Critica Sociale - XIV - n. 18-19 - 16 set.-1 ott. 1904

CRITICASOCIALE 279 rare il loro comodaccio: per urlare, per protestare, per non faro o otibligarc gli altri a non fare, la compagnia, anzi, giova. E poichè n simili compagni fastidiosi qual• cosa bisogna pur rispondcre 1 avviene che alziamo anche noi la voce o si fa un casa del diavolo, segueL1do ap– puntino, anche noi, 11 programma dei rivoluzionarì. O trangugiamo e tolleriamo, come fanno molti clei nostri, o allora si conta quanto il due di briscola. In un modo o nell'altro, siamo becchi e bastonati. A questo, in lingua. povera, si riduce la teoria dell'unità. Per contro, se riguardassimo i rirnluzio11art per av– \'Crsari, quali sono di fatto, potremmo non solo dare compimento al nostro lavoro, ma opporci con ertlcacia alla violenza. vanamente distruggitrice di costoro. Non c'è niente di f)ii1 fatuo del perfetto rivoluzionario: ò fntuo nella per;;ona e nel programma. Jn dicioUo mesi claccht; impera, che cosa ha fatto? Si è vantato di avere abbattuto due )linisteri e si vanta d,cssere lì lì per nb• battere il terzo. b raccogliamo In me~se. Nel giugno doll'anno pns."ato, dal .:\linidtero presieduto dall'on. Za– nardelli uscì il Giolitti, che non era quel di oggi poichè non s 1 era ancora messo ad amoreggiare coi codini; il .Ministero, quale fu ricomposto, appan·c o fu men libe– rale e pili nichilista ciel procedente. Prima vittoria ri• \'Oluziouaria. Xel noYembre, cadde lo Zanardelli, liberale dottrinario, salì in sua vece il Giolitti della seconda ma– niera; e fu un .\linistero peggiore di quel di prima. Se– conda vittoria di Erostrnto. Ora, a Camera nuova, è fa– cilissimo che i couserrntori, i quali odiano il Giolitti e lo dicono traditore, gli diano lo sgambetto e formino un i\linistero di mezza reazione. La. successione dirftcil• mente potrà. passare alla democrazia radicale, dopo che i rivoluzionari l'hanno ditnrnrnta e anilita. Così segui– teremo a progredire a mo' dei gamberi. Xon è messe i son cicche. Si può essere pili gabbamondi di co~ì? In que5t 1 ora di generale incertezza politica, a cui cor– risponde nel paese uno stato di crisi inquietante che si risolverà forse tragicamente per la grande disoccupa– zione e per gli scarsi raccolti, occorrono non le piccole a.~tuzie dei piccolì :\JacbiaYelli, ma i rorti proponimenti. .Noi facciamo della diplomazia dov 1 ò bisogno di siuceritì1. Siamo usi a calcolare come un maestro d'abbaco: nei Circoletti sono tanti soci in regola coi pagamenti; se ci di\'idiamo, saremo seguiti da tanti, e da tanti ab– bandonati; a conti fatti, saremo pochi; dunque, non se no fa niente & l'li continua a stare insieme 1>er accapi• gli arei. Orettezza da bottegai ! .Xon si pensa che, prima di tutto, i trenta o quaran– tamila soci dei Circoletti sono una. meschinità, parago– nati alle centinaia. di migliaia di persone che formano il movimento proletario italiano, e che non per essi ha. ,·alore il proletariato e che, nonostante essi, il socialismo ,•aie e progredisce; nè si pensa, in secondo luogo, che, ruori rtei quadri ufficiali del 1>artito, è una moltitudine vasta, che oggi non si raccapezza, che noi potremmo raccogliere e ordinare, e che costituirebbe il nostro vero esercito. Noi ci soffermiamo, come timorosi cli no!stcssi 1 per poca fede nel metodo nostro. Molti, troppi riformisti non sanno quel che vogliono. li primo nostro nemico è la nostra ignoranza. ÙARZIA CASSOI,,\, La, Critica Sociale e il r1•c111po, per Milano: mmo JJ. 20, semestre JJ, 10,50 - per il resto d'Itaìia: