Critica Sociale - Anno XV - n. 12 - 16 giugno 1905

CHl'l'ICA SOCIALI,: sentare reclami, a cooperare alla esecuzione di inchieste e rilievi statistici e particolarmente al complotamcnto 1 nl• Pesocuziono o alla soncglianza della protezione dei lavo– ratori o al promovimento dei contrntti collettivi di lavoro. "Il Congresso scorge nella progettata trasformazione dei Collegi dei prolli-,•iri in Camoro di lavoro un tenta– tivo di render nulla l'efficacia di quc>sti organi o osclu· clero ogni rnp1>roscntanza dcll'olerncnlo operaio femmi– nile, Profondamente convinto che questa via non è adatt,i a garantire l'eguaglianza di diritti degli operai nell'Impero o nello Stato, il Congresso respinge assolu– tamente questa come qualunque altra risoluzione che si opponga alla istituzione di Camere indipendenti. .., !I Congresso considera come premessa indispensabile il conrerimento del diritto all'elettorato attivo e passivo a queste Camere, sulla base della rappresentanza pro– porzionai~, a tutti gli operai maggiorenni di ambo i sessi, impiegati nelle miniere, nell'industria, nell'arti– gianato, nel commercio, nei trailporti, nell'agricoltura, nonchò agli impiegati retribuiti dolio Organizzazioni. ,, l,'importauza dei temi discus1,,:i è una nuo\'a prova della maturità del mO\'imento tedesco, che \'Cdemmo così chia– ramente manifestarsi attraverso lo cifre. . .. Di fronte a questo meraviglioso sviluppo dell'organiz zaziono operaia che attira a sè un numero sempre pii1 largo di lavoratori per renderli più agguerriti nelle bat– taglio contro il capitale, gli industriali si organizzano puro e studiano sempre nuO\'i mezzi per rompere la salcla compagine della massa lavoratrice. Dopo avere istituita l'assicurazione contro gli sciopori, gli industriali tedeschi stanno discutendo intorno a un ingegnoso si– stema di scrrnta degli operai fatti\ automilticamente, escludendo dal lavoro gli operai in ordino alfabetico, per esempio prima tutti gli operai il cui uomo incomincia per .A, poi tutti quelli ai quali la provvldonza ha dato un nome in 8 1 e via di questo passo per tutte le lettere dell'alfabeto. Per dare un'idea dello spirito di forca che anima quei brn,•i padroni tedeschi che sognano Il dolco tempo del " Ba11khera11s ,., chhfdiamo questa Cronaca colle delibe– razioni votate dall'assemblea dei delegati dell'Unione Centrale degli industriali tedeschi. Dopo aver sdegnosa– mente protestato contro l'intrusione dolio Stato nella li/Jera stipulazione del contratto di ln,·oro 1 dopo aver respinta ogni fissazione di un massimo di orario di la– voro per gli operai adulti, dopo aver " e/Je/'fJicamente ,, sconfes.~atn l'istituzione di arbitrati obbligatori)" che si– gnìflchero!Jbo l'organizzazione di Stato del Partito socia– lista,,, l'Unione votò il seguente ordine del giorno sulla questione dello tariffe: " L'Unione Centrale considera a~solutamento pericoloso per lo s,•i\uppo dell'industria la sti))ulazlone di tariffe fra le organizzazioni J)adronali e quello operaie. Le tariffe, se da una ))arte tolgono al singolo imprenditore quella libertà nell'impiego della mano d'opera o nella fissazione del salario che è indi– spensabile per il migliore esercizio della sua industria 1 costringono, d'altra parte, l'operaio sotto il giogo del– l'orgnnlzznzione. Por queste ragioni l'Unione deplora il decreto del Oo,•erno bavarese del 2 m1trzo 1!J05, che considera In sti))ulazione di tariffo uno elci còmpiti prin– cipali degli ispettori di fabbrica. ,, l 1 'aro dei commenti, a che pro? A.oche questi idealisti rlella libertà economica d'oltralpe sono piì1 realisti del re. Ma mentre questi apostoli dell'anarchia dell'ordine si sgolano a voler illudere i gonzi, compresi quei po,•e– racci di operai, continua in Germania, come in tutti gli altri paesi, la marcia vittoriosa del sentimento di soli– darietà, che spazzerà via il krumitaggio di tutte le '-pecie. .Nella stessa Germania in questi giorni è uscito un libro nole\'Olo, che prova il progresso che rn laggiì1 la stipu– lazione di tuiff'e e la istituzione di Commissioni arbitrali per dirimere le eventuali vertenze che potessero derivare dalla intorJ)retnzìone delle tariffe. Cosi, a J>OCO a poco, la lotta. civile o paciflca, a dispetto di tutti i rivoluzionari della ri\'oluzione o dell'ordine, si sostituisce lentamente ma incessantemente ai vecchi sistemi violenti cli guerra. E di questa vittoria della civiltà il merito primo spetta all'organizzazione operaia, il più stuJ)endo e pili con 4 fortante reuomeno dell'epoca nostra, malgrado i suoi momentnnéi trnvinrnenti e gli inevitabili errori che può tah'olta commettere un mo,•imento cosl grandioso e così complesso. J,\ PAOLIARI. FRA LIBRI E RIVISTE 010\"ANNI l3i,:1n ...cc111; De mallecl~l l)(1S:s<tlo. - Milano, 1:,i• breria 1•:ditrice Lombarda 1 1905. ..... o JJOrciò che esso i nsognn., raccomando a i u gio,•ani del mio paese questo libro, scritto premendo u il petto sul terreno della patrio. 