcr<ligiorni. Lnvorinrno: nel lavoro le divergenze si attenuano, i metodi si adeguano ai bisog-ni, le teor ie si dimentican o .. J migliori ci soggiungeva. no: voi avrete ragione certamente, ma l'(i vrete al fn hll'Oj oggi pretendete troppo dal proletariato e do noi. Giorno vorrà che il 11uovopunto di applicazione delle sue forze, delle quali ha a1>pe1rncoscienza, sarlt chiaro anche a. lui, ne rndrÌL tutta l'importanza; date tempo al tempo. Og,t.:'inon vi può seguire. Voi gli guastttto e ci gua– st11tc troppe ovn in troppi panieri. I~ cosl perderete i coutatti e vi troverete isolati. Noi dobbiamo stare col maggior numero, seguirlo anche negli errori, pur procurando cli correggerli o di temperarli. È una abnegazione necessaria. E in tutte queste osservazioni ci era del veru. )[a ci ern sovra.tutto - questo sfuggiva ai nostri critici amici - in quanto essi le facevano o ,,i si mura– vano dentro. Consenzienti in teoria e nei conver• snri pri,·ati, dissenzienti in pratica e in pubblico, rieusanmo n sè stessi e al partito lo sforzo su1)erbo, pel quale i contntti non si s arebbero perduti, le di– visioni si sarchbcro evi ta.tu: 08isia sarnbbero rimasti luogo da noi soltanto gli irreduttibili, che era assai

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