anno L. 24, semestre L. 12,50 - ver l'Estero: anno L. 40, semestre L 21. Contro lo scrutinio di lista e contro il Collegio uninominale [. Poichè, con la riforma delle circoscrizioni in conse– guenza dell'ultimo censimento, Yieno in campo - guardata con occhio benigno e quasi paterno dal• I1011. Giolitti - ht possihilitìt della sostituzione, por lo prossimo elezioni politiche, di uno Rcrntinio di lista a larga base al sistenrn, ora vigente del Collegio unino– minale, gioverà esaminare so convenga al partito socialista. schierarsi in favore dell'uno o dell'altro sistema, o se non gli convenga piutto::1to patrocinare, coerentemente al proprio programma, una rifornrn sulla base di quella rappresentanza proporzionalo, che, uscita ormai dal chiuso dello discussioni acca– demiche, funziona giit praticamente da qualche anno in Tielgio e in dh-crsi Cantoni della Svizzera. ~ prima di tutto gioverà porre o isolare la que• ,itione nei suoi veri termini, o ribattere una pregiu– diziale. Come in ogni lavoro abhiamo dinanzi l'artefice, l'opera o I1utensile; come nella fotografia abbiamo da considerare il soggetto che si vuol ripro1lurre, la qualifa e lo dimensioni dell'imaginc che si vuole ottenere, o la macchina fotografica; così nello ele– zioni abbiamo tre distinti ordini di problemi: quelli che riguardano la costituzione del corpo elettorale, quelli che riguardano la costituzione del consesso elettivo, e quelli che si riferiscono al passaggio dagli elettori agli eletti, cioè al meccanismo, al sistema elettorale-. Senza voler discutere dell 1 importanza o dell'ul'– gonza. relativa di questi diversi problemi, è soltanto cli quelli concernenti il sistema elettorale che inten– diamo ora trattare. Sono quindi irricc,·ibìli tutte le obic;,.ionì, che si appo~g-ia.110esclusivamente sui di– fetti morali o intellettuali degli elettori, o sull'im• perfetto funzionamento dei con::1cssi elettiYi. \'i è chi ritiene che turU i sistemi supergiù si equivalgano e che nessun miglioramento sostanziale sia ottenibile, so prima non muti la stoffa dell 1 elet• tore; come v'è chi sostiene che nessun ordinamento socialista sia efficace finchè non cambia. la natura umana. Corto le questioni di principio SO\'crchiano quelle di metodo; ma ò pur prudenza invigilare a che il metodo non sovverta il principio, o quanto mono non aggiunga nuovi difetti a quelli esistenti. Belli o brutti che siamo, guardiamoci almeno in uno specchio piano, che ci rifletta tali quali; non in uno specchio sbilenco, che ci crei o ci aggravi le de– formità. Così, se vogliamo fissare 1'imaginc cli un gruppo di individui, quali che essi sieno, è tutt'altro che indifferente il metodo, con cui si cseguisce la foto• grafia. Mettete i piit alti davanti, o i più bassi di dietro, mettetene alcuni vicini all'obiettivo ed altri lontani, alcuni ammucchiati, altri dispersi, e quando svilupperete la lastra vedrete che molti son rimasti occultati o fuori cli campo; che alcuni spiccano ni• tidi o altri sono annebbiati; che alcuni son venuti enormi, altri impercettihili. Se poi, invece della luce solare, avrete adoperato - questiono di metodo! - i raggi H.Ontgen, apparirà sulla lastra non l'imagine delle persone, ma q uclla. dello loro ossa o dei denari che avevano in tasca: vero o autentico fenomeno elettoralo I Apertoci alla meglio il passo attraverso la pragiu– dizia.le, passiamo in rassegna, più rapidamente che sia. possibile, i difetti del Collegio uninominali' e dolio scrutinio di lista.

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