11 Così Oiovo.nni Uertacchi libera nlln luce il suo nuo\'O e no!Jilo lavoro, che potrebbe essenzialmente definirsi il poe11lli delle 11oslalgie e che ammoni<ice i i:iovani a non offrirsi inermi alle dolci malle della patria, a non com1>or~i nello spirito cbiu"!O un mondo di affetli 1 di speranze, di desideri unico o immutn!Jile, che limiterà. per sempre tutto il ritmo della lor vita interiore e in- 11uirà qui loro stesso destino. Obliarsi troppo a lungo - egli pen~a - distesi sul terreno natio e Oere i pigri filtri del sole; dimenticar le voci del mondo vivo 1 coll1orgoglio dell'uomo illuso che basta a se stesso; por ogni cima conquistata in er– rare I monti della patria, per ogni sbocco superato ane– lando nel vasto garrito de' venti, erodere d'esser giunto alla supremo. libertà dello spirito .... oh, miseranda illu– sione! La valle natia vigila dal fondo, richiama a sera con la ,•oce blanda dc' suoi campanili, e, nella \'icenda sempre eguale dei casi, compone per l'an•enire il m.elro · o la cadenza entro cui si svolgerà, lento o uniforme, il flutto della ,·ita in ciascuno <10 1 woi flgli. Perchè in ognuno di noi è una parte d'inconscio, e in essa la. tirannia non avvertita delle primo impressioni e dei primi moti plasma la creatura. Chi crebbe con accnnto nlla sua casa un suono perenno di acque cor– renti1 chi trascorso le uniformi giornale della sua fan– ciullezza tra un alternare sempre ripetuto di opere, di rumori, di abitudini nel vicinato, imprigiona in que• ste monotonie - senza sapel'IO o senza volerlo - gli affetti o i ricordi dell'età crescente, i quali, giorno per giorno, si dispongono in lui in pigra sequela, e poi sempre gli terranno dietro con sommesso richiamo e lo trarranno come in esilio da se stesso, rendendolo estraneo nel ogni cosa presente e solo facendogli amare rtuelle ehe hanno ritmi e ritorni: lo scroscio delle gronde entro i cortili chiusi, il lento cader dello nevi, lo iterate ca– denze dello fiabe; indi le cose più ,·n.ste e grandi: la vece af'isidua delle stagioni, ognuna delle quali ha pro– prie costumanze infantili; i mesi di pili raccolta vita entro le muri\ della easa solitaria, eppure lìeta e sonante, come un alveare rra lo nevi. Cosl il pensiero sale verso la giovinezza e, come intorno durano costanti le ragioni di quei primi moti, il presente non ò i,pesso che il ri– tornare fedele dei giorni già. ,·issuti, per modo che il vi\·cre o il ricordare sono come una cosa sola, e la mente talora s'impiglia e s'attarda In un inane ricordo dl ricordi, e le memorie di\'entano qualcosa che ,·ive, rorzo atu\'e e presenti che premono n mantenerci chiusi come in un circolo di ri))etizioni inconsnpe"oli. Tale ò il destino di colui che amò troppo e troppo consentl alle attrattive della sua terra. '!'aie almeno lo sento in sè stesso il Bertacchi por aver troppo amato la sua rètlea valle natale. Perehè tutto In questo libro è vero: persone, paesi, episodi, sentimenti; tutto è espres• siono sincera di cose realmente esistenti e vissuto, gioite e rimpianto. Nè valsero le lunghe assenze e le lunghe dimore nelle grandi eittà a liberare il poeta dall'antica mnlìaj nè per In sua natura. potenno bastare. Troppo tardi egli vi andò o quando questo mal della patria era iu lui già radicato e profondo. Amò, sì 1 o lo confessa, In fervida ,•ita cittadina; ma, pur rapito noi suo vortice, sempre allo coso presenti associò qualche memoria del suo pic– colo mondo nlpestre; e anche quando, ratto uomo e la– voratore, ebbe la cura delle sue sorti, sompre continuò art aggirarsi nell'ombra dell'antica malla, sempre vide nello srondo do' suoi sogni e do' suoi closlcleri la vetta del suo cnmpnnile. E poi n' suoi monti tornò trop1>0 frequente. Oh! cer– care con gli oechi i volti già noti e tro,·arno uno di meno 1 sempre uno di meno ad ogni ritorno I Il passato si riaf– raccia innnertitamentc al pen'4iero e di passato parlano tutte le C04e intorno; i muri, i tetti, le erbe dei luoghi abbandonati, il corso lentissimo del giorni, che, simìli a certi fiumi profondi 1 non si sa da qual parte del tempo cammini.